Settanta capitoli in 560 pagine del Murakami che piace a me, quello del realismo magico, in cui i confini tra realtà e fantasia sono incerti, come incerte sono le mura della città protagonista del romanzo.
Murakami nel romanzo cita Gabriel Garcia Marquez e il suo saper mescolare la realtà e l'irrealtà, i vivi e i morti, un omaggio all'autore che ha sempre amato e che lo ha ispirato, tanto da averlo spinto a creare un suo realismo magico, contaminato dalle fiabe e dalle credenze popolari giapponesi.
Murakami nella postfazione ci spiega che il romanzo è nato quarant'anni fa sotto forma di romanzo breve, pubblicato solo su una rivista e mai consegnato alle stampe perchè non lo convinceva, lo riteneva immaturo. Il nucleo di quel romanzo breve è poi stato utilizzato per scrivere il romanzo "La fine del mondo e il paese delle meraviglie", ma è nel 2020, in piena pandemia, che Murakami si rende conto di aver maturato le capacità narrative per farlo diventare ciò che desidera. Lo riprende in mano e lo riscrive.
Il romanzo ha il ritmo lento e le atmosfere oniriche che caratterizzano l'autore. Come spesso accade nei suoi romanzi, protagonista è un giovane adolescente innamorato. Lui ha diciassette anni, ha conosciuto lei, sedicenne, ad un concorso letterario organizzato dalla scuola. L'amore è ricambiato. Si tratta di un amore giovane, adolescenziale, quasi platonico. Si frequentano per un anno, si scrivono tante lettere, si incontrano quando possono. Prima di sparire nel nulla, lei gli racconta di una città circondata da alte mura, in cui gli orologi non hanno lancette, i fiumi non scorrono, le persone sono state private della propria ombra e nelle biblioteche non si leggono libri ma sogni. E gli confida che lei vive in quella città, mentre quella con cui sta parlando è solo l'ombra di quella ragazza.
Quando lei sparisce, lui non si dà pace e cerca di trovare il modo per raggiungere la città dalle alte mura incerte.
"La lettura", l'inserto culturale del "Corriere della sera" lo ha collocato al primo posto nella Classifica di Qualità 2024.
A me è piaciuto molto. Nulla a che vedere con "Abbandonare un gatto". Molto più simile allo stile di "1Q84" che a parer mio resta il capolavoro di Murakami.
"E alla fine costruimmo un mondo speciale, segreto, un mondo soltanto nostro che potevamo condividere - una misteriosa città circondata da alte mura."
"...può darsi che la realtà non sia una sola. La realtà è forse qualcosa che noi dobbiamo scegliere fra tante possibilità."
"Vivevo sognando te, quando ero sveglio pensavo sempre e solo a te. E forse ti sognavo anche quando dormivo. Però nelle lettere non osavo confessartelo e mi sforzavo di frenare le mie pulsioni."
"Davi l'impressione di parlare sempre con franchezza di ogni cosa, senza mai nascondere nulla. Ma era proprio vero? Chi lo sa... Non esiste nessuno che non abbia segreti. I segreti sono qualcosa di cui abbiamo bisogno, per vivere in questo mondo. Non è così?"
"Il tuo cuore sta cercando una svolta, ne ha bisogno. La tua coscienza però non l'ha ancora percepito. Il cuore umano è difficile da comprendere."
★★★★★
🥘 ratatouille
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Erano diversi anni che avevo in mente di leggere il romanzo di Viola Ardone "Oliva Denaro". Avevo assistito alla presentazione fatta dall'autrice al Salone del libro nel 2021. L'ho letto di recente e l'ho apprezzato molto. Si tratta della storia vera, romanzata, della siciliana Franca Viola, prima donna che negli anni '60 si oppose al matrimonio riparatore con il suo violentatore. Dovete infatti sapere che il codice penale fino al 1981 prevedeva che se l’autore di violenza sessuale avesse poi sposato la “parte offesa”, il reato si sarebbe estinto.
Viola Ardone ha anagrammato il proprio nome e ha creato il personaggio di Oliva Denaro. Il racconto è in prima persona. E' Oliva che ci narra la sua infanzia spensierata, ci parla del papà taciturno, della mamma legata alle tradizioni, della sorella intrappolata in un matrimonio infelice, del fratello gemello, dell'amico di infanzia, della corte di un non troppo "bravo ragazzo", del rapimento e della violenza che la ha fatta diventare una "brocca rotta" e di come si oppose alla "paciata" suscitando scandalo. E lo fa con semplicità, coinvolgendoti, facendoti anche sorridere, emozionare, piangere. Viola Ardone ha una scrittura bellissima, capace di farti entrare nelle storie. La Ardone è l'autrice anche de "Il treno dei bambini". Ha una predilezione per le storie vere che romanza e fa conoscere.
