Ricordo le interminabili ore in cui, alle scuole medie, i professori di scienze ci portavano in aula audiovisivi a vedere Quark. Seguiva poi il compito di riassumere ciò che si era visto. Un po' come capitava alle superiori leggendo in classe "I promessi sposi", io mi annoiavo da morire. L'approccio era evidentemente sbagliato.
Anni dopo, spinta dal fascino che esercitava su di me lo spazio, ho letto "Viaggio nel cosmo" di Piero Angela. L'ho apprezzato molto e da allora ho seguito sempre i suoi interessantissimi programmi in tv, con tutt'altro spirito ed entusiasmo rispetto agli anni in cui era un obbligo scolastico.
Ho letto e riletto "La straordinaria avventura di una vita che nasce", prima, durante e dopo le mie gravidanze.
Ho messo i miei figli fin da piccolissimi davanti alla TV a guardare Superquark (e poi Ulisse, condotto dal figlio Alberto). Posso dire che sono cresciuti a pane e "Superquark". Quello era un appuntamento imperdibile per tutta la famiglia.
Quando nella libreria dei miei ragazzi è comparsa l'autobiografia di Piero Angela, non ho resistito e l'ho subito letta.
Oltre alla lettura, a me piace molto scoprire le vite degli autori che, quasi sempre, sono interessanti quanto o più di quello che scrivono nei loro libri. E così è stato per la biografia di Angela.
Adesso che lui non c'è più, suggerisco anche a voi la lettura de "Il mio lungo viaggio - 90 anni di storie vissute".
Alcuni giorni fa Piero Angela ha scritto un messaggio ai telespettatori di Superquark e pubblicato postumo sui social."Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell'ambiente e dell'energia".
"È stata un'avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio".
Lo scorso fine settimana presso la sede di Trentino Storia e Territorio di Riva del Garda si è tenuto un interessantissimo incontro con la scrittrice catalana Anna Maria Villalonga. Si è trattato di una prima lezione, aperta a tutti, della palestra di scrittura creativa che ripartirà il prossimo autunno grazie a Isenzatregua.
La palestra creativa è nata nel 2017 come laboratorio rivolto a tutti coloro che sono interessati a scrivere, pensata sopratutto per i giovani, ma aperta a aspiranti scrittori di qualunque età.
L'incontro, durato circa un'ora e mezza, è stato moderato da Monia Di Mauro, esperta d'arte, e vivacizzato dalle interessanti domande di Lorenzo Bernasconi. La scrittrice catalana ha risposto anche a numerose domande del pubblico presente in merito a tecniche di scrittura ed ha elargito molti consigli.
Bravissima la traduttrice Laura Mongiardo che, oltre ad aver tradotto i suoi "Racconti per le notti di luna piena", si è prestata a svolgere tale funzione anche per il pubblico presente. A dire il vero, la Villalonga comprendeva molto bene l'italiano, rispondeva in catalano e gran parte del pubblico la capiva senza bisogno di traduzione. Mi ha colpito il carattere solare e spiritoso della scrittrice.
Anna Maria Villalonga è scrittrice, critica letteraria e professoressa di letteratura catalana presso l'università di Barcellona.
Nel 2021 ha pubblicato "Racconti per le notti di luna piena" - edizioni isenzatregua collana DiversaMente.
Quando l'anno scorso ho letto e recensito "Il gatto di Depero" di Milka Gozzer, vi ho raccontato poco e nulla della trama del romanzo. Questo perché solitamente mi limito a trasmettervi le mie impressioni e le emozioni suscitatemi dalla lettura.
Ieri sera, in una suggestiva piazza Erbe a Rovereto, nell'ambito di Sinfonie d'arte, Milka Gozzer ha incontrato i suoi lettori e molto ha raccontato delle motivazioni che l'hanno spinta a scrivere questo romanzo.
Milka aveva voglia di parlare del pittore Fortunato Depero, perchè era affascinata dalla sua figura. Per farlo doveva conoscere bene però chi era Depero, al di là del personaggio pubblico. Milka ha quindi trascorso moltissimo tempo a studiare lettere, documenti, bozzetti e molto altro materiale conservato presso il Fondo Fortunato Depero che si trova nella biblioteca del Mart.
Milka usciva da quelle sedute di ricerca emozionata e sempre più affascinata, ma come trovare la soluzione per raccontare in modo originale l'artista?
