IL MESTIERE DEL DETECTIVE Camillo Ischia


Camillo Ischia nasce nel 1953 ad Arco. Figlio di piccoli coltivatori. Amante della lettura. Nella sua vita ha viaggiato per lo più con i libri. In una recente intervista ha dichiarato di non essere social, di non andare a riunioni politiche, di non scrivere con il computer, di non fare jogging o altro sport, di giocare però a Risiko da trent’anni alla Beppa Giosef e di animare il Circolo di Cultura Popolare da cinquant'anni. Il romanzo "Il mestiere del detective" è un giallo/noir ambientato nella seconda metà degli anni '70 ad Arco, tra circoli culturali di sinistra, cineforum e neonazisti. E tra le pagine di questo "giallonongiallo", "noirnonnoir", "romanzettononromanzetto" (come lo definisce Carlo Martinelli nella prefazione), si riconoscono personaggi, luoghi e avvenimenti reali della storia arcense: la Pasticceria Moderna, Villa Igea (attuale sede della Cassa Rurale), il Bar Centrale, il Caffè Trentino, il Sanatorio Argentina, il night-club Sayonara (dove è realmente accaduto un omicidio), il poeta Luciano Malfer, il Bepi Filippi (capo redattore della redazione dell'Alto Adige a Riva del Garda) e il Teofilo (pittore polacco, amante degli scacchi che viveva in miseria ad Arco), Benito Mancabelli (esponente del partito comunista locale), l'omicidio-suicidio Venturini. E ce ne sono altri che io, per questioni anagrafiche, non sono certa di aver riconosciuto (la giovane Irene che vuol fare la giornalista, Paolino, gli eredi dell'importante industriale tedesco con villa al Bruttagost e il professor Augusto). Camillo Ischia colloca le vicende narrate tra delitti realmente accaduti e altri inventati, sparatorie e pestaggi, in cui il detective Piero Bortolotti, ex poliziotto, si trova ad indagare. "Il mestiere del detective" di Camillo Ischia, parafrasando Carofiglio, lo intitolerei "La versione del Bortolotti". Il racconto inizia nel 2010, anno in cui l'ex detective Bortolotti viene ricoverato nella Pia Casa della Divina Provvidenza. E lì conosce l'ingegnere minerario Giulio, suo compagno di stanza (la 237! chiaro richiamo alla trasposizione cinematografica di Kubrick di Shining di S. King). Per poi tornare agli anni 70 in cui accadono le vicende narrate e in particolare l'omicidio del segretario del partito comunista Palmiro Bergamini. Ma non vi svelerò altro della trama per non rovinarvi la lettura. Il romanzo è strutturato in modo molto originale, "rompe gli schemi del racconto" con continui salti temporali e cambi della voce narrante, addirittura con l'ingresso del narratore nei dialoghi dei protagonisti. Un metaracconto alla stregua di "Riccardino", opera postuma di Andrea Camilleri con protagonista Montalbano. Camillo Ischia non lo sa, ma io ho un debito nei suoi confronti. In un certo senso il mio blog è nato grazie a lui. Il giorno in cui è uscito sul giornale un articolo che annunciava la pubblicazione del suo romanzo, ho incontrato per la strada un'amica che mi ha chiesto se lo avevo letto e mi ha detto che avrebbe aspettato una mia recensione per farlo, perchè io ero la sua "book influencer". Tornata a casa ho riflettuto sulle sue parole ed una settimana dopo è nato LibriCitando, il mio blog di recensioni letterarie. "- Questa storia è assurda, non sta in piedi nulla!- - Lo so - risponde sconsolato Cesconi -e la colpa è di quel coglione che la sta scrivendo. Adesso voglio vedere come fa a tirarci fuori da questo casino! Cazzo, non siamo mica il RIS di Parma! -" ★★★☆☆ scopri come valuto i libri 🐣 uovo di Pasqua

3 commenti

  1. Bene Cristiana, vai avanti che piacerà certamente.

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  2. Leggendo questo libro sono tornata coi ricordi alla mia giovinezza... Grazie!

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