Dal libro è stata tratta un'opera teatrale, un monologo. Oliva Denaro è interpretata da Ambra Angiolini. Io ho assistito pochi giorni fa allo spettacolo a Ledro. Ambra ha dimostrato grande bravura. Ha interpretato Oliva Denaro molto bene utilizzando la giusta cadenza dialettale, adattando a seconda dei personaggi il tono di voce. Ha saputo coinvolgere il pubblico che più volte ha riso, applaudito e si è commosso con lei. Sì, anche lei si è commossa nel finale, quando è scesa dal palco per urlare il suo NO potente e significativo alla violenza, alla sopraffazione, alla disuguaglianza di genere.
E' stata molto brava anche nel gestire due interruzioni, non programmate, dovute ad un malore di una spettatrice.
Al termine dello spettacolo ha abbracciato i genitori di Alba Chiara (vittima qualche anno fa di femminicidio) presenti in sala. Ha letto al pubblico una poesia scritta dalla mamma in memoria della figlia.
La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia, così dice mia madre.
Io ero più felice se nascevo maschio come Cosimino, ma quando mi fecero nessuno si curò del mio parere. Dentro la pancia noi due stavamo insieme ed eravamo uguali, però poi siamo venuti diversi: io con la camicina rosa e lui celeste, io con la bambola di pezza e lui con la spada di legno, io con la vestina a fiori e lui con la braghetta a righe. A nove anni lui aveva imparato a fischiare, con e senza le dita, mentre io sapevo farmi la coda, sia bassa che alta. Adesso che ne abbiamo quasi quindici, lui è diventato dieci centimetri più alto di me e può fare molte cose più di me: camminare per il paese con il sole e con il buio, mettere i pantaloni corti e, nei giorni di festa, anche lunghi, parlare con le femmine e con i maschi di tutte le età, bere un bicchiere di vino alla domenica con l’acqua dentro, dire parolacce, sputare e, quando è stagione, correre fino alla spiaggia e farsi il bagno di mare con i calzoncini. Io sono favorevole al bagno di mare.
Mia madre, tra noi due, preferisce Cosimino perché lui è chiaro di pelle e di capelli, come mio padre, e invece io sono nera, come il corvo. Non è una brocca , lui. Non si rompe. E se si rompe si rimette insieme.
★★★★★
🥃 amaro digestivo:
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Lucia Brunialti è una ragazza giovane (ha solo 28 anni), ma nella vita ha già fatto tante belle cose: suona quattro strumenti, ha pubblicato due libri e qualche racconto, ha creato un personaggio autobiografico per delle vignette e scrive canzoni. Lavora in biblioteca, è laureata all'accademia delle belle arti ed ha un master in biblioteconomia. E poi va in bici... (che oltre ai libri e alla corsa è una delle mie passioni).
Quando la incontri ti saluta con uno splendido sorriso che trasmette gioia e serenità. Ma quel bellissimo sorriso è il risultato della sofferenza e dei dolori che Lucia ha subito, superato e che ha voluto raccontare in un libro autobiografico, pubblicato nel 2023, "10 POMODORINI AL GIORNO. COME LA MUSICA MI HA SALVATO LA VITA".
Lucia ha sempre scritto, fin da giovanissima: lettere, un diario, canzoni. La scrittura e la musica sono state le sue ancore di salvezza che le hanno permesso, prima di rimanere a galla e poi di uscire dal mare di tristezza in cui due lutti l'avevano scaraventata: il padre morto in un "incidente" quando Lucia aveva sei anni e, dieci anni dopo, lo zio, strappato alla vita da una malattia. Ed è in quel periodo, in piena adolescenza, che Lucia scopre un "segreto di famiglia" e si rende conto che di quel fatto lei era l'unica ad essere all'oscuro. Lucia entra nell'incubo dei disturbi alimentari: dall'anoressia nervosa all'alimentazione senza freno. Quattro anni di alti e bassi, un'altalena di depressione e di speranza, in cui Lucia è cosciente del disturbo e cerca in ogni modo di uscirne. Ma non è facile.
