La stessa storia raccontata da tre punti di vista, quello di Modesto, quello di Viviana e quello del terapista a cui si rivolgono Modesto e Viviana per intraprendere un percorso di coppia.
La cosa strana è che Modesto e Viviana non sono una coppia "tradizionale" in crisi, sono due amanti.
La realtà è che stanno insieme da tre anni e quindi i problemi che affrontano sono gli stessi di una coppia sposata. Non sono "amanti" nel senso comune del termine. Lo sono in quanto sposati con altre persone, ma le vere coppie in crisi sono quelle con i loro rispettivi coniugi.
Romanzo di successo da cui è stato tratto un film con Ambra Angiolini nei panni di Viviana.
Non mi ha entusiasmato.
"Penso che tra amiche ci siano cose che non si possono dire. Di più: all'amicizia rivendico il privilegio di tacere le cose importanti, contando sulla reticenza dell'altro. Confidarsi costa poco; infatti è una pratica che si svolge normalmente fra conoscenti, addirittura fra estranei. Capire e tacere, questo è difficile. Una vera amica, per me, è quella che sa tenere un segreto che non le hai rivelato."
★★☆☆☆
scopri come valuto i libri
🍨 mousse alla fragola
Ilide Carmignani, traduttrice di tutti i romanzi e racconti pubblicati in Italia da Luis Sepulveda, legata all'autore da sincera amicizia, quando lo scrittore viene a mancare nel 2020 per Covid, non ci pensa due volte e contatta la moglie dell'autore cileno. Luis ha avuto una vita piena e coraggiosa, ma per modestia non ha mai voluto raccontarsi. Chiede alla moglie di poterlo fare per lui. La compagna ne è entusiasta, così Ilide Carmignani ne scrive la vita utilizzando uno stile a Sepulveda molto caro, quello del racconto in forma di favola. E così incontriamo Luis, detto Lucho, in una biblioteca di Amburgo molto particolare, di cui custode è il gatto Diderot, amico di quello di Sepulveda, Zorba. In quella magica biblioteca in cui si va per consultare libri, ma anche per scrivere il racconto del giorno più felice della propria vita e lasciarlo in un cassetto di un armadio speciale, Luis inizia a scrivere della propria vita, perché un solo giorno è troppo poco per metterlo in quel cassetto.
Nelle pagine troverete il racconto della sua nascita, dell'incontro con la moglie, delle sue lotte in Sud America, dei 1000 giorni a fianco del presidente Salvador Allende, dell'esilio dal Cile, del suo ruolo nelle lotte a difesa dell'ambiente e tanto altro.
Una biografia adatta a tutti, grandi e piccini, arricchita da una poesia e dalla post fazione della moglie di Sepulveda, la poetessa Carmen Yanez, detta Pelusa.
Prosa molto particolare, con più piani di scrittura: la fiaba che si intreccia con il racconto "autobiografico" di Lucho.
Ilide Carmignani è la traduttrice di Jorge Luis Borges, Luis Cernuda, Carlos Fuentes, Almudena Grandes, Gabriel García Márquez, Mayra Montero, Pablo Neruda, Octavio Paz, Arturo Pérez-Reverte, Luis Sepúlveda e Roberto Bolaño.
"Attraverso il genere della favola, creando personaggi ispirati dalla grandissima intesa che aveva con la natura e gli animali, Lucho ha esaltato i valori di cui era fatto per passare all'umanità i concetti etici della diversità, dell'uguaglianza, del rispetto dell'altro e della solidarietà."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍞 pane
Donatella di Pietrantonio, abruzzese e odontoiatria di professione, potrebbe scrivere qualunque storia, anche la più banale, e saprebbe renderla interessante, talmente è bella la sua scrittura.
"Borgo Sud" rappresenta il sequel dell’"Arminuta", bellissimo romanzo in cui l’autrice racconta una storia di abbandono e di riscatto.
Nel primo romanzo, vincitore del Premio Campiello 2017, l'autrice narra la storia di una ragazzina tredicenne che viene rimandata alla famiglia d'origine, dopo aver vissuto fin da piccolissima con persone che ha sempre creduto essere i suoi genitori. Si trova così ad affrontare una vita dura, in un ambiente povero, grezzo e molto diverso da quello in cui viveva. Al termine del romanzo si capirà il motivo del suo rientro nella famiglia d'origine. Non è però necessario averlo letto per affrontare "Borgo Sud".
Nel secondo romanzo, l'Arminuta, termine dialettale traducibile in «la ritornata», è cresciuta, ha studiato ed ora vive a Grenoble in Francia. Una telefonata dall'Italia la costringe a ritornare al paese natale. Durante il viaggio di ritorno affioreranno i ricordi e ci racconteranno quanto accaduto dopo aver lasciato l'Arminuta ragazza.
Borgo Sud esiste. È un quartiere di Pescara, un quartiere povero, di pescatori.
Isolina esiste ed ha ispirato l'omonimo personaggio di "Borgo Sud".
Il romanzo ha conquistato il secondo posto del premio Strega 2021.
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso
Avevo voglia di leggere qualcosa di giallo, di tipicamente estivo, da "sotto l'ombrellone".
