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IL COLIBRI' Sandro Veronesi

Ho letto "Il colibrì" di Sandro Veronesi, incuriosita dal fatto che "La lettura", inserto del Corriere della sera che si occupa di critica letteraria, lo abbia proclamato il miglior romanzo del 2019. Mi è piaciuto: è scritto molto bene, ma onestamente non lo trovo affatto il miglior libro dell'anno passato. Inoltre ho provato un po' di delusione nello scoprire che alcune parti che mi avevano colpito molto, in realtà sono state "prese in prestito" da altri libri, da altri autori... Marco Carrera, il protagonista, è il colibrì, soprannome affibbiatogli dalla sua famiglia quando, da bambino, a causa di una patologia, la sua crescita era rallentata. E lo rappresenta bene anche da adulto, ormai cresciuto anche in altezza, per la caratteristica che lo accomuna al piccolo uccellino: quella di restare immobile nonostante lo sbattere di ali frenetico. Tutta la sua vita è caratterizzata da perdite e dolore e dal tentativo di Carrera di restare fermo, di mantenere immutato il suo mondo. La prima parte del libro è scorrevole. L'autore racconta le vicende familiari della famiglia Carrera, spostandosi nel tempo avanti e indietro e in modo simpatico, nonostante i lutti e le tristezze che narra. L'ultima parte, ambientata nel futuro, mi è piaciuta poco. L'ho trovata decisamente irreale, forzata. "Per andare dove non sai, devi passare per dove non sai". ★★★☆☆ 🥃 amaro digestivo
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