L'idea le è venuta scoprendo attraverso i racconti del nipote un altro importante personaggio di Rovereto: Luigi Mario Nicoluzzi, l'ultimo tornitore di legno a Rovereto che per moltissimi anni ha realizzato le opere che Depero gli commissionava. Ed è così che la voce narrante è quella di Mario, già morto, che per spiegarci la vicenda del "gatto di Depero" e farci scoprire come mai quel gatto abbia causato la rottura del rapporto di amicizia tra l'artista e l'artigiano, ci narra le vicende storiche in cui i fatti sono avvenuti (ricostruendo così quasi un secolo di storia di Rovereto) e la vita di Depero, i suoi successi, le difficoltà incontrate, l'amore per la sua Rosetta, la gratitudine nei confronti dei suoi lavoranti, delineando una figura dell'artista intima e vera, che lo riscatta dalle accuse di vicinanza al partito fascista.
Un "femminista" che "metteva in regola" le sue lavoranti e sempre puntuale nel pagare chi lavorava per lui.
Dalle lettere conservate presso il Mart si scopre un uomo fedelissimo alla moglie e innamorato di lei fino al suo ultimo giorno di vita. Le scriveva lettere appassionate perfino dal reparto di geriatria.
Se volete conoscere meglio Depero e farvi un'idea di come si viveva cento anni fa a Rovereto e in Trentino, leggete "Il gatto di Depero"! Oltre ad essere un romanzo storico e biografico è anche un "giallo" con un mistero da risolvere.
Qui potete leggere la mia intervista a Milka Gozzer.
Sono stata a Berlino alcuni giorni. Il compleanno (diciotto anni) di mio figlio è stata l'occasione che mi ha portato lì. Lui si trova nella capitale tedesca per un periodo di studio/lavoro (Erasmus+).
La mia prima impressione non è stata delle migliori. Sono sbucata dalla metropolitana, proveniente dall'aeroporto, direttamente ad Alexanderplatz a mezzogiorno di una giornata caldissima. L'afa e il grigio dell'asfalto e del cemento mi hanno impressionato negativamente. Anche la pulizia lascia un po' a desiderare.
Passato lo choc iniziale, ho iniziato a guardarmi intorno.
La città è multiculturale, aperta e accogliente. La gente è ospitale, cortese e volenterosa di farsi capire, sforzandosi anche di parlare qualcosina di italiano.
Non vi tedierò raccontandovi nel dettaglio il mio tour della città. Ho visitato ovviamente i luoghi più famosi: Alexanderplatz e la torre della televisione, l'elegante Unter den Linden, la porta di Brandeburgo, Potsdamerplatz, l'isola dei musei, il duomo, il Reichstag, la stazione centrale e quella dello zoo di Berlino, il check point Charlie, il Castello di Charlottenburg e il monumento alle vittime dell'olocausto.
Berlino per me, prima ancora di essere la città del "muro", rimane la città "dei ragazzi dello zoo di Berlino".
Ho letto il libro di Christiane F. e visto il film giovanissima, forse troppo, e quella vicenda mi ha colpita profondamente: un vero e proprio pugno nello stomaco, ma mi ha anche insegnato molto.
Per chi non conosce la storia, la riassumo brevemente (anche se credo che, esclusi i giovanissimi, tutti ne abbiano per lo meno sentito parlare).
Il libro è stato scritto da due giornalisti che hanno raccolto la testimonianza di Christiane Vera Felscherinow, una giovanissima ragazza di Berlino entrata nel tunnel della droga a 14 anni e legata sentimentalmente ad un tossicodipendente. Christiane inizia molto presto a prostituirsi per procurarsi la droga e cerca più volte, senza successo, di disintossicarsi.
Il libro punta il dito contro la società tedesca, incapace di creare luoghi di aggregazione giovanile e di aiutare chi si trova in difficoltà.
Non molti anni fa, Christiane ha raccontato in un secondo libro il seguito della sua vita.
A Berlino ho visitato i luoghi frequentati da quei ragazzi, la zona della stazione dello zoo di Berlino, in cui i protagonisti andavano a prostituirsi per racimolare i soldi per comprarsi la droga.
