LibriCitando
  • Home
  • Recensioni
  • Interviste
  • Podcast
  • Citazioni
  • Incipit
  • Notizie
  • Valutazioni
  • Chi sono
Finalmente sono riuscita a prendermi il tempo per leggere e l'ho fatto con ELP, ultimo romanzo con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, pubblicato da pochissimo da Sellerio. Oramai Rocco è diventato uno di famiglia. Noi che abbiamo letto le sue avventure fin dall'inizio ed abbiamo imparato a comprenderlo ed amarlo, aspettiamo sempre con trepidazione che Antonio Manzini ci racconti nuovamente di lui. Rispetto ai primi romanzi con Schiavone protagonista, questi ultimi episodi sono molto più "narrativi" e molto meno "gialli". I delitti e le indagini ci sono, ovviamente, ma c'è tanta introspezione. Rocco è stanco, depresso, forse innamorato, ma non ne è consapevole. Sandra e Caterina gli ronzano ancora intorno. Io faccio il tifo (da sempre) per Caterina. Sandra secondo me non fa per lui. Troppo radical chic, eppure Rocco pensa a lei. E Caterina? Va bene solo per andarci a letto? Non credo proprio... Rocco sembra refrattario ad impegnarsi sentimentalmente. La presenza di Marina nei suoi pensieri è costante, segno che Rocco è molto in crisi. Furio e Brizio sono vicini a lui. Sono saliti ad Aosta da Roma. La squadra di collaboratori sta diventando per Rocco molto importante dal punto di vista affettivo. Schiavone non chiede aiuto, nonostante ne abbia bisogno. I suoi collaboratori invece si affidano a lui. Piano piano si stanno creando tra loro legami e solide amicizie. Chissà cosa avrà in mente Manzini per Rocco. Evolverà ulteriormente il suo personaggio? Troverà mai pace? ELP è molto più lungo dei precedenti romanzi. Due sono le indagini in corso: due omicidi, uno dei quali attribuito ad un movimento ambientalista. Manzini ci fa riflettere sulla necessità di una svolta nei nostri comportamenti per arginare i danni all'ambiente. Ci fa riflettere anche su molte altre questioni, ma non vi svelerò altro, vi rovinerei la lettura. Io odio gli spoiler... "Il futuro non esiste perchè appena lo vivi diventa passato" gli aveva detto una volta qualcuno, o forse lo aveva letto su un muro o magari l'aveva pensato lui durante una notte insonne. L'autoanalisi era una novità. Non che provasse rimorso e sensi di colpa per quello che era successo. Cercava solo di analizzare con freddezza, come guardandosi dal di fuori, il suo comportamento e le sue reazioni. Riflessi, cioè, del suo vivere quotidiano. Ripenso alle parole di Alberto sulla vita che è meravigliosa, troppo bella per trascorrerla da soli. Forse poi la differenza sta tutta lì. Chi è riuscito a lasciarsi andare e chi invece no, è rimasto fermo, al palo, e la vita s'è limitato a guardarla. ★★★★☆ scopri come valuto i libri 🍷 vino rosso
E' uscito esattamente un mese fa l'undicesimo episodio di Rocco Schiavone "Le Ossa parlano", edito da Sellerio. Nonostante le indagini siano avvincenti e Antonio Manzini, in questo suo ultimo romanzo, abbia dato spazio quasi esclusivo al giallo, ciò che mi interessa maggiormente è l'evoluzione del personaggio, che episodio dopo episodio evolve e si fa amare sempre di più, con le sue debolezze, il lutto non completamente elaborato, le delusioni e la depressione. Rocco, con la vendita dell'appartamento romano, lascia per sempre la capitale. Si porta via un solo oggetto: lo specchio di Marina, dalla quale non riesce a distaccarsi. Al ritorno ad Aosta si ritrova ad indagare su delle ossa umane scoperte in un bosco. Sono i resti di un bambino scomparso sei anni prima. L'indagine è dolorosissima per tutta la squadra del vicequestore. Emerge una realtà tristissima, una storia di violenza, di infanzia negata, un mondo sommerso che una volta emerso si fatica a scrollarsi di dosso. Nonostante Manzini abbia riservato al caso la quasi totalità del racconto, la solitudine e la tristezza di Rocco si avvertono in ogni