Ho dato una sbirciatina alle novità proposte da MLOL (media library on line). Io leggo molti ebook che scarico gratuitamente dalla biblioteca - d'altronde non so più dove mettere i libri e quindi in formato cartaceo acquisto solo i miei autori preferiti o libri particolarmente importanti, capolavori, che può capitare di avere voglia di rileggere. I gialli, per belli che siano, difficilmente si rileggono.
Per farla breve, sul sito di MLOL c'era in vetrina una novità (che tanto novità non è dato che la pubblicazione risale al 2019): "Il sanguinaccio dell'Immacolata" di Giuseppina Torregrossa, romanzo giallo, ambientato in Sicilia (Palermo), protagonista una vicequestora in crisi sentimentale (è stata da poco lasciata dal fidanzato, il sostituto commissario Rosario, detto Sasà), un mistero da risolvere . Perfetto per me! Un mix che adoro.
Il giorno dell’Immacolata, nella pasticceria di sua proprietà, viene trovato il cadavere di Saveria, giovane pasticciera figlia del boss Fofò Russo.
Nonostante sembri trattarsi di una rapina, il questore ordina a Maria Teresa Pajno, detta Marò, a capo del nucleo antifemminicidi di Palermo, di indagare.
La vicequestora si accorge subito che i conti non tornano: una rapina prima dell’apertura quando la cassa è vuota, la figlia di un potente boss di Palermo... tutto fa pensare che si tratti di ben altro.
Con la determinazione e l'intuito che la caratterizzano, Marò risolverà il caso.
Quanti sapori, profumi, piatti tipici e tradizioni siciliani vengono evocati tra le pagine di questo romanzo!
Mi dispiace davvero tanto di aver iniziato a leggere le indagini di Maria Teresa Pajno solo dal terzo episodio. Infatti Marò compare per la prima volta nel 2012 in "Panza e prisenza", seguito nel 2018 da "Il basilico di Palazzo Galletti" . Provvederò a colmare la lacuna...
Curiosità
A Giuseppina Torregrossa, nata nel '56, laureata in medicina con specializzazione in ostetricia, arrivata alla scrittura all'età di 51 anni, è stata recentemente conferita la laurea magistrale honoris causa in "Italianistica" . A conferirle il titolo è stato il rettore dell’Università di Palermo per aver "saputo raccontare i casi minimi della storia della Sicilia e soprattutto della città di Palermo che nella sua opera si fa specchio delle vicende tormentate di tutta una società, quella italiana, rappresentata nei suoi snodi cruciali".
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🍨 mousse alla fragola
"La regina degli scacchi" è un romanzo di Walter Tevis, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1983 e in Italia nel 2007 da Minimum Fax, ripubblicato da Mondadori nel 2021 in seguito all'enorme successo dell'omonima serie Netflix.
Di scacchi sono anni che sento parlare a casa mia. Non gioco, ma conosco le regole, so muovere i pezzi e quando i miei figli erano piccoli e gareggiavano ho frequentato i tornei. Conosco l'ambiente, le emozioni suscitate dalle partite, vinte o perse, il rito dell'analisi post partita.
I termini tecnici usati io li comprendo, ma non è necessario intendersene di scacchi per capire il romanzo.
Io non gioco a tennis, eppure ho letto "Open" di Agassi e l'ho adorato.
"La regina degli scacchi" è la storia di un'orfana, Elisabeth Harmon, che scopre per caso il suo immenso talento e da quel momento la sua vita non è più la stessa.
Beth trova negli scacchi la via di fuga dalla realtà, tuttavia i dolori e le insicurezze che si porta dentro si fanno sentire e non è facile per lei superarli. Dovrà combattere contro la dipendenza da alcool e farmaci.
Il romanzo è molto bello. L'ho divorato. Scritto molto bene, scorrevole e avvincente come un thriller.
Ho guardato anche la serie televisiva, realizzata in modo impeccabile e nel complesso molto attinente al romanzo.
Imperdibili entrambi.
Il titolo originale "The Queen's Gambit" (il Gambetto di donna), nome di un'apertura scacchistica che nel romanzo ha una certa importanza per Beth, evidentemente agli editori italiani non piaceva ed è stato sostituito con, a parer mio, il più banale "La regina degli scacchi".
Curiosità: si dice che l'autore nel creare il personaggio di Elisabeth Harmon si sia ispirato alla biografia dello scacchista americano Bobby Fischer, campione del mondo nel 1972 battendo il grande maestro sovietico Boris Spassky.
“Fu la prima vittoria di Beth. Tutta la tensione era svanita e quella che sentiva era l’emozione più bella che avesse mai provato in vita sua.”
★★★★★
scopri come valuto i libri
🐣 uovo di Pasqua
Qui sotto il trailer della serie Netflix "La regina degli scacchi".
"La bambina e il nazista" è un romanzo storico dietro al quale c'è un grande lavoro di documentazione a cura della co-autrice Scilla Bonfiglioli.
I fatti narrati sono realmente accaduti seppure siano stati romanzati nel racconto.
La storia della bambina è inventata, ma trae spunto da una vicenda vera, di cui c'è traccia nel processo di Norimberga. Un nazista viene scagionato da una bambina che dichiara di essere stata prigioniera nei campi di Sobibor e Majdanek e di essere stata salvata da un nazista. Il come e il perché sono frutto della fantasia dei due autori.