Ho visitato anche un altro sito legato alla letteratura: Bebelplatz, famosa per il rogo dei libri avvenuto il 10 maggio 1933, quando furono dati alle fiamme oltre 20.000 libri di autori censurati dai nazisti, come Karl Marx, Heinrich Heine e Sigmund Freud.
In ricordo del rogo c'è un memoriale sotterraneo realizzato nel 1995 dall'artista israeliano Micha Ullman. Per vederlo bisogna avvicinarsi al centro della piazza e cercare una lastra trasparente inserita nella pavimentazione. Purtroppo la lastra è molto sporca e l'opera si scambia facilmente per una bocca di lupo.
Era molto più bella e scenografica la "torre di libri" installata da una società di comunicazione in occasione dei Mondiali di calcio del 2006, poi smantellata.
Molto vicino a Bebelplatz, lungo il corso Unter den Linden, si trova la Biblioteca nazionale di Berlino, nella quale sono custoditi più di 11 milioni di libri.
Berlino è stata quasi interamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. È una città moderna e culturalmente molto ricca.
Oggi siamo rientrati a casa. Gli impegni di studio e lavoro ci chiamano! Finisce il nostro weekend letterario. Un viaggio lungo e stancante, ma ne è valsa sicuramente la pena.
Al Salone si respira ancora il profumo dei libri di carta e nel "bosco degli scrittori", allestito quest'anno all'Oval, si può assistere alle presentazioni seduti su dei tronchi di albero e circondati da piante di numerose specie. Amore per la letteratura, quindi, con un occhio di riguardo per l'ambiente. Alberto Angela diceva ieri che i giovani di oggi hanno sicuramente maturato molta sensibilità al riguardo. È la generazione degli adulti che rischia di fare scelte dannose.
Tra gli stand degli editori e fuori dalle sale in cui avvengono le presentazioni ci si imbatte frequentemente in assembramenti di persone in fila per una firma o una dedica su un libro o per un selfie con l'autore.
Io e Matteo abbiamo incontrato Zerocalcare, ma due ore di fila per un "disegnetto" - come dice lui - ci sembravano troppe.
Matteo è riuscito invece a farsi autografare il libro di Federico Rampini. Tra i pochi giovanissimi presenti all'incontro, Matteo si è "fiondato" fuori dell'Auditorium velocissimo al termine della presentazione, riuscendo a posizionarsi in prima posizione al banchetto degli "autografi e dediche".
All'incontro con Rampini io non ero presente - ero da Marcell Jacobs. Dovrebbe parlarvene lui. Ho cercato di convincerlo a scrivere sul mio blog (lui gestisce il blog Arcopoesia, fondato dal nonno - lo aiutava quando era in vita e ora che non c'è più sta cercando di mantenerlo attivo), ma lui ha declinato l'invito. Riassumerò quindi brevemente quanto mi ha raccontato.
Al Salone Federico Rampini, giornalista e saggista, è venuto a presentare il suo ultimo libro, uscito a marzo, "Suicidio occidentale".
Nel saggio Rampini afferma che il problema che affligge oggi l’Occidente - in particolare gli Stati Uniti - è l’autodistruzione della propria identità culturale, anche attraverso un eccesso di politicamente corretto.
La colpa "occidentale" è quella di essere arrivati all'autodistruzione, partendo da un disarmo culturale.
Per l'autore, l'ideologia dominante che viene diffusa da media, università, cultura di massa mira a demolire la nostra autostima occidentale, portandoci a colpevolizzarci e piangerci addosso, senza proporre più valori al mondo o alle nuove generazioni.
Ciò che ci resta sembrano essere solo crimini da espiare. Da qui nasce quindi il suicidio occidentale.
Non mi sbilancio in merito a questa teoria che mi sembra eccessivamente pessimista. Ad ogni modo fa pensare.
In conclusione, penso abbia ragione Matteo. "Abbiamo organizzato tutto bene, non abbiamo fatto code, abbiamo incontrato chi ci interessava incontrare. Ne è valsa la pena."
Chiudo con due video. Alberto Angela che spiega cos'è per lui la divulgazione e Roberto Bolle che racconta quando è nata la sua passione per la danza.
Per noi il Salone del libro finisce qui...alla prossima edizione!
Oggi il Salone del libro di Torino era affollatissimo.
Fortunatamente i pass ci hanno consentito di entrare senza fare la fila (lunghissima) e un pochino in anticipo.