pagina. Sentimentalmente Rocco appare combattuto tra la giornalista Sandra e la collega Caterina, vuole una, l'altra o nessuna. E Marina è sempre nel suo cuore. Io vi confesso che faccio il tifo per Caterina. Mi è sempre piaciuta. Manzini lo sa già dove vuole arrivare. Ha più volte affermato che quello di Schiavone è un unico grande romanzo diviso in molte puntate. Io aspetto con ansia il prossimo episodio. E voi? L'indagine di questo romanzo mi ha ricordato Anime trasparenti di Daniele Bresciani, che ha come tema quello della pedofilia. Curiosità: si è svolto a dicembre presso la Facoltà di scienze cognitive a Rovereto un interessantissimo incontro tra lo scrittore Antonio Manzini e gli studenti del corso di Psicologia dinamica. Guidati dalla professoressa Paola Venuti, gli universitari hanno delineato il profilo psicologico di Rocco Schiavone: personaggio dai tratti schizoidi e borderline, introverso, ritirato e solitario, emozionalmente freddo e socialmente distante, con difficoltà a mostrare le emozioni, impulsivo, con scatti di rabbia immotivata ed intensa, affettivamente instabile. Tuttavia adattivo e funzionale, in progressivo miglioramento e in fase di eleborazione del lutto. Nel complesso non disturbato e mediamente sano. "Avrebbe voluto essere come Michela Gambino, con le sue folli certezze in un mondo lontano dalla realtà e dalle sue imperfezioni. Chissà, si domandò, ognuno si difende dalle botte della vita come può, magari costruendosi un universo parallelo a propria immagine e per la propria sicurezza, evitando le domande senza risposta e la paura della morte e della solitudine. Anche se Rocco non aveva paura della morte né della solitudine. L'abbandono, quello temeva da sempre. E più lo temeva, più la vita lo puniva. Amici, amori, famiglia, affetti sembravano allontanarsi da lui come calamite di segno opposto. Non sapeva come interrompere questa catena, si sentiva impotente e preda della crudeltà del destino. Forse, pensava, se riuscissi a superare il dolore del distacco, non soffrirei più, non succederà più che perda le persone a cui tengo." ★★★★☆ 🍋 limone scopri come valuto i libri
"Fa male l’assenza? No. Fa male la perdita. Che è altro dall’assenza. La perdita sa cosa ha perso. L’assenza può essere un vago sentore, un’emozione senza corpo e senza suono di qualcosa che manca e che non ho, ma che non so cos’è." Antonio Manzini - Non è stagione Dall'otto dicembre al sei gennaio, su LibriCitando, troverete ogni giorno una citazione letteraria di autori che io amo molto. Buone feste! ❤📚🎄
"Gli ultimi giorni di quiete" è un romanzo di Antonio Manzini, la cui scrittura trae spunto da un fatto realmente accaduto. Manzini spiega di aver incontrato molti anni fa un signore sconosciuto che gli raccontò un fatto agghiacciante, accadutogli alcuni anni prima: l'incontro in treno con l'assassino di suo figlio, uscito di carcere dopo aver scontato una pena di pochi anni, nonostante il terribile crimine commesso. Manzini rimase colpito da questa confessione e per anni immaginò quali potessero essere state le reazioni del padre, della madre e dello stesso assassino in seguito a quell'incontro. Ora, a distanza di anni dall'episodio, scrive "Gli ultimi giorni di quiete". Nora, mentre sta tornando a casa in treno riconosce, seduto nello stesso vagone, Paolo Dainese, il ragazzo che sei anni prima, durante una rapina nel tabacchino di famiglia, ha ucciso Corrado, il suo unico figlio. Da quel giorno la sua vita e quella di suo marito non è stata più la stessa. Il loro rapporto si è svuotato. In comune ora hanno soltanto il dolore per la perdita del figlio. Nora non si capacita di come possa essere accaduto che un assassino, dopo pochi anni dalla condanna, sia libero di circolare e di rifarsi una vita. Trova ingiusto che ciò che a suo figlio è stato impedito, sia, per legge, consentito al suo assassino. Dal momento in cui è avvenuto l'incontro, Nora