Tuttavia i fatti narrati di quanto accadeva nei campi di concentramento sono reali. Purtroppo la realtà supera la fantasia.
Il romanzo è scritto come un thriller, con ritmo incalzante, fluido, scorrevole, avvincente, nonostante l' orrore dei fatti narrati.
È ambientato in due campi di concentramento, Sobibor e Majdanek, tra i più feroci e spietati, in cui si attuava l'operazione Reinhard, il progetto di sterminio degli ebrei polacchi.
Ho trovato molto originale che la vicenda sia stata raccontata dal punto di vista del nazista. Ciò ha permesso un'indagine psicologica profonda del protagonista.
Un romanzo che mi ha lasciato molto. Vale davvero la pena di leggerlo. Scritto molto bene. Non si avvertono minimamente le "quattro mani".
Ho letto "La bambina e il nazista" per il Grande torneo letterario di Robinson.
Vedendola partire,Hans strinse i pugni. Avrebbe voluto che esistesse una giustizia, al di là degli uomini e degli eserciti, qualcosa di superiore che mandasse un fulmine ad abbattersi su di lei. Ma se c'era una cosa che aveva imparato a Majdanek e a Sobibor era che la giustizia non esisteva: chi aveva il braccio più forte poteva annientare creature innocenti senza che gli venisse chiesto di pagare alcun prezzo."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🥃 amaro digestivo
“Il mistero di Evita” di Giovanni De Plato è un libro molto interessante.
La storia di Evita Peron, seconda moglie del Presidente argentino Peron, viene raccontata da tre punti di vista: il suo, quello del marito Juan Domingo Peron e quello dell'amico sindacalista Carlos Maiorino, leader con Evita del movimento degli "scamiciati".
Il racconto scorre fluido, veloce, ben scritto. Ripercorre le vicende politiche dell'Argentina.
Evita Peron è amata dal popolo, infiamma le folle, acclamata più del marito, un mito. Sta dalla parte dei poveri, ne migliora le condizioni di vita , ottiene il suffragio universale. Muore a soli 33 anni di tumore.
Al termine del romanzo c'è una riflessione del medico che la ebbe in cura e svela il mistero dell'operazione a cui Evita fu sottoposta.
Quello che non si capisce e non viene specificato è quanto c'è di documentato e quanto di romanzato nel racconto.
Ho letto questo romanzo per il Grande torneo letterario di Robinson
"Finché il mio cuore palpiterà sarò a fianco di voi umili con tutte le mie forze e con ogni mezzo. Sarò al vostro fianco fino alla fine, per il bene vostro e della nazione."
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🍞 pane
Se non avete letto ancora nulla di Murakami, non iniziate da "Abbandonare un gatto". Vi fareste un'idea sbagliata.
Io adoro Murakami, mi piace perdermi nei suoi romanzi infinitamente lunghi, ma mai noiosi, scoprire i suoi mondi inventati, affezionarmi ai sui personaggi.
Con questo racconto, brevissimo, Murakami ha voluto ricordare il padre morto alcuni anni fa, raccontandone la vita e fatti accaduti quando l'autore era un bambino.
Si tratta di uno scritto molto semplice. Si legge in un paio d'ore.
Di questo racconto si é detto che é molto importante, perché mai Murakami aveva scritto della propria vita. É vero che in "Abbandonare un gatto" Murakami parla per la prima volta del padre, ma ne "L'arte di correre" aveva scritto molto di sé.
Il memoir è illustrato da Emiliano Ponzi.
Lo consiglio solo a chi già conosce Murakami e non vuole perdersi nulla di ciò che ha scritto. Qualche pillola di saggezza c'è e interessanti sono anche gli aiku citati, scritti dal padre.
Leggere "Abbandonare un gatto" senza aver mai letto nulla dell'autore, potrebbe avere l'effetto di non invogliare alla lettura dei suoi romanzi. Niente di più sbagliato. In questo racconto non c'è nulla del realismo magico che lo caratterizza.
Credo che "Abbandonare un gatto" sia stato sopravvalutato dalla critica oppure io non sono riuscita ad entrare in sintonia con questo suo diverso stile di scrittura.
"Da tanto tempo avevo in mente di scrivere qualcosa di adeguato su mio padre, ormai scomparso, ma ho lasciato passare gli anni senza nemmeno provarci. Non è facile parlare di qualcuno della propria famiglia, scegliere da dove e in che modo iniziare (io per lo meno non riesco a farlo a cuor leggero). Così mi sono tenuto dentro questa intenzione per molto tempo, come una spina rimasta in gola. Finché, per caso, mi sono ricordato che una volta, da bambino, ero andato con mio padre ad abbandonare un gatto su una spiaggia; ho cominciato a scrivere da lì, e il racconto è venuto fuori da solo, molto più facilmente di quanto avessi pensato."
★★☆☆☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso
Milka Gozzer è la dimostrazione che ci sono molti scrittori bravi di cui difficilmente parla la stampa nazionale, semplicemente perché i loro scritti non sono pubblicati da case editrici famose che attuano metodi pubblicitari talvolta invadenti.
"Racconti di viaggio Racconti di vita" di Milka Gozzer, autopubblicato, nulla ha da invidiare al ben più pubblicizzato "Controvento" di Federico Pace.
