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"Il piano infinito" è un romanzo della scrittrice cilena Isabel Allende, scritto nel 1991 e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1992. Andavano per le vie dell'Ovest senza fretta e senza meta precisa, mutando rotta secondo il capriccio di un istante, al segnale premonitore di uno stormo di uccelli, alla tentazione di un nome ignoto. I Reeves interrompevano il loro errare pellegrinare ove li cogliesse la stanchezza o incontrassero qualcuno disposto ad acquistare la loro impalpabile mercanzia. Vendevano speranza. Così percorsero il deserto nell'una e nell'altra direzione, valicarono le montagne e una mattina videro apparire il giorno su una spiaggia del Pacifico.
"D'amore e ombra" è un romanzo del 1984 di Isabel Allende. L'opera venne scritta durante il suo esilio in Venezuela. Il primo giorno di sole fece evaporare l'umidità accumulata sulla terra dai mesi invernali e riscaldò le fragili ossa degli anziani, cui fu possibile passeggiare lungo i sentieri ortopedici del giardino. Solo il melanconico se ne rimase a letto, perché era inutile portarlo all'aria aperta se i suoi occhi vedevano solo i propri incubi e le sue orecchie erano sorde allo schiamazzo degli uccelli. Josefina Bianchi, l'attrice, vestita col lungo abito di seta che mezzo secolo prima aveva indossato per declamare Checov, reggendo un parasole per proteggersi l'epidermide di porcellana screpolata, avanzava lentamente fra i cespugli che ben presto si sarebbero ricoperti di fiori e di api.
"Eva Luna" è un romanzo di Isabel Allende, pubblicato nel 1987. In Italia il romanzo è apparso nel 1988, nella traduzione di Angelo Morino. Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha resa malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria. Mio padre, un indiano dagli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa. Consuelo, mia madre, aveva trascorso l'infanzia in una regione incantata, dove per secoli gli avventurieri hanno cercato la città di oro puro vista dai conquistatori spagnoli allorché si affacciarono sugli abissi della loro ambizione. Quel paesaggio aveva lasciato in lei una traccia che in qualche modo riuscì a trasmettermi.
Adoro le protagoniste dei romanzi di Isabel Allende, forti, determinate, a volte sfrontate, coraggiose, anticonformiste, femministe e imperfette. Quante di noi vorrebbero essere una di loro, saper prendere coraggiosamente scelte difficili e controcorrente! Anche Violeta, la protagonista del suo ultimo romanzo, incarna perfettamente tutte queste caratteristiche. Vita non facile la sua, in un'alternanza di ricchezza e povertà, dolore e amore. L'amore è sempre protagonista nei romanzi di Isabel: amori sbagliati, amori passionali, amori "tranquilli" e l'amore della vita (che non è detto che sia quello in grado di garantire la felicità). Ritornano temi a lei cari: orfani abbandonati e accolti con amore in altre case, figli illegittimi, famiglie allargate e, se non ricordo male, per la prima volta affronta il tema dell'omosessualità. Di femminismo la Allende se ne è sempre occupata. In questo romanzo affronta anche la violenza domestica. Tantissimi personaggi secondari, ma molto importanti, sono presenti - nel suo tipico stile - e ne conosciamo le vite attraverso il racconto. Molto originale la narrazione: una lunghissima lettera di Violeta a Camilo, che scoprirete chi è verso la metà del romanzo. Il racconto della sua vita, lungo cento anni, dal 1920 al 2020, da una pandemia all'altra passando per guerre e colpi di stato, periodi di benessere ad altri di carestia, gioie e dolori. Un'altalena di alti e bassi, come è la vita. Dopo aver letto tutti i romanzi di Isabel Allende e conoscendo la biografia dell'autrice posso affermare che molto di autobiografico c'è nel romanzo. Gli amori di Violeta hanno molto in comune con quelli di Isabel, il dolore della morte di un figlio per una madre l'autrice lo conosce bene avendo perso una giovane figlia, il periodo della dittatura cilena e il forzato esilio hanno toccato di persona la Allende. Il tema della dipendenza da droga, già affrontato ne "Il quaderno di Maya", torna in "Violeta" e la Allende ha vissuto sulla propria pelle i problemi di tossicodipendenza della figlia del suo secondo marito. La Fondazione presente nella storia inventata è molto simile alla vera Fondazione Isabel Allende, costituita in memoria della figlia Paula, morta molto giovane a causa di una malattia rara. Elena Liverani, la traduttrice, ha dichiarato che "la cosa più bella di questo libro è che la protagonista non è collocata dalla parte giusta, politicamente. È una donna conservatrice, molto benestante, che quindi si lascia un po’ scivolare sulla pelle gli avvenimenti. All'inizio non sembra avere precisa contezza dei drammi che si stanno svolgendo e arriva a capire le cose quando gli eventi iniziano a toccarla personalmente." La Liverani, storica traduttrice di Isabel Allende, ha con lei un rapporto di amicizia. Come Ilide Carmignani, che ha dato la voce italiana a Luis Sepulveda e stretto con lui un rapporto intenso, Elena Liverani ritiene che la conoscenza personale con l'autore sia di grande aiuto nella traduzione. "C'è un tempo per vivere e un tempo per morire. E tra i due, c'è il tempo per ricordare. È quel che ho fatto nel silenzio di questi giorni in cui ho potuto scrivere i dettagli mancanti per completare le pagine che ti scrivo, un testamento sentimentale più che disposizioni di ordine materiale."
"Sono nata nel 1920, durante la pandemia della spagnola, e morirò nel 2020, durante la pandemia da coronavirus."
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Nel blog potete leggere anche la recensione di Lungo petalo di mare della stessa autrice.
"Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo." Isabel Allende - Paula Dall'otto dicembre al sei gennaio, su LibriCitando, troverete ogni giorno una citazione letteraria di autori che io amo molto. Buone feste! ❤📚🎄



