Ho comprato e letto in poche ore l'ultimo romanzo giallo di Gianrico Carofiglio con protagonista l'avvocato Guido Guerrieri. L'ho acquistato lo stesso giorno in cui è uscito, tanta era la voglia di leggere di lui, perchè - ammettiamolo - dei gialli di Carofiglio, ciò che più piace alla maggioranza dei suoi lettori sono gli aspetti introspettivi dei protagonisti e molte lettrici sono anche un pochino "innamorate" del suo personaggio: intelligente e molto capace nel lavoro, un pochino sfortunato in amore, amante della letteratura e in particolare di Murakami, si rilassa tirando pugni al suo "confidente" saccone da box ed è insicuro al punto giusto per far scattare la "sindrome della crocerossina" in molte lettrici.
Guido Guerrieri ha passato i cinquant'anni, è stato da poco lasciato dall'ultima fidanzata e si trova a dover affrontare l'imminente morte di un'altra sua ex che lo informa di essere gravemente malata. Guido è stanco, dimentica le cose, è ansioso, depresso, insonne e comincia ad interrogarsi sulla sua professione, a chiedersi se chi difende sia colpevole o innocente, se la sua bravura di avvocato possa ostacolare l'emergere della verità. Guerrieri è talmente provato che dovrà rivolgersi ad uno psicanalista per cercare di risolvere alcuni dei suoi molti "irrisolti".
A me è piaciuto. Devo ammettere però che chi non conosce il pregresso delle vicende personali dell'avvocato faticherà forse un pochino di più di chi, come me, ha letto tutta la serie - e siamo a sette episodi! - a comprendere questo personaggio malinconico che accetta spesso di occuparsi di casi disperati.
E di un caso disperato tratta anche "L'orizzonte della notte". Un uomo è stato ammazzato. Si sospetta per mano della sorella gemella della compagna, morta suicida quindici giorni prima. La gemella viene arrestata. Lei afferma di non ricordare nulla. Tuttavia tutto fa pensare a un suo gesto premeditato in quanto la donna sostiene che il morto abbia indotto la sorella al suicidio.
In questo giallo c'è sicuramente un po' troppo poco "giallo" e quindi non convincerà i giallisti puri. C'è invece moltissima introspezione, tanta cultura giuridica che l'ex magistrato Carofiglio sa trasmetterci traducendo con estrema semplicità ed efficacia terminologie e pratiche giuridiche molto complesse. Affronta temi importanti quali la depressione, il narcisismo e i rapporti (d'amore) tossici.
Io mi sono chiesta: quanto di Carofiglio c'è nell'avvocato Guerrieri? L'autore ci sta portando lentamente a congedarci da lui?
"Non so dire se avessi deciso già quella mattina, al momento di andare in tribunale, che sarei rimasto in aula ad aspettare la sentenza. Forse sì o forse no. Mi sedetti sulla sedia del pubblico ministero, su quella di un giudice popolare, su quella del presidente, poi entrai nella gabbia degli imputati. Per vedere il mondo attraverso le sbarre."
★★★★☆
per chi ha letto i sette romanzi
★★★☆☆
per i nuovi lettori o i giallisti puri
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