Davvero un bel viaggio quello che ci fa fare Milka con la sua raccolta di racconti di viaggi in bicicletta in giro per il mondo!
Namibia, Kirghizistan, Bolivia, Parigi, Ghana, Giappone, Moldavia, Birmania, Taiwan sono solo alcuni dei luoghi di cui ci parla.
Tre storie sono frutto della fantasia, perchè, spiega l'autrice, "si può - si deve! - viaggiare anche con quella."
Il suo modo di raccontare posti, persone e fatti accaduti è sicuramente influenzato dalla professione giornalistica che ha svolto per tanti anni.
"Raccontare un viaggio è un problema di memoria. Porto sempre con me il quaderno degli appunti. Segno date, luoghi, distanze percorse, qualche impressione, notizie circa vitto e alloggio, scrivo con un taglio giornalistico e a tratti con una grafia incomprensibile - una pessima prosa che non si può neppure definire diario. Eppure quelle righe esteticamente brutte, rilette anche a distanza di anni, riescono a riattivare le immagini di un viaggio: come mettere singole lettere una accanto all'altra e vedere nascere una parola dotata di significato. Poi ci sono dettagli che ti rimangono nella memoria anche se sono passati anni."
Leggere questa raccolta, frutto di vent'anni di viaggi e di ricordi, vi strapperà più di un sorriso e vi farà anche riflettere molto.
I viaggi di Milka sono viaggi "estremi", lunghi e faticosi, in luoghi spesso inospitali e pericolosi: dal deserto della Namibia al Sani Pass in Lesotho, tanto per citarne un paio.
"Così trascorre la mia notte nel deserto, aspettando l'alba come non ho mai fatto, circondata da un branco di iene che ululano selvagge mentre continuano a rovistare tra le borse che abbiamo lasciato fuori dalla tenda.
Conservo ancora, come un cimelio, la borsa da bici con il segno delle unghie di una iena.
"Siamo gli unici bianchi sul tetto dell'Africa. Il pub è aperto, ma deserto. Non ci sono i gestori, ma c'è una donna gentile che ci cucina la cena e ci assegna una capanna a un centinaio di metri dal pub, dove riparare per la notte. Con il buio, la tormenta peggiora: il vento sibila in maniera assordante, piove ghiaccio e acqua. Nella capanna, gli spifferi sono così forti che spengono le candele."
Io che amo la bicicletta (ho anche gareggiato per qualche anno) non ho mai viaggiato in bici.
Mi è venuta voglia di provarci. Potrei cominciare con qualcosa di semplice. Un breve viaggio di alcuni giorni in Italia con una comoda gravel.
Milka afferma: "Ho la presunzione di credere che la bicicletta mi consenta di capire meglio un posto chiedendo in cambio un po' di fatica, che con l'esperienza diventa più sopportabile."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍾 spumante
"Gli ultimi giorni di quiete" è un romanzo di Antonio Manzini, la cui scrittura trae spunto da un fatto realmente accaduto.
Manzini spiega di aver incontrato molti anni fa un signore sconosciuto che gli raccontò un fatto agghiacciante, accadutogli alcuni anni prima: l'incontro in treno con l'assassino di suo figlio, uscito di carcere dopo aver scontato una pena di pochi anni, nonostante il terribile crimine commesso.
Manzini rimase colpito da questa confessione e per anni immaginò quali potessero essere state le reazioni del padre, della madre e dello stesso assassino in seguito a quell'incontro. Ora, a distanza di anni dall'episodio, scrive "Gli ultimi giorni di quiete".
Nora, mentre sta tornando a casa in treno riconosce, seduto nello stesso vagone, Paolo Dainese, il ragazzo che sei anni prima, durante una rapina nel tabacchino di famiglia, ha ucciso Corrado, il suo unico figlio. Da quel giorno la sua vita e quella di suo marito non è stata più la stessa. Il loro rapporto si è svuotato. In comune ora hanno soltanto il dolore per la perdita del figlio.
Nora non si capacita di come possa essere accaduto che un assassino, dopo pochi anni dalla condanna, sia libero di circolare e di rifarsi una vita. Trova ingiusto che ciò che a suo figlio è stato impedito, sia, per legge, consentito al suo assassino.
Dal momento in cui è avvenuto l'incontro, Nora ha in mente soltanto di mettere in atto una sua giustizia personale.
Il marito Pasquale, dopo aver appreso dalla moglie la notizia, cerca anche lui un modo per risolvere la questione.
Tre sono i personaggi: Nora la madre di Corrado, Pasquale il padre di Corrado e Paolo l'assassino di Corrado.
Tre sono i punti di vista, tre le diverse reazioni alla vicenda.
Manzini è bravissimo a farci entrare in tutti e tre i personaggi, attraverso un profondo scavo psicologico. Tutti e tre hanno ragione, dal loro punto di vista.
La voce narrante si mescola ai pensieri in prima persona dei protagonisti, rendendo il lettore ancora più coinvolto.
Il personaggio che mi è piaciuto di più è Pasquale, perché alla fine riesce a svoltare, andare avanti.
Ho trovato Nora un personaggio tristissimo.
Paolo mi fa pena.
Tante le domande sollevate, nessuna risposta, perché non c'è una soluzione, un giusto punto di vista.
L'epilogo è inaspettato. Il romanzo è profondo, intenso, coinvolgente.