Girare tra gli stand semivuoti, incontrare qualche amico editore (Lorenzo Bernasconi, scrittore ed editore rivano di Isenzatreguaedizioni, per esempio), fare la foto davanti alla "torre dei libri", senza subire gli effetti negativi della calca, sono privilegi che abbiamo saputo sfruttare bene.
Poi il giro tra gli stand e i firmacopie tra fiumane di persone con lo stesso obbiettivo.
Il pranzo (un trancio di pizza e un panino pagati in token - la moneta del Salone) ci è costato quanto un apericena in piazza San Marco o davanti alla fontana di Trevi.
Poi via di corsa all'Auditorium a seguire i "big" che avevamo prenotato, altrimenti si fanno ore di fila senza avere la certezza di poterli sentire.
Quest'anno io e Matteo avevamo scelto di ascoltare Alberto Angela, Marcell Jacobs, Federico Rampini (solo lui) e Roberto Bolle (solo io).
Alberto Angela è meno bello di come lo si vede in televisione, ma molto più simpatico.
L'incontro è stato interessante. Angela non si nasconde e molto chiaramente lancia un messaggio per salvare il pianeta: dobbiamo fare qualcosa tutti, altrimenti molto presto nella fascia tropici/equatore non ci sarà più possibilità di vita per l'uomo con conseguenti cospicue emigrazioni verso luoghi più ospitali.
Dice: "Noi abbiamo la fortuna di vivere nell'epoca in cui si sta meglio di tutta la storia dell'umanità e nel momento in cui l'ambiente è nel suo massimo splendore. Facciamo qualcosa perché questo non finisca."
Molti sono stati gli aneddoti raccontati riguardanti la sua attività di divulgatore.
La sua presenza era legata alla pubblicazione di una collana di libri che celebra il genio: le intuizioni, le invenzioni, le ricerche di uomini e donne capaci di scoperte rivoluzionarie che hanno cambiato il mondo e migliorato la vita di tutti.
Marcell Jacobs, campione olimpico nel 2021 a Tokyo nei 100 metri, a Torino è venuto a parlare del suo libro autobiografico "Flash".
Solitamente chi scrive un'autobiografia da giovane, nel pieno della carriera, mi infastidisce, perché tendo a catalogare la pubblicazione dell'opera come un puro sfruttamento commerciale di un'impresa.
Marcell Jacobs mi è piaciuto: umile, simpatico, intelligente e maturo. Un bel personaggio con un passato da raccontare, seppure molto giovane.
Cresciuto con i miti di Carl Lewis, Andrew Howe e Usain Bolt, lancia un messaggio ai giovani: se avete un sogno cercate di realizzarlo, con impegno, sacrifici e senza perdere di vista la meta.
Racconta di trascorrere lunghi periodi lontano da casa, di sottoporsi a molti sacrifici, ma di restare sempre concentrato sull'obbiettivo.
Mi è piaciuto molto il suo discorso circa la perfezione che va perseguita sempre, anche se è praticamente impossibile raggiungerla, ma ci si può avvicinare.
Marcell attribuisce il merito del suo successo sportivo allo staff di allenatori, fisioterapisti, mental coach che lo seguono, mentre la colpa quando le cose vanno male è solo sua.
Anche Roberto Bolle, primo ballerino al mondo a essere contemporaneamente Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell'American Ballet Theatre di New York, come Marcell Jacobs, fin da bambino ha capito di avere un sogno e un talento.
A 12 anni supera il provino per la Scala e questo lo costringe ad allontanarsi da casa.
A 15 anni lo nota Nureev, ma la Scala gli impedisce di ballare per lui. Dice si sia trattato della sua unica occasione perduta, ma che, nonostante la delusione del momento, probabilmente è stato meglio così.
È stato un pioniere nel portare la danza in televisione, il balletto all'Arena di Verona e in altri teatri all'aperto e nelle piazze e nel rendere così la danza più popolare, meno d'elite.
Ogni giorno 1h30 di lezione più 5h di prove,
grandi sacrifici per lunghi periodi, prove difficili sostenibili solo grazie a grandi motivazioni.
Il tempo passa anche per lui, ma lo stile di vita, l'alimentazione, la cura del corpo lo aiutano a spostare in là il limite.
Sia Jacobs che Bolle affermano di essere pigri... Mah... Queste dichiarazioni non mi convincono. Probabilmente pretendono molto da loro stessi e vivono con la convinzione di non fare mai abbastanza.
Entrambi mi hanno dato l'impressione di non essere "solo muscoli", ma di avere anche "tanto cervello".
"Più testa che piedi" diceva Carla Fracci e Bolle conferma che il talento non basta per emergere.
Domani torniamo a casa, stanchi ma soddisfatti!
Lunga vita al Salone del libro!
Oggi splendida tappa di avvicinamento al Salone del libro di Torino (da Arco a Milano).
Due "cuori selvaggi" sono partiti in auto per raggiungere la stazione dei treni di Peschiera del Garda. Arrivarci dalla Gardesana è stato uno spettacolo: il lago e il cielo azzurrissimi, i borghi lacustri, le torri e le fortificazioni lungo la strada appagano la vista.
Il programma di oggi prevedeva la visita a Milano dello spazio Alda Merini ai Navigli. Mi aspettavo di poter entrare nella stanza da letto della poetessa, ricreata nell'ex tabaccheria frequentata da Alda, ora spazio sociale. Non nascondo di aver provato un po' di delusione nello scoprire che la camera è visibile solamente attraverso un vetro. Quindi la visita è stata rapidissima. Poi siamo arrivati a piedi fino al Duomo, passando per il Naviglio Grande, le colonne e la Basilica di San Lorenzo. In centro ci attendeva una sorpresa: il megapalco di Radio Italia e le prove del concertone di domani sera.
Ed ora siamo carichi per domani mattina. Ci attende una giornata speciale tra libri e personaggi famosi.
Il film "Drive my car" di Ryusuke Hamaguchi, premio a Cannes per la sceneggiatura e Golden Globe come miglior film internazionale, ha vinto l'OSCAR come miglior film internazionale 2022.
La trama del film trae ispirazione da due racconti: Drive my car e Sheherazade di Haruki Murakami, entrambi contenuti nella raccolta Uomini senza donne.
A me il film, nonostante i numerosi riconoscimenti, non è piaciuto. Fonde e altera enormemente i due racconti.
La tipica lentezza di Murakami, che tanto amo nei suoi romanzi, esasperata nel film, lo rende eccessivamente lungo (2h e 59 minuti) e noioso. Ho faticato a terminare di vederlo. L'ho fatto solo sperando in una svolta clamorosa che non c'è stata.
Che dire di Sanremo?
Come ogni anno è un evento che seguo. Non con spasmodica attenzione. Lascio la tv accesa e ascolto il programma mentre faccio altre cose: stiro, riordino e di tanto in tanto osservo con più attenzione, attirata da qualche canzone o ospite che mi piace di più. A fine puntata non arrivo mai, nemmeno il giorno della finale, mi addormento sempre sul divano. Non per noia. Per stanchezza. La stanchezza di chi si alza ogni mattina prestissimo per riordinare un po' la casa prima di andare in ufficio. Il vincitore lo scopro il giorno dopo.
Quest'anno non è stata una grande sorpresa, dato che la canzone vincitrice era in testa alla classifica fin dalla prima puntata.
Non voglio criticare le canzoni. Ognuno di noi ha dei gusti personali.
Dico però alcune cosette in merito: Mahmood ha vinto. La canzone è bella , ma la sua voce non mi piace, perchè faccio fatica a capire le parole quando canta. Elisa è Elisa, con una voce limpidissima e capacità canore indubbie. Morandi merita sicuramente il podio per la simpatia. La sua canzone è spensierata e allegra in un periodo tristissimo.
"Ciao ciao" de La rappresentante di lista diventerà un tormentone.
Emma, Noemi, Iva Zanicchi e Giusy Ferreri promosse!
Mi sono piaciute le co"conduttrici" Drusilla Foer, elegante e colta, e Maria Chiara Giannetta, spigliata e simpatica attrice che insieme a Maurizio Lastrico ha ripercorso la storia della musica italiana con un divertente gioco di citazioni.
Mi sono piaciuti gli ospiti Maneskin, Fiorello e Cremonini, che ho avuto modo di incontrare qualche mese fa al Salone del libro di Torino.
Voi vi chiederete come mai parlo di Sanremo su un blog letterario. Semplicemente perché le canzoni raccontano delle storie, come i romanzi. Delle storie da ascoltare e da citare, proprio come le belle frasi che sottolineiamo nei libri.
"E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
Ascolteranno queste parole
Si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore
Risponderò come rispondo anche a me
Che
Amarti è credere che
Che quello che sarò sarà con te."
Giovanni Truppi - Premio Lunezia per Sanremo per il valore letterario della canzone "Tuo padre, mia madre, Lucia"
Lo scrittore Alessandro Baricco, autore - tra gli altri - degli splendidi romanzi Novecento e Mr Gwyn, ha annunciato ieri di essere affetto da leucemia mielomonocitica cronica e che dovrà sottoporsi ad un trapianto di cellule staminali. Questo il suo messaggio apparso sui social:
Ehm, c’è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto. Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni (be’, non è così semplice, ci stiamo lavorando da mesi, è un lavoro di pazienza). A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso. Molto altro non mi verrebbe da aggiungere. Forse, ecco, mi va ancora di dire che percepisco ogni momento la fortuna di vivere tutto questo con tanti amici veri intorno, dei figli in gamba, una compagna di vita irresistibile, e il miglior Toro dai tempi dello Scudetto. Sono cose, le prime tre, che ti cambiano la vita. La quarta certo non te la guasta. Insomma, la vedo bene. Per un po’ non contate su di me, ma d’altra parte non abituatevi troppo alla cosa perché i medici che si sono ficcati in testa di guarirmi hanno tutta l’aria di essere in grado di riuscirci abbastanza in fretta.
Abbracci
In bocca al lupo ad Alessandro Baricco, con la certezza che tornerà presto ad allietarci con i suoi splendidi scritti.
LibriCitando oggi compie 2 anni e ogni giorno che passa la mia voglia di scrivere di libri e imparare a farlo bene aumenta.
Ho cominciato pubblicando dei semplicissimi consigli di lettura, poi tante idee mi sono venute e ho parlato dei libri attraverso le interviste agli autori, le citazioni, le curiosità letterarie, i resoconti dei festival a cui ho partecipato (Intermittenze, Salone del libro di Torino). Molte altre idee stanno aspettando di essere realizzate.
Mi piacerebbe avere molto più tempo per scrivere sul mio blog, ma posso dedicargli ritagli tra lavoro, famiglia e sport. Recensisco solo libri letti e il tempo richiesto per farlo è molto. Non si tratta solo di scrivere, prima bisogna leggere!
In questi due anni ho anche collaborato con La Repubblica, coordinando un gruppo di lettori per i tornei di Robinson e attualmente sto frequentando un laboratorio di scrittura (specifico per chi scrive di libri).
Le mie recensioni sono e resteranno dei consigli di lettura basati sul mio gusto personale e sulle emozioni che mi hanno trasmesso. Non ho il bagaglio necessario per fare critica letteraria e francamente quel tipo di recensioni mi annoiano.
Il numero di lettori che il blog ha raggiunto mi gratifica e mi invoglia a continuare. Il mio obiettivo è trasmettere la passione per la lettura. Nel mio blog, per scelta, non c'è pubblicità. Il mio guadagno consiste nella soddisfazione di ricevere i ringraziamenti di qualche autore per una mia recensione o la richiesta di leggere e recensire un libro.
Per ora l'entusiasmo è ancora molto alto.
Grazie a chi mi legge. Suggerimenti e anche critiche sono ben accetti.
“Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo.”
Cesare Pavese
La grafica del post è opera di Davide Zanin
Oggi la piattaforma di prenotazione agli eventi del Salone era in tilt, probabilmente presa d'assalto dai visitatori per assicurarsi un posto agli incontri con gli autori preferiti.
Nonostante le corsie preferenziali di ingresso che permettono ai blogger di saltare la fila, la prenotazione ai singoli eventi è consigliata anche per noi.
Data la situazione, questa mattina io e Matteo abbiamo deciso di fare un giro in centro a Torino, visitare Palazzo Reale, la Galleria Sabauda e il mercatino dei libri usati e rari (evento di SalTo off).
Cultura a 360 gradi, non solo libri.
Nel pomeriggio un ultimo salto al Salone, prima di partire verso casa, per assistere all'incontro con il due volte Premio Strega Sandro Veronesi e ad assaporare ancora un po' di "profumo" di carta stampata tra gli stand.
Io, purtroppo, leggo molto su e-reader, perché i libri cartacei a casa non so più dove metterli. Acquisto solo in formato cartaceo i libri dei miei autori preferiti.
Confesso, sottovoce, che io non ho trovato "Il colibrì" all'altezza di un Premio Strega. Tuttavia non posso negare che Sandro Veronesi sia uno scrittore importante, molto amato e l'incontro di oggi, con Mario Calabresi e Marco Missiroli autore di "Fedeltà", nella spettacolare Sala Oro all'Oval del Lingotto, era imperdibile, se non altro per la presenza contemporanea di tre grandi autori.
L'evento è stato un po' snobbato. Lilli Gruber che l'ha preceduto ha riempito la sala.
Vi ricordate le emozioni che provavate da ragazzini quando riuscivate a incontrare il vostro cantante o attore preferito?
Vi assicuro che le emozioni nell'incontrare gli scrittori del cuore sono le stesse.
Ed è fantastico che siano accolti al Salone del libro come delle star! Stelle che veicolano cultura.
Dal Salone del libro è tutto. Torniamo a casa, stanchi ma felici.
Per chi ama leggere è un evento a cui vale la pena partecipare almeno una volta nella vita.
Palazzo reale
tra gli stand degli editori
LibriCitando in prima fila all'incontro con Sandro Veronesi
il firma copie di Alessia Gazzola
Oggi giornata decisamente più emozionante di quella di ieri.
Primo incontro con Viola Ardone (autrice del famosissimo "Il treno dei bambini") e Gaia Manzini. Assente la annunciata Ambra Angiolini (che sta vivendo un momento non troppo felice).
Presentazione "classica" dell'ultimo romanzo della Ardone "Oliva Denaro" (anagramma del nome della scrittrice) che sicuramente leggerò.
Il tema del romanzo è molto serio (lo stupro di una ragazza che rifiuta il matrimonio riparatore) e la presentazione è risultata inevitabilmente molto "classica", forse un po' troppo "scolastica" (la Ardone insegna italiano e latino al liceo).
Molto diverso l'incontro con Antonio Manzini e Giampaolo Simi, giornalista e scrittore.
Divagazioni, battute, una splendida e giocosa presentazione di "Vecchie conoscenze", ultimo capitolo (per ora) della serie di romanzi gialli con protagonista Rocco Schiavone. Io l'ho già letto, ma non potevo davvero perdermi un simile incontro. Davvero esilarante.
Tre sono stati gli eventi a cui ho partecipato oggi, alternandoli alla visita degli stand degli editori. L'ultimo al centro congressi con Cesare Cremonini, cantante che conosciamo tutti, molto riservato, ma che nella sua biografia musicale "Let them talk. Ogni canzone è una storia" svela molto di sé.
Un incontro straordinario con un Cremonini in splendida forma, presentato da Nicola Lagioia e intervistato da Mario Calabresi, entrambi scrittori che io amo molto.
Mi ha fatto molto piacere incontrare allo stand della Giraldi Editore la giornalista e scrittrice Isa Grassano, di cui ho recensito l'anno scorso il suo primo romanzo (rosa) che affronta un tema molto delicato, ma non vi svelerò altro per non rovinarvi la lettura.
Isa, simpaticissima e molto disponibile, sta lavorando al sequel di "Un giorno sì un altro no".
Sarebbe bello riuscisse a presentarlo in Trentino.
Ho avuto modo di conoscere anche la direttrice editoriale della Giraldi Editore, Rossella Bianco, che ha pubblicato il romanzo di Isa.
Purtroppo file lunghe di attesa, anche per gli accreditati, e impossibilità ad entrare agli incontri, se non prenotati in anticipo. Senza prenotazione, per sperare di entrare, è necessario mettersi in fila ore prima. Alberto Angela, ad es., dopo un minuto dall'apertura delle prenotazioni aveva già i posti esauriti.
Questa situazione ha anche un lato positivo: la gente fa la fila per entrare ad eventi culturali. E questa è una grande bella notizia.
Stay tuned. Domani terza ed ultima puntata di "Cronache dal Salone del libro di Torino" per la coppia arcense di blogger.
Viola Ardone presenta "Oliva Denaro"
Antonio Manzini con Giampaolo Simi.
Cesare Cremonini con Mario Calabresi
Pausa caffè con la scrittrice Isa Grassano, con la direttrice editoriale Rossella Bianco e con lo scrittore Roberto Giardina.