La sua scrittura è fresca ed originale, evolve nello scorrere delle pagine, perché Lucia ha voluto recuperare i testi originali scritti allora, ai quali ha aggiunto le sue considerazioni e riflessioni di oggi.
Lucia mi ha fatta tornare indietro nel tempo, ai miei sedici anni, a quando anch'io dopo aver subito un grave lutto, ho scoperto un "segreto di famiglia", a quando per paura di non essere abbastanza magra per correre, il cibo era diventato per me un'ossessione e tutto era un numero: quanti chilometri corsi, quante calorie introdotte, quanti minuti di ginnastica fatti, quanti chili persi, quanti maccheroni mangiati (dodici era il numero che mi ero imposta di non superare - come i dieci pomodorini di Lucia). Per fortuna la mia "ossessione" si è fermata ad una lieve "anoressia -cosidetta- delle ballerine" e nel giro di qualche mese ho recuperato il peso perduto. Un po' di fissazione per le calorie, per la forma fisica, per il peso, mi è rimasta a lungo però.
Questo libro meriterebbe di essere letto nelle scuole. Potrebbe essere d'aiuto a molti ragazzi, spinti dalla sua scrittura sincera e diretta a riconoscersi, immedesimarsi e sentirsi così meno "diversi", meno incompresi, meno soli e infondere in loro un po' di fiducia.
Brava Lucia! Ti sei messa a nudo e ci hai trasmesso un messaggio, forte, chiaro e positivo: quello di non arrendersi mai.
"Sono triste.
Son troppo fragile e mi abbattono perfino le piccole cose. E mi odio quando è così.
Scende una lacrima dall'occhio, non mi è entrata polvere, ne sono sicura, è qualcosa che si muove dentro e fa male."
"Da soli non ce la si può fare ogni volta.
A volte sì, magari spesso, ma non sempre."
"Ho solo sedici stupidissimi anni e una mentalità da chissà quanti.
Sogno una casa, un uomo, una famiglia vera.
Sogno un lavoro...Sogno certezze."
★★★★☆
🍷 vino rosso
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In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ho avuto il piacere di presentare presso la biblioteca di Arco la raccolta di racconti STOP VIOLENZA! di cui potete leggere la mia recensione qui
Sono intervenute tre delle autrici: Tea Vergani, Arnalda Bernaschina e Lucia Brunialti.
Di seguito trovate il video dell'incontro.
STOP VIOLENZA è un'antologia di dieci (+ 1) racconti in cui protagonisti sono: la violenza psicologica, lo stalking, l'egocentrismo, il narcisismo, gli amori tossici, la violenza in famiglia, la pedofilia.
Tutte le dieci storie raccontano fatti che avvengono in ambito familiare o in relazioni. Ambiti in cui ci si dovrebbe sentire al sicuro.
L'undicesimo racconto è il più bello, perché scritto dai dieci autori, quello sicuramente meno autobiografico, ma che racchiude le speranze di tutti noi: che tutte le vittime di violenza sappiano dire di no all'ultimo appuntamento, perché spesso significa salvarsi la vita.
L'opera è stata pubblicata pochi giorni fa e io ho avuto l'onore di ricevere una delle prime copie, perchè - come mi ha scritto Tea - sono stata la prima persona a credere in loro. Ed ho avuto anche la fortuna di incontrare alcune autrici in una sorta di "prima presentazione" in privato.
Volutamente non metterò stelle a questo libro, perché non è possibile per me valutare con un voto questa opera. Certamente alcune storie sono scritte "meglio" di altre. Alcuni autori sono professionisti, ma non è detto che siano le loro storie a colpirvi di più. Seppure nel libro gli autori dichiarino che si tratta di storie verosimili, ma non vere, alcune vi trascineranno nel racconto con una forza che solo la scrittura di chi ha vissuto quei fatti può avere.
Conosco alcune autrici, conosco le storie che hanno ispirato i loro racconti. Posso solo fare loro un immenso applauso per questa opera importantissima che hanno scritto, per il loro coraggio e per la loro forza. Per tutti loro scrivere questi racconti è stato doloroso, ma liberatorio.
Sicuramente è un atto importante, un "piccolo" apporto alla causa. Non dimentichiamo che anche il mare è fatto di gocce.
Grazie a Angela Caputo, Lucia Brunialti, Tea Vergani (che anche questa volta ha saputo fare squadra), Elena Andreotti, Franco Marani, Arnalda Bernaschina, Telah Lee, Fede Rune, Ilario Giannini e Tatiana Emmer.