Antonio Manzini ex attore, scrittore conosciuto soprattutto per aver creato il personaggio di Rocco Schiavone, dimostra con questo romanzo di avere doti letterarie al di là del genere giallo.
"Un uomo è condannato per sempre, allora? Fine pena mai? A cosa servono i processi, le leggi, la galera? Lui aveva capito, aveva capito tutto. Gli errori commessi, la voglia di ricominciare, lasciarsi alle spalle quello che era una volta. Voltare pagina e provare ad essere un uomo migliore. Uno che lavora, che porta a casa uno stipendio, che magari fa anche un figlio che...
Un figlio.
Quello gli hai tolto. E nessuno glielo restituirà più. Quindi forse sì, fine pena mai per me, per la donna e anche per suo marito. Non c'era uscita né soluzione. Un solo gesto inchioda quattro persone per sempre, a quel giorno di marzo di quasi sei anni prima. La sua vita s'era fermata insieme a quella di Corrado Camplone, di sua madre e di suo padre."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso
Mauro Zanetti è nato a Trento nel 1977. Dopo gli studi scientifici, si è laureato in Storia del Trentino presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento. Attualmente è insegnante di materie umanistiche in un centro di formazione professionale a Rovereto.
Dopo aver pubblicato il romanzo “Vellutum di seta e altri intrecci” per Ibuc, nel 2021 pubblica "Tracce Parallele", Nulla Die Edizioni, un giallo avvincente, scritto bene e scorrevole.
Un mistero da risolvere, colpi di scena e un'indagine poliziesca sono i protagonisti, insieme a quelli in "carne e ossa": Alessandro di Trento, investigatore privato, Antonio di Roma, insegnante e il vicequestore Fabrizio Gerola.
Un racconto leggero, molto piacevole, con una trama ben strutturata.
Molto belle le descrizioni di Trento.
Per chi non conosce la città può essere un bel modo di avvicinarsi per poi venirla a visitare.
"Cerca di alleggerire la coscienza, il notaio, ma non funziona così, non é possibile svuotare i carichi di responsabilità come si buttano le zavorre da una mongolfiera per non precipitare, se poi i sacchi da liberare sono pieni di colpe pesanti e poco dignitose, beh allora diventa proprio una rogna."
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🍨 mousse alla fragola
Leggi qui l'intervista all'autore
"Vecchie conoscenze" di Antonio Manzini é il decimo romanzo con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone.
Manzini ha creato un personaggio che è quasi impossibile non amare.
In questo episodio le indagini restano quasi in sottofondo. Sofia Martinet, professoressa in pensione, viene ritrovata morta nel suo appartamento, colpita alla testa con un oggetto pesante.
A mano a mano che l'indagine procede, anche le vicende umane di Schiavone e degli altri personaggi evolvono e scopriamo sempre di più di loro. Questa volta l'autore ha affrontato, tra le altre cose, anche il problema dell'emarginazione dei gay.
La presenza di Marina torna a farsi sentire frequentemente, segno che Rocco é infelice e non sta bene. Rocco é acciaccato, stanco, stufo di avere a che fare con la parte peggiore dell'umanità.
Gabriele, il ragazzo ex vicino di casa di Rocco che il vicequestore aveva ospitato in casa sua, con la madre, per un breve periodo, é partito per Milano. Rocco si sente solo. Gabriele è entrato nel suo cuore e ormai è quasi un figlio per lui.
"Non siamo amici, non lo siamo mai stati, e forse non lo saremo mai. Lavoriamo insieme. A volte ci avviciniamo, poi ci allontaniamo, come branchi di pesci in mezzo all'oceano. Ma la sapete la cosa strana? Mi siete rimasti solo voi. Per quanto sia dura e difficile ammetterlo, non ho altri che voi..."
Il finale è davvero sorprendente, inaspettato.
Molte vecchie conoscenze si faranno vive. Gran parte del passato di Rocco si chiarirà.
Manzini questa volta non mi ha delusa nemmeno un po'. "Vecchie conoscenze" non ha nulla a che vedere con la virata verso il genere "rosa" che si avvertiva in "Ah l'amore l'amore" e che io avevo un po' criticato.
"Lui lo sapeva, ci sono dei giorni in cui si percepisce che un pezzo della nostra vita se n'è andato, e seppelliamo la nostra faccia di una volta perchè non ci appartiene più."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🐣 uovo di Pasqua
Se cercate nei siti on line che vendono libri, "Figlia della cenere" di Ilaria Tuti viene inserito tra i gialli/thriller.
In realtà in questo quarto romanzo con protagonista Teresa Battaglia, il mistero sembra essere un pretesto per svelare di più sul passato della commissaria.
Teresa, più acciaccata che mai, si trova alle prese con un serial killer che già conosce.
Il racconto si svolge su tre piani temporali: oggi, 27 anni prima e nel IV secolo.