ha in mente soltanto di mettere in atto una sua giustizia personale. Il marito Pasquale, dopo aver appreso dalla moglie la notizia, cerca anche lui un modo per risolvere la questione. Tre sono i personaggi: Nora la madre di Corrado, Pasquale il padre di Corrado e Paolo l'assassino di Corrado. Tre sono i punti di vista, tre le diverse reazioni alla vicenda. Manzini è bravissimo a farci entrare in tutti e tre i personaggi, attraverso un profondo scavo psicologico. Tutti e tre hanno ragione, dal loro punto di vista. La voce narrante si mescola ai pensieri in prima persona dei protagonisti, rendendo il lettore ancora più coinvolto. Il personaggio che mi è piaciuto di più è Pasquale, perché alla fine riesce a svoltare, andare avanti. Ho trovato Nora un personaggio tristissimo. Paolo mi fa pena. Tante le domande sollevate, nessuna risposta, perché non c'è una soluzione, un giusto punto di vista. L'epilogo è inaspettato. Il romanzo è profondo, intenso, coinvolgente. Antonio Manzini ex attore, scrittore conosciuto soprattutto per aver creato il personaggio di Rocco Schiavone, dimostra con questo romanzo di avere doti letterarie al di là del genere giallo. "Un uomo è condannato per sempre, allora? Fine pena mai? A cosa servono i processi, le leggi, la galera? Lui aveva capito, aveva capito tutto. Gli errori commessi, la voglia di ricominciare, lasciarsi alle spalle quello che era una volta. Voltare pagina e provare ad essere un uomo migliore. Uno che lavora, che porta a casa uno stipendio, che magari fa anche un figlio che... Un figlio. Quello gli hai tolto. E nessuno glielo restituirà più. Quindi forse sì, fine pena mai per me, per la donna e anche per suo marito. Non c'era uscita né soluzione. Un solo gesto inchioda quattro persone per sempre, a quel giorno di marzo di quasi sei anni prima. La sua vita s'era fermata insieme a quella di Corrado Camplone, di sua madre e di suo padre." ★★★★☆ scopri come valuto i libri 🍷 vino rosso
"Vecchie conoscenze" di Antonio Manzini é il decimo romanzo con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone. Manzini ha creato un personaggio che è quasi impossibile non amare. In questo episodio le indagini restano quasi in sottofondo. Sofia Martinet, professoressa in pensione, viene ritrovata morta nel suo appartamento, colpita alla testa con un oggetto pesante. A mano a mano che l'indagine procede, anche le vicende umane di Schiavone e degli altri personaggi evolvono e scopriamo sempre di più di loro. Questa volta l'autore ha affrontato, tra le altre cose, anche il problema dell'emarginazione dei gay. La presenza di Marina torna a farsi sentire frequentemente, segno che Rocco é infelice e non sta bene. Rocco é acciaccato, stanco, stufo di avere a che fare con la parte peggiore dell'umanità. Gabriele, il ragazzo ex vicino di casa di Rocco che il vicequestore aveva ospitato in casa sua, con la madre, per un breve periodo, é partito per Milano. Rocco si sente solo. Gabriele è entrato nel suo cuore e ormai è quasi un figlio per lui. "Non siamo amici, non lo siamo mai stati, e forse non lo saremo mai. Lavoriamo insieme. A volte ci avviciniamo, poi ci allontaniamo, come branchi di pesci in mezzo all'oceano. Ma la sapete la cosa strana? Mi siete rimasti solo voi. Per quanto sia dura e difficile ammetterlo, non ho altri che voi..." Il finale è davvero sorprendente, inaspettato. Molte vecchie conoscenze si faranno vive. Gran parte del passato di Rocco si chiarirà. Manzini questa volta non mi ha delusa nemmeno un po'. "Vecchie conoscenze" non ha nulla a che vedere con la virata verso il genere "rosa" che si avvertiva in "Ah l'amore l'amore" e che io avevo un po' criticato. "Lui lo sapeva, ci sono dei giorni in cui si percepisce che un pezzo della nostra vita se n'è andato, e seppelliamo la nostra faccia di una volta perchè non ci appartiene più." ★★★★☆ scopri come valuto i libri 🐣 uovo di Pasqua