Compratelo! Leggetelo! Regalatelo!
"Cancello il suo numero, blocco le sue chiamate. Non andrò ad alcun ultimo appuntamento. Non ci sarà nessun addio. Solo il silenzio . Per la prima volta da tanto tempo, il silenzio non mi fa paura. Il dolore non passerà, certo, ma sarà un dolore diverso, che sa di libertà."
Video della presentazione della raccolta presso la biblioteca di Arco in occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne
Venerdì 4 ottobre alle 20.30 presso l'Auditorium di Palazzo dei Panni ad Arco Sergio Paoli presenterà la sua ultima opera letteraria "L'ora del Baco". Sarà presente anche il comico trentino Lucio Gardin che ne ha curato la prefazione. Io avrò l'onore di intervistare l'autore e l'onere di "arginare" gli esilaranti interventi di Lucio Gardin. Vi invito a partecipare! Vi assicuro che ci sarà da divertirsi, ma sarà anche l'occasione per riflettere seriamente sul futuro che ci aspetta.
Qui potete leggere la mia recensione ed arrivare "preparati" alla serata!
E' partita questa mattina, con il primo prologo, la sesta edizione di intermittenze che entrerà nel vivo la settimana prossima, dal 12 al 15 settembre, con gli appuntamenti clou.
Si tratta di una manifestazione imperdibile per chi ama la letteratura, la musica, il cinema e l'arte in generale.
In fondo troverete l'intero programma.
Io vi parlerò degli appuntamenti più "letterari" a cui non mancherò. Voi potrete scegliere quelli che più vi attirano o, per non sbagliare, seguirli tutti.
Giovedì 12 settembre alle ore 18.00Gian Marco Griffi presenterà "Ferrovie del Messico" insieme a Loredana Lipperini che ci parlerà di realismo magico, di "Cent’anni di solitudine", di Gabriel Garcia Marquez e del suo ultimo romanzo "Ci vediamo in agosto" uscito postumo pochi mesi fa e di cui ho già scritto.
Un appuntamento imperdibile per me, amante del realismo magico sudamericano e di tutti gli autori che si ispirano al genere o che lo ricordano nel loro modo di scrivere.
Venerdì 13 settembre alle 18.00 sarà ancora Loredana Lipperini a intrattenerci insieme a Luca Briasco, traduttore di Stephen King in un dialogo-omaggio all'autore americano re del thriller.
Due i libri protagonisti dell'incontro: "Danza macabra" di Giovanni Arduino e Loredana Lipperini e "Il re di tutti" di Luca Briasco.
Alle 21.00 seguirà il ricordo della poetessa Patrizia Cavalli, venuta a mancare nel 2022, che insieme ad Alda Merini è una delle poetesse contemporanee più amate. A Bologna quest'anno le strade sono state tappezzate di poster con le sue poesie.
Ce ne parleranno Emanuele Trevi, scrittore e critico letterario, presente già l'anno scorso ad intermittenze, la cantante Chiara Civello e Loredana Lipperini. La Civello omaggerà la Cavalli con la sua voce, accompagnata dalle immagini del cortometraggio a lei dedicato.
Sabato 14 settembre alle ore 9.30 Saba Anglana presenterà il suo romanzo d'esordio "La signora Meraviglia", accompagnata al pianoforte da Fabio Barovero. Cantante, attrice ed ora anche scrittrice, nel suo romanzo narra delle sue radici, delle sue origini, della sua famiglia.
Seguirà alle 11.00 il dibattito tra i due giallisti Carlo Lucarelli e Davide Longo "Il noir è politicamente scorretto?".
Chi ha già avuto modo di incontrare Lucarelli saprà che il creatore dei commissari De Luca, Marino, Coliandro, dell'ispettrice Grazia Negro e tanti altri personaggi entrati nel cuore di moltissimi lettori, è un grande affabulatore e saprà divertirci con i suoi aneddoti. Sarà inoltre l'occasione per parlarci dei loro ultimi lavori: "Requiem di provincia" di Davide Longo, scrittore - anche di libri per bambini - e sceneggiatore e "Nero come il terrore" di Lucarelli e Picozzi.
Alle 15.00 Domenico Dara in dialogo con Maria Cavallo presenterà il suo romanzo "Liberata", pubblicato pochi giorni fa e quindi freschissimo di stampa. Liberata Macrì, la protagonista, crede a quello che non si vede, convinta che sia l’invisibile la vera misura del mondo e sogna a occhi aperti sulle pagine dei fotoromanzi che colleziona.
Alle 16.30 toccherà a Vera Gheno con il suo monologo "Grammamanti". La persona «grammamante» è il contrario della «grammarnazi»: non pensa che le parole siano qualcosa di fisso e immobile, che va protetto e a cui bisogna ubbidire religiosamente; al contrario, ha una vera e propria relazione amorosa con le parole. La lingua è in costante cambiamento. Appuntamento decisamente imperdibile per tutti gli amanti delle parole!
Alle 18.00 andrà in onda il numero zero del podcast “cose (molto) preziose” che Loredana Lipperini condurrà da ottobre. Primo ospite del programma sarà lo scrittore Mauro Covacich, autore della biografia su Franz Kafka.
Alle 21.00 ascolteremo Paolo Nori nel monologo "A cosa servono i russi".
«Perché passo la mia vita con in mano dei libri scritti in una città, Pietroburgo, lontana tremila chilometri da dove abito io? Che potere hanno i grandi autori russi del passato, sulle nostre vite di occidentali del ventunesimo secolo? Perché li leggiamo ancora, ammesso che li leggiamo? E che effetto potrebbero farci, se li leggessimo, ammesso che non li leggiamo?»
Come ogni anno, domenica 15 settembre alle 9.30, tornerà la mitica "Terza Pagina" di intermittenze: caffè, brioches, le terze pagine dei quotidiani e gli scambi di battute tra gli ospiti del festival. Per me un appuntamento irrinunciabile!
Alle 11.00 protagonisti altri due libri: "I giorni di vetro" di Nicoletta Verna e "La malnata" di Beatrice Salvioni.
Le due autrici dialogheranno tra loro, parlando dei rispettivi romanzi e di storia, quella storia che impregna le vicende da loro narrate, storie di donne coraggiose ambientate in epoca fascista.
Alle 15.00 Deborah Gambetta presenterà il romanzo "Incompletezza, una storia di Kurt Gödel" in dialogo con Giordano Meacci, scrittore e Chiara Belliti, editor e traduttrice.
Il titolo del libro prende spunto dal teorema di Gödel, una dimostrazione che non tutto è dimostrabile, e il romanzo narra della vera e propria ossessione per la matematica e per Gödel della protagonista che usa questa sua passione per superare i suoi problemi sentimentali, per conoscersi e dare una svolta alla sua vita.
Alle 16.30 Veronica Raimo e Anna Voltaggio cercheranno di capire perchè il racconto sembra interessare sempre meno editori e lettori. Confermo anch'io che tra un romanzo e un racconto solitamente scelgo il primo, ma sono sicura che le due autrici sapranno convincermi che sbaglio. A intermittenze presenteranno le loro raccolte: "La vita è breve, eccetera" e "La nostalgia che avremo di noi".
Alle 18.00 Tiziano Scarpa leggerà brani dal suo romanzo "La verità e la biro".
«Tutto quello che non si può dire perché ferirebbe chi ci vuole bene, perché ci metterebbe in cattiva luce, perché non è il caso, perché chi me lo fa fare, perché la vita è già pesante cosí, perché non occorre complicarla, perché sí, perché no, perché...»
Vi lascio il programma completo e vi auguro buone intermittenze!