"Giacomo Mainardi è un assassino ed è anche un artista, non possiamo prescindere da questo, perchè lui è questo: l'immaginazione ha un ruolo centrale. Lasciamo che le sue fantasie vengano canalizzate in modi espressivi innocui. Credetemi se vi dico che è stato dimostrato che le fasi dell'omicidio seriale sono le stesse della creazione artistica. Aurorale, eccitamento, di seduzione, fase creativa, totemica...E infine 'depressiva', Albert. Significa che se gli togliamo le tessere e gli attrezzi, a Giacomo tornerà una gran voglia di uccidere, strappare un osso dal corpo,trasformarlo in sette piccoli pezzettini e ficcarli da qualche parte che non sia un mosaico. E troverà il modo di farlo, con o senza isolamento. Ci proverà ogni istante della sua vita, com'è vero che deve respirare per sopravvivere."
Aquileia ha un ruolo di rilievo nella vicenda.
Anche questa volta Ilaria Tuti ha ambientato il suo racconto nella sua terra, facendoci conoscere storie, aneddoti e cultura di quei luoghi.
Piano piano, grazie anche ai continui flashback, viene svelato il dolorosissimo passato della commissaria.
Teresa Battaglia è una profiler di altissimo livello, non solo per gli studi fatti, ma soprattutto per l’empatia che prova per gli autori dei delitti su cui indaga.
"Teresa Battaglia, invece, accettava la loro natura e così facendo la strappava al senso di repulsione. Lei riusciva a prendere tutto delle persone che aveva davanti, anche l'orrore più grande, come un dato di fatto. Ecco perchè era così brava nel suo lavoro. Non giudicava, non si scandalizzava. Cercava sempre di comprendere. Ma questo aveva un prezzo. Soffriva, con loro."
Ho faticato nella prima parte ad entrare nella storia, a causa della scrittura dell'autrice ancora più ricercata del solito che rende non troppo scorrevole la lettura.
A volte è necessario soffermarsi a riflettere sulle descrizioni. E i tre piani temporali non ammettono distrazioni. Perdere il filo è un attimo.
Ho faticato anche a digerire i particolari più macabri della vicenda.
Tuttavia il romanzo è scritto indubbiamente benissimo. Ilaria Tuti è una garanzia da questo punto di vista. La sua è una scrittura estremamente colta. E la trama è avvincente.
Questo romanzo ha lo stesso valore di "7/7/2007" di Antonio Manzini, in cui l'autore svela molto del passato di Rocco Schiavone.
Imperdibile quindi per chi ha letto i romanzi precedenti con la commissaria Battaglia. Forse un po' difficile comprendere e amare Teresa per i nuovi lettori che nulla conoscono della protagonista.
Chissà quali saranno le intenzioni di Ilaria Tuti! Se scrivere altri romanzi con Teresa ancora attiva, magari quale spalla dell'ispettore Massimo Marini o se farla uscire di scena definitivamente.
Ilaria Tuti nel 2018 ha raggiunto il successo con il thriller "Fiori sopra l'inferno" con protagonista la commissaria e profiler sessantenne Teresa Battaglia che torna ad indagare anche in "Ninfa dormiente", uscito l'anno successivo, e "Luce della notte" del 2021.
Nel 2020 ha pubblicato "Fiore di roccia", romanzo storico ambientato nella prima guerra mondiale con protagoniste le portatrici carniche. Un romanzo stupendo.
"La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me. È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare. Eppure, nessun sollievo mi è concesso. Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero. Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità. Perché oggi ascolterò un assassino, e l'assassino parlerà di me."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso
"Dolores Claiborne" è il primo libro di Stephen King che leggo. Ho molto apprezzato la sua capacità di scrivere un monologo femminile. Sicuramente non facile per un uomo. Molto credibile. Non si percepisce minimamente che l'autore è un maschio.
Dolores Claiborne è una donna non più giovane, sospettata di aver ucciso la sua ricca datrice di lavoro e che si trova a doversi discolpare davanti alla polizia. Dolores si difende raccontando la sua vita e confessa invece un altro omicidio avvenuto trent'anni prima durante un'eclissi totale.
Dolores è una donna di cultura modesta. Si sente dal linguaggio usato nel monologo, sgrammaticato e a tratti un po' volgare. All'inizio ho faticato un po', poi mi sono immersa nel romanzo e quello di Dolores è un personaggio davvero bello. Compie un terribile omicidio, tuttavia non si riesce a percepire la sua vendetta come malvagia, piuttosto come una forma sui generis di giustizia. Della serie: "Ben fatto, Dolores!"
Dal romanzo è stato tratto il film "L'ultima eclissi" di Taylor Hackford con Kathy Bates nei panni di Dolores.
Ho letto questo romanzo con il gruppo di lettura online di Immersioni letterarie.
"Io non ho ammazzato quella carogna di Vera Donovan e ora come ora voialtri potete pensare quello che vi pare, ma vi giuro che vi faccio cambiare idea. io non l'ho spinta giù per quella scala del cavolo. Va bene se mi volete sbattere dentro per l'altra storia, ma io non ho le mani sporche del sangue di quella stronza. E penso proprio che ne sarete convinti anche voi ora che avrò finito, Andy."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🥃 amaro digestivo
L'ultimo romanzo giallo di Cristina Cassar Scalia con protagonista Giovanna Guarrasi, detta Vanina, non ha deluso le mie aspettative. Questa volta la vicequestore che opera a Catania si è trovata alle prese con un omicidio avvenuto nel sotterraneo di un locale pubblico. A rendere le indagini più complicate due fattori: la vittima è una brava persona e risulta pertanto difficile trovare un movente per il delitto; Vanina da qualche settimana è sotto scorta.