Finalmente Isabel Allende con "Lungo petalo di mare" mette da parte il giallo-thriller e torna al romanzo storico, il genere che le riesce sicuramente meglio.


Moltissimi anni fa ho letto "La casa degli spiriti" e l'ho trovato un capolavoro. Dopo aver divorato tutte le sue opere (romanzi, libri per ragazzi, gialli e thriller) continuo a pensare che quello sia il suo miglior libro.



Leggendo "Lungo petalo di mare" si intuisce che alla base c'è un grande lavoro di preparazione e documentazione.

Come è stato per molti altri suoi romanzi, Isabel Allende narra fatti realmente accaduti attraverso una storia inventata.
In questo caso, Roser, giovane musicista, fugge dalla Spagna e dal dittatore Franco alla fine della guerra civile spagnola e si imbarca, fingendosi sposata col medico Victor Dalmau, sul piroscafo Winnipeg che la porterà in Cile. Lì si integrerà e riorganizzerà la sua vita, fino a quando dovrà nuovamente fuggire (questa volta in Venezuela) a causa del golpe del 1973.

La scrittrice torna quindi a parlarci del colpo di stato che ha fatto cadere il presidente Salvador Allende, un evento che ha profondamente segnato la sua vita e che l'ha costretta per moltissimi anni a restare lontana dal suo paese natale.

Il romanzo è scritto molto bene. Le vicende storiche si intrecciano con le vicende d'amore dei protagonisti. Il racconto è avvincente. Roser, forte, tenace e passionale è l'eroina di questa storia di integrazione, resilienza e amore.

Curiosità: il titolo del romanzo è un tributo a Pablo Neruda che in una sua poesia aveva definito il Cile un lungo petalo di mare, vino e neve. Come narrato nell'opera, nel 1939 il poeta, all'epoca diplomatico in Francia e Spagna, noleggiò il piroscafo Winnipeg e mise in salvo migliaia di profughi spagnoli portandoli in Cile.
Pablo Neruda proclamò che l'impresa del piroscafo Winnipeg era stato il suo “poema più bello”.









"se si vive abbastanza, i cerchi si chiudono".


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Chi sono

Mi chiamo Cristiana Bresciani, sono una mamma lavoratrice, sportiva e mangiatrice di libri. Vivo in Trentino, sul Lago di Garda. Amo viaggiare con la testa tra nuvole di libri e nel mondo con i piedi agganciati ai pedali di una bicicletta.

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