SABATO 7 SETTEMBRE
ORE 10.30 | Palazzo Martini
Ludovic Maillet
In collaborazione con Centro culturale La Firma
ORE 15.00 | Biblioteca Civica Riva del Garda
Volkan La tana dei Goblin
ORE 18.00 | Palazzo Martini
Compagnia delle nuvole
Reading / performance
DOMENICA 8 SETTEMBRE
ore 21.00 | Rocca ☂️Auditorium San Giuseppe
Paolo Rumiz
Reading musicale
di e con Paolo Rumiz
LUNEDÌ 9 SETTEMBRE
ORE 21.00 | Rocca ☂️Auditorium San Giuseppe
Orchestra delle metamorfosi
MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE
ORE 18.00 | Rocca ☂️Auditorium Conservatorio
Alba Chiara APS
ORE 21.00 | Rocca ☂️ Auditorium Conservatorio
Seesaw Project e Fucina Machiavelli SINE
GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE
ORE 18.00 | Spiaggia degli Olivi
Gian Marco Griffi e Loredana Lipperini
ORE 21.00 | Rocca ☂️ Spiaggia degli Olivi
Emiliano Visconti e Cumbia Poder
VENERDÌ 13 SETTEMBRE
ORE 18.00 | Rocca ☂️ Spiaggia degli Olivi
Loredana Lipperini e Luca Briasco
ORE 21.00 | Rocca ☂️ Auditorium San Giuseppe
Emanuele Trevi e Chiara Civello
Letture a cura di Loredana Lipperini
A SEGUIRE
Chiara Civello
SABATO 14 SETTEMBRE
ORE 9.30 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Saba Anglana
Recital musicale con Fabio Barovero, pianoforte
ORE 11.00 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Davide Longo e Carlo Lucarelli
ORE 15.00 | Palazzo Martini
Domenico Dara in dialogo con Maria Cavallo
ORE 16.30 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Vera Gheno
ORE 18.00 | Spiaggia degli Olivi
Mauro Covacich intervistato da Loredana Lipperini
ORE 21.00 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Paolo Nori
DOMENICA 15 SETTEMBRE
ORE 9.30 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Ospiti del festival a sorpresa
ORE 11.00 | Rocca ☂️ Biblioteca civica Riva del Garda
Nicoletta Verna e Beatrice Salvioni
ORE 15.00 | Palazzo Martini
Deborah Gambetta in dialogo con Giordano Meacci
e Chiara Belliti
ORE 16.30 | Spiaggia degli Olivi
Veronica Raimo e Anna Voltaggio
ORE 18.00 | Spiaggia degli Olivi ☂️ Palazzo Martini
Tiziano Scarpa
ORE 21.00 | Rocca ☂️Spiaggia degli Olivi
Alessandro Barbaglia e Pitrek Spitrek
Reading / spettacolo musicale
Il Marquez che ho amato io è quello di "Cent'anni di solitudine", de "L'amore ai tempi del colera" e di "Cronaca di una morte annunciata", il Marquez del realismo magico.
Questo ultimo romanzo, uscito postumo, e che l'autore non avrebbe pubblicato, appartiene allo stile dei suoi ultimi anni.
Non mi era piaciuto "Memoria delle mie puttane tristi" e "Vediamoci in agosto" appartiene a quel genere. Non è il Marquez che amo, però apprezzo la scelta degli eredi di pubblicarlo, nonostante la contrarietà dello scrittore, e sono contenta di averlo letto. È pur sempre un romanzo di Marquez. Se dopo aver terminato un libro, nei giorni e nelle ore seguenti ci ripensi, significa che qualcosa ti ha lasciato.
Marquez era malato quando lo ha scritto. C'è chi dice che avesse l'Alzheimer, chi afferma fosse affetto da demenza senile. Quello che è certo è che lo ha riscritto cinque volte e non ne era soddisfatto. Lui stesso si lamentava di aver perso la memoria e che lo scritto aveva delle contraddizioni.
Si tratta di un romanzo triste e brevissimo, un centinaio di pagine. Si legge in un paio d'ore. Narra la storia di una donna cinquantenne che il sedici di agosto di ogni anno si reca sull'isola in cui è sepolta sua madre a portarle dei fiori e lì trascorre ogni anno una notte lontana dalla sua famiglia. E in quelle notti accade qualcosa...
"Tornò sull'isola il venerdì sedici agosto con il traghetto delle tre del pomeriggio. Indossava un paio di jeans, una camicia scozzese a quadri, scarpe semplici con il tacco basso e senza calze, un parasole di raso, la borsa e, come unico bagaglio, una sacca da spiaggia. Alla fila dei taxi del molo andò dritta verso un vecchio modello roso dalla salsedine. L'autista la accolse con un saluto da amico e la portò a sobbalzi attraverso il paese indigente, con case di legno, canne e fango, tetti di palma amara e strade di arena ardente di fronte a un mare in fiamme."
★★★☆☆
🥃 amaro digestivo
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Non è assolutamente mia intenzione fare polemica sulla questione "orsi in Trentino". Semplicemente la vicenda mi ha fatto tornare in mente un libro che ho acquistato qualche anno fa ai miei figli, da cui è stato tratto anche un film di animazione: "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" di Dino Buzzati.
Si tratta di una favola "per tutte le età", per grandi e piccini.
A me Buzzati piace molto. Vi consiglio la lettura del libro o la visione del film.
Votazione: 5 stelle ad entrambi!
“ - Tornate alle montagne-, disse lentamente Leonzio. - Lasciate questa città dove avete trovato la ricchezza, ma non la pace dell'animo. Toglietevi di dosso quei ridicoli vestiti. Buttate via l'oro. Gettate i cannoni, i fucili e tutte le altre diavolerie che gli uomini vi hanno insegnato. Tornate quelli che eravate prima. Come si viveva felici in quelle erme spelonche aperte ai venti, altro che in questi malinconici palazzi pieni di scarafaggi e di polvere! I funghi delle foreste e il miele selvatico vi parranno ancora il cibo più squisito. Oh, bevete ancora l'acqua pura delle sorgenti, non il vino che rovina la salute. Sarà triste staccarvi da tante belle cose, lo so, ma dopo vi sentirete più contenti, e diventerete anche più belli. Siamo ingrassati, amici miei, ecco la verità, abbiamo messo su pancia -.
★★★★★
🥘 ratatouille
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Pubblico oggi la recensione de "La cuoca segreta di Frida", per ricordare la pittrice Frida Kahlo morta esattamente settant'anni fa. Si tratta di un romanzo di Florencia Etcheves che ho iniziato a leggere molti mesi fa con entusiasmo, per poi arenarmi. Il personaggio Frida mi ha sempre appassionata, molto prima della "kahlomania" e su di lei ho letto numerose biografie. Ero consapevole che leggendo questo romanzo avrei aggiunto poco in termini di conoscenza sulla pittrice messicana, però mi intrigava l'idea di scoprire magari qualche aneddoto che non conoscevo e mi piaceva anche rileggere la sua storia.
Il romanzo è ben strutturato e alterna un capitolo ambientato ai giorni nostri ad un altro ai tempi di Frida. La "cuoca segreta" che dà il titolo all'opera è finzione, il giallo che viene narrato nei capitoli "odierni" è anche pura invenzione. Di vero c'è la biografia di Frida Kahlo.
Ciò che mi ha bloccata nella lettura è stato un presunto "errore storico". Cito testualmente: "Dopo aver sistemato la spesa su uno scaffale di legno trasformato in dispensa, Caridad prese la scopa che qualcuno aveva lasciato appoggiata al lavello di metallo e scopò il pavimento di cemento levigato. Ammucchiò le bucce di patate, le briciole di pane e qualche mozzicone di sigaretta. Infilò il tutto in un sacchetto di plastica e buttò la spazzatura in un contenitore metallico accanto alla porta che collegava la stanza al giardino."
A voi risulta che nel 1940 esistessero i sacchetti di plastica in Messico o in altre parti del mondo? Secondo Wikipedia: "Le domande di brevetto americane ed europee relative alla produzione di sacchetti di plastica per la spesa risalgono ai primi anni '50, ma si riferiscono a costruzioni composite con manici fissati al sacchetto in un processo di produzione secondario. Il moderno sacchetto leggero per la spesa è un'invenzione dell'ingegnere svedese Sten Gustaf Thulin. Il progetto di Thulin fu brevettato in tutto il mondo da Celloplast nel 1965."
Un errore tutto sommato perdonabile, ma che mi ha fatto sorgere il dubbio che l'autrice non abbia voluto perdere troppo tempo nel documentarsi e che si sia presa anche altre "licenze".
Dopo mesi di stop l'ho ripreso in mano e terminato. Il finale non mi è piaciuto. La chiusura è sbrigativa e lascia aperte molte vicende.
Mi sono piaciute molto le parti in cui vengono descritte dettagliatamente le tradizioni culinarie messicane e i costumi delle “Tehuanas”, le donne di Tehuantepec, famose per i lavori di ricamo coloratissimi e gli abiti composti dallo huipil e da una gonna molto ampia.
Frida amava indossare l'abito da tehuana che tanto piaceva a Diego Rivera.
Complessivamente il romanzo non è male e può essere molto interessante per chi non conosce la vita di Frida Kahlo e il suo turbolento amore per Diego Rivera.
Se deciderete di leggerlo, vi terrà compagnia per quasi 600 pagine.
"Non voglio che Diego mi dia un soldo . Non voglio niente da quel grosso rospo, niente di niente. Questo lo devi imparare anche tu. Non accettare mai in vita tua soldi da un uomo. Devi riuscire a procurarteli da sola."
★★★☆☆
🍞 pane
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