Catania, Palermo e l'Etna sono i co-protagonisti del romanzo, uscito poche settimane fa.
Sapori, colori e profumi della Sicilia affiorano dalle pagine.
Ambientato nel 2016, pre pandemia, a pochi mesi di distanza dalla precedente indagine.
Oltre alle vicende sentimentali di Vanina e ai legami di amicizia, tratta
i rapporti dei ragazzi di oggi con la droga e il problema dell'eroina negli anni '80.
Metterla sotto scorta è servito all'autrice per indagare più intimamente gli affetti familiari, le amicizie e l'amore di Paolo Malfitano, l'ex fidanzato magistrato che Vanina ha salvato da un agguato mafioso e che vive sotto scorta da anni.
Il commissario in pensione Patanè ha anche in questa indagine un ruolo di primissimo piano.
E' un personaggio comprimario di Vanina: stesso intuito, stessa capacità tecnica.
Ha nei confronti della vicequestore un atteggiamento paterno.
L'autrice, come Vanina, ama i vecchi film e paragona spesso i personaggi del romanzo ad attori.
Sicuramente ama anche l'ottima cucina siciliana. Il romanzo è zeppo di riferimenti culinari che fanno venire l'acquolina in bocca. Bettina, la vicina di casa di Vanina, cucina molti piatti che amava preparare la nonna dell'autrice.
Curiosità: in un'intervista l'autrice ha dichiarato che il paese di
Aci Bonaccorsi ha ispirato la frazione "inventata" di Santo Stefano. Il bar di Bella è il vero bar Alfio.
Cristina Cassar Scalia è originaria di Noto. Medico, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia nera, La logica della lampara, La Salita dei Saponari, tutti con protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi.
E' in progetto la realizzazione di una serie tv tratta dai romanzi con protagonista Vanina.
Sicuramente a questo romanzo ne seguiranno altri. Giovanna Guarrasi è una sorta di versione femminile di Salvo Montalbano.
"Disse che la coscienza umana ha una soglia, che varia in maniera inversamente proporzionale all'entità dei pesi che contiene. Se uno ci vuole convivere serenamente, deve sgombrarla da quelli più grossi. A costo di scavare nella polvere e di smuoverne tanta da andare a disturbare le coscienze altrui."
★★★★☆
scopri come valuto i libri
🍾 spumante
Ho letto "Le ore" di Michael Cunningham, omaggio dell'autore a Virginia Woolf, con un approccio del tipo extended book. Dapprima ho letto "La signora Dalloway" di Virgina Woolf, poi mi sono documentata sulla sua vita, ho letto "Le ore" e infine ho guardato il film "The Hours".
"Le ore" è un romanzo molto interessante che ha vinto il premio Pulitzer per la narrativa nel 1999. Nel 2002 dal libro è stato tratto il film "The Hours", interpretato da Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman.
Tre storie, ambientate in epoche diverse, si alternano nel racconto. Apparentemente sono slegate tra loro, in realtà hanno in comune un legame con il romanzo "La signora Dalloway" di Virgina Woolf.
Tre sono le protagoniste di questo romanzo:
La signora Woolf, raccontata in una sorta di resoconto romanzato di una giornata, trascorsa dalla scrittrice nel 1923 nella periferia di Londra, mentre sta scrivendo "La signora Dalloway". Molto coinvolgente.
Il romanzo inizia con il prologo che racconta il suicidio di Virginia, avvenuto nel 1941 e la stupenda lettera lasciata al marito:«Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.»La signora Brown, moglie e mamma, che cerca nelle pagine del romanzo "La signora Dalloway" una via di fuga dalla routine casalinga. I fatti narrati sono ambientati a Los Angeles in una giornata del 1949.
Ho trovato questa parte molto avvincente e introspettiva.
Clarissa Vaughan, soprannominata dagli amici signora Dalloway per la somiglianza caratteriale con la protagonista del romanzo della Woolf e che vive, alla fine del ventesimo secolo, a New York, una giornata simile a quella vissuta dalla signora Dalloway nel romanzo.
Questa è la parte che mi è piaciuta meno, tuttavia necessaria per tirare le fila dell'intero romanzo e per permettere all'autore di trattare temi a lui cari: il flagello dell'A.I.D.S e le problematiche legate all'omosessualità.
Non spaventatevi! Non si tratta di un libro di difficile lettura. Sicuramente non è un romanzo leggero e spensierato, ma è molto scorrevole, scritto molto bene e con un colpo di scena finale. Non è nemmeno necessario conoscere il romanzo della Woolf per comprenderlo.
Lettura consigliata anche a chi ha visto il film "The Hours".
Curiosità: mi ha colpito il fatto che a Clarissa sembri di aver riconosciuto Meryl Streep sul set cinematografico in cui si imbatte per strada. Sarà proprio Meryl Streep ad interpretarla nel film "The Hours".
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso
"Furore" di John Steinbeck è un romanzo che non può lasciare indifferenti.
La famiglia Joad, come molte altre famiglie altrettanto disperate, nei primi anni '30, in piena "depressione americana", lascia l'Oklahoma per dirigersi verso la California, una specie di "terra promessa", alla ricerca di lavoro. Troverà emarginazione, miseria e morte. I temi trattati purtroppo sono tuttora attuali, in tutto il mondo.
