Caro autore de "Le colpe dei padri", il tuo libro mi ha tenuta incollata alle pagine. Quando ero al lavoro o fuori casa con gli amici mi capitava di scoprirmi a pensare al protagonista. Non vedevo l'ora di tornare a casa e riaprire il libro. Mi hai raccontato la storia di Guido/Ernesto in modo originalissimo. Per Guido ho provato pena, simpatia, antipatia, un misto di sentimenti. E nel raccontarmi la sua vicenda, mi hai coinvolta moltissimo. Ho conosciuto attraverso le tue parole le lotte operaie degli anni '70 a Torino, le vicende della FIAT, le Brigate Rosse. Mi hai raccontato un dramma personale.
A voi cari lettori consiglio di leggere questo romanzo originalissimo di Alessandro Perissinotto, perché sono sicura che vi metterete nei panni di Guido. Vi chiederete come reagireste incontrando casualmente qualcuno che dice di conoscervi, di aver trascorso l'infanzia con voi, vi chiama con un nome diverso dal vostro. Sarete colti dall'incredulità e dalla curiosità di sapere se da qualche parte c'è un vostro sosia o un gemello sconosciuto o se non siete chi pensate di essere.
Guido dapprima rifiuta l'idea di essere una persona diversa da chi ha sempre creduto, poi si insinua in lui il dubbio e infine quel pensiero diventa per lui un'ossessione. La sua vita è stata stravolta da un incontro occasionale, le sue certezze sono crollate. E nel mentre vi state arrovellando il cervello per capire chi sia davvero Guido Marchisio, tornerete indietro nella storia per arrivare ai suoi primi anni di vita che sono gli anni delle lotte operaie e delle Brigate Rosse.
E' questa la colpa più grande di ogni padre, quella di costringere i figli a rendergli conto delle loro azioni. In questo, i padri terrestri sono più esigenti di quelli celesti. [...] Dei padri umani, invece, siamo prigionieri: siamo liberi di compiacerli o di deluderli, ma non di plasmare le loro aspettative nei nostri confronti. Con Guido poi il destino era stato ancora più crudele. Per tutta la vita, lui non aveva fatto altro che assecondare il volere di suo padre, di Vittorio Marchisio: no, un cane in casa no, perchè sporca, no, niente veterinaria, perchè è da falliti, sì, ingegneria sì, la carriera, certo... Lo aveva obbedito senza troppe difficoltà, facendo dell'acquiescenza un abito naturale, appagandosi della gioia di essere a sua volta obbedito e temuto.
★★★★★
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🍾 spumante
Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
Questo è l'incipit del racconto "Gli inviti superflui", uno dei "Sessanta racconti" di Dino Buzzati, premio Strega nel 1958. È un racconto breve e bellissimo e tra i più famosi della raccolta. L’autore evoca un amore lontano e ormai finito.
Ho scelto questa citazione per accogliere l'inverno.
Vi invito a leggerlo tutto a questo link.
Il vice questore Rocco Schiavone e l'amico Brizio intraprendono un viaggio in Sud America alla ricerca di Furio, a sua volta alla ricerca di Sebastiano, l'amico "traditore".
Si tratta di un racconto breve che serve all'autore per spiegare che fine ha fatto Sebastiano, fuggito dopo aver tradito Rocco e gli inseparabili amici di sempre.
Sconsigliatissimo a chi non ha letto tutto, ma proprio tutto, di Rocco Schiavone.
Io avrei preferito che l'autore svelasse il mistero inserendolo in un romanzo giallo. Fino ad ora Manzini ci aveva raccontato l'evoluzione del personaggio di Rocco, la sua vita, i suoi amori, le sue debolezze parallelamente al racconto di inchieste investigative.
Il libro non è stato molto apprezzato dagli appassionati lettori. Manzini in una recente intervista ha risposto così alle critiche ricevute: "Non so da cosa dipenda l’amaro che rimane in bocca al lettore. Dal finale? Dalla nouvelle intera? È un libro sull’amicizia, sul valore assoