LA CITTA' DEI VIVI Nicola Lagioia

Ho letto "La città dei vivi di Nicola Lagioia" con un gruppo di lettura on line (Immersioni letterarie). Non si tratta di un romanzo, purtroppo, ma di una storia vera. Un omicidio (apparentemente senza movente) avvenuto 4 anni fa a Roma. Devo ammettere che, a differenza dell'autore, non avevo per nulla seguito il caso. Non sono molto attirata dalla cronaca nera. L'unica volta in cui mi è capitato di seguire, quasi morbosamente, un fatto del genere è stato con l'omicidio del piccolo Samuele a Cogne. In quell'occasione cercavo di comprendere cosa fosse successo. Ero una giovane mamma e desideravo che la madre risultasse innocente. Volevo un "mostro fuori casa". E, in quel caso, mi sono posta la domanda se sarebbe potuto succedere a me. Nicola Lagioia pone proprio questa domanda nel suo libro: noi speriamo sempre di non avere la sfortuna di essere vittime di un delitto, ma ci poniamo mai la domanda se potremmo essere noi il carnefice? Questo libro è scritto benissimo. Descrive alla perfezione, dopo un lunghissimo lavoro di ricerca e indagini, in quale ambiente é maturato l'omicidio. Dipinge Roma basandosi su una conoscenza personale della città, per cui nutre un sentimento di profondo amore/odio. L'autore ci racconta la vita dei tre ragazzi coinvolti: Manuel Foffo, Marco Prato e Luca Varani. Ce li descrive attraverso le loro deposizioni, le interviste rilasciate, gli atti del processo, le perizie e i ricordi di amici e parenti. E non ci risparmia nemmeno le parti più crudeli di quanto avvenuto. Sicuramente si è trattato di un dramma per tutti, nessuno escluso. Nicola Lagioia si apre intimamente con i lettori, raccontando anche fatti personali del suo passato riemersi nella sua mente in seguito a questi avvenimenti. Io sono stata a Roma moltissimi anni fa. Ho trascorso tre giorni da turista. L'ultimo giorno, subito prima di lasciare la città, in un parcheggio qualcuno ha aperto la mia auto, ha frugato nelle mie valigie, ha rubato le cose di valore. Questo episodio mi ha lasciato l'amaro in bocca e a Roma non sono più tornata. Leggendo questo libro ho avuto la conferma che, seppure bellissima, io a Roma non potrei mai vivere. Il caos, la confusione, i malfunzionamenti, il degrado non fanno per me. Io ho bisogno di un ambiente più pulito,ordinato, come quello che Nicola Lagioia ha trovato a Torino, ma da cui fugge, appena può, per tornarsene nel caos di Roma. Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Viviamo nell'incubo di venire derubati, ingannati, aggrediti, calpestati. E' più difficile avere paura del contrario. Preghiamo Dio o il destino di non farci trovare per strada un assassino. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice? E' sempre: ti prego, fa che non succeda a me. E mai: ti prego, fa' che non sia io a farlo." "Ci sono genitori persuasi che i figli siano irrimediabilmente dei perdenti, altri credono di aver messo al mondo dei geni, o più modestamente delle creature incapaci di sbagliare. Questo tipo di cecità può esasperare, ma in casi estremi muove a compassione." ★★★★★ scopri come valuto i libri 🍋 limone

0 commenti