La famiglia Joad ha ispirato un album di Bruce Springsteen: “The Ghost of Tom Joad" in cui il cantautore denuncia il divario tra ricchi e poveri e i problemi degli immigrati negli Stati Uniti. Un consiglio: leggete "Furore" con la musica di Springsteen di sottofondo. Vi sembrerà di entrare ancor di più nelle atmosfere del romanzo.
Ho letto “Furore” la prima volta molti anni fa nella versione ridotta e ho riletto il romanzo ora nella versione integrale. Il giudizio che avevo dato all'epoca era stato molto positivo. Quando ho iniziato a leggerlo nella nuova versione per il Torneo "Americani" di Robinson, mi sono sentita un po' spaesata. Trovavo il romanzo molto bello, ma non lo riconoscevo. Mi sembrava diverso. Mi sono presa la briga di cercare nella mia libreria la versione precedente e ho confrontato capitoli interi. Non mi sento di criticare il primo traduttore. A differenza di molte opinioni che ho letto, a parer mio, anche la prima traduzione era ottima. La prosa era un po' più poetica. Certo, il traduttore dovrebbe cercare di rendere la traduzione il più attinente alla versione originale e probabilmente quella più recente è la migliore.
Furore è indiscutibilmente il capolavoro di Steinbeck.
Nel 1936 la fotografa americana Dorothea Lange ritrasse nei pressi di un campo di piselli una donna migrante giunta in California dopo aver viaggiato su un camion con il marito e sette figli. “Migrant Mother” è una delle immagini più significative dell’epoca. Per chi ha letto "Furore" impossibile non pensare alla madre della famiglia Joad.
"Le donne guardavano gli uomini, li guardavano per capire se stavolta sarebbero crollati. Le donne guardavano e non dicevano niente. E quando gli uomini erano in gruppo, la paura spariva dai loro volti e la rabbia prendeva il suo posto. E le donne sospiravano di sollievo, perché capivano che andava tutto bene: il crollo non c'era stato; e non ci sarebbe mai stato nessun crollo finché la paura fosse riuscita a trasformarsi in furore."
★★★★★
scopri come valuto i libri
🍰 torta Saint Honoré
Ho letto "Il grande Gatsby" per il Torneo "Americani" di Robinson un po' prevenuta. Lo avevo già letto moltissimi anni fa nella versione in inglese per studenti e non lo avevo molto apprezzato, forse a causa del mio inglese non eccellente o forse a causa della versione scolastica "ridotta e adattata".
Il film con Di Caprio ha contribuito a pormi degli interrogativi sulle qualità del romanzo.
In realtà la lettura si è rivelata una sorpresa.
Gatsby è un personaggio misterioso. Poco si sa di lui, all'inizio. Ricchissimo e terribilmente solo. Un unico desiderio lo muove. Morirà solo, illuso di poter raggiungere il suo obbiettivo.
Lo ho molto apprezzato. Tuttavia nulla ha potuto nello scontro con "Furore".
"Quando stai per metterti a criticare qualcuno - mi disse - ricordati che nessuno al mondo ha avuto i vantaggi che hai avuto tu."
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🐣 uovo di Pasqua
Questo romanzo mi ha incantata. Il suo andamento lento mi ha catturata. Solitamente non amo questo genere di prosa. "Canto della pianura" però non è assolutamente noioso. E il ritmo lento e le descrizioni dettagliate trasportano il lettore nei paesaggi rasserenanti di Holt.
Nonostante nelle vite dei protagonisti ci sia tanta solitudine e tristezza, prevale il senso di speranza e solidarietà e nella narrazione si alternano le vicende di molti personaggi a cui affezionarsi.
Infatti mi mancano gli anziani fratelli McPheron, i piccoli Ike e Bobby e Victoria e mi manca l'immaginaria cittadina di Holt.
Questo è il primo romanzo che leggo di Kent Haruf.
L'ho apprezzato ben oltre le aspettative che mi ero fatta, nonostante ne avessi sentito parlare molto bene.
"Due uomini anziani con una ragazza di diciassette anni seduti al tavolo sparecchiato di una sala da pranzo di campagna, dopo cena, mentre fuori, oltre le pareti di casa, oltre le finestre senza tende, un gelido vento del nord scatenava l'ennesima tempesta invernale sugli altopiani."
★★★☆☆
scopri come valuto i libri
🍞 pane
"Sera in Paradiso" di Lucia Berlin è una raccolta di racconti, apparentemente scollegati tra loro, che lasciano intuire una forte componente autobiografica.
Prosa asciutta, dialoghi a volte accennati, troncati. Emozioni mai svelate. Lasciate intuire.
Non di facile lettura.
Alcuni racconti sembrano troncati come i dialoghi, altri appaiono poco logici, sconclusionati come i protagonisti, le cui scelte di vita non sono scontate.
Non amo molto i racconti e avrei preferito una più tradizionale lunga autobiografia dell'autrice.
"A volte a distanza di anni ti guardi indietro e dici quello è stato l'inizio di...o eravamo così felici all'epoca... prima... dopo... Oppure pensi sarò felice quando... non appena avrò,,, se noi.."
★★☆☆☆
scopri come valuto i libri
🍷 vino rosso