"L'amore ai tempi del Covid-19" è un racconto di Antonio Manzini con protagonista Rocco Schiavone. Dipinge uno spaccato perfetto del momento attuale. Scritto in modo molto divertente. È un regalo che Manzini ci fa per rasserenarci un pochino. Rocco definisce il Covid-19 come una rottura ben oltre il decimo livello! Ammetto che su di me ha avuto l'effetto di strapparmi più di una risata. Bravo Manzini! Qui il link per leggere gratuitamente il racconto e il video di Antonio Manzini che spiega il perché di questo regalo. ★★★★☆ 🍨 mousse alla fragola  
scopri come valuto i libri


Questo mese è uscito l'ultimo romanzo giallo con protagonista il vicequestore (non chiamatelo commissario!) Rocco Schiavone: "Ah l'amore l'amore".

Già dal titolo si intuisce la mezza virata di Manzini dal genere giallo al romanzo quasi rosa: Antonio Scipioni inguaiato con tre donne; Ugo Casella innamorato di Eugenia e sempre imbranato negli approcci; Alberto Fumagalli, il medico legale e Michela Gambino, della scientifica, cominciano a capirsi; Gabriele, il quasi figlio adottivo di Rocco, innamorato di una compagna di classe; Sandra Buccellato, la giornalista, mostra un certo interesse per Rocco e Marina "si fa vedere" sempre meno. Caterina è lontana...

Più nervoso e aggressivo del solito, in pessime condizioni di salute, Rocco dal letto dell'ospedale in cui è ricoverato conduce un'indagine per omicidio, una "rottura del decimo livello!".
Si dimostrerà poi bravo a non farsi ingannare dalle apparenze, quando tutto faceva pensare a un errore umano, ad un caso di malasanità.

La trama è ben strutturata, i colpi di scena non mancano.
Manzini, a parer mio, in questo episodio si dilunga un po' troppo sulle vicende sentimentali e personali dei comprimari.

Il personaggio di Schiavone nei primi libri non mi piaceva molto, mi risultava indisponente, non lo capivo. Più leggevo di lui però, più mi affezionavo. Ora mi sembra quasi di conoscerlo personalmente. "7/7/2007" ci ha svelato molti "perché" del comportamento di Rocco e ora come si fa a non amarlo?
La serie tv ha contribuito a farlo conoscere anche ai non lettori.


Valeria Solarino interpreta Sandra Buccellato nella serie tv



Curiosità: Evaristo Baschenis che ha dipinto la natura morta con liuto di cui si parla nel romanzo è un artista parente stretto dei Baschenis che affrescarono numerose chiese della Val Rendena e del Trentino, autori della famosa "danza macabra" a Pinzolo.






"Tutti abbiamo paura di essere abbandonati. Da un amico, dalla salute, dalla vita. Rocco temeva la fine dei rapporti: era il motivo per cui non riusciva a chiudere le porte, i cassetti e le ante dell'armadio, neanche il tappo del dentifricio. Qualsiasi gesto, per quanto banale, che puzzasse di definitivo gli metteva ansia."

★★★☆☆

🍾 spumante

scopri come valuto i libri
POST PRECEDENTI Home page

Visite al blog

Chi sono

Mi chiamo Cristiana Bresciani, sono una mamma lavoratrice, sportiva e mangiatrice di libri. Vivo in Trentino, sul Lago di Garda. Amo viaggiare con la testa tra nuvole di libri e nel mondo con i piedi agganciati ai pedali di una bicicletta.

Post più letti

  • QUELLO CHE NON TI DICONO Mario Calabresi
  • SEI DOMANDE IN CERCA D'AUTORE Giulia Baciocco
  • IL CERCATORE DI LUCE Carmine Abate
  • L'IMPRONTA DEI GIORNI SMARRITI Antonia Dalpiaz
  • TORNA A CASA, VIOLA! Milka Gozzer
  • Intervista a Viviana Parisi, coautrice di ASINI ED EMOZIONI
  • CRONACHE DA BERGAMO - PREMIO LETTERATURA D'IMPRESA
  • EPPURE CADIAMO FELICI Enrico Galiano
  • UN LIBRO SOTTO L'ALBERO
  • INTERMITTENZE 2022

La mia ultima videorecensione

Come valuto i libri

Al termine di ogni mia recensione troverete un numero di stelline che corrispondono ad un mio giudizio complessivo sul libro e uno o più simboli di cibo che evocano le emozioni suscitatemi.

Scrivimi

Nome

Email *

Messaggio *

Powered by Blogger.

Designed By OddThemes | Distributed By Blogger Templates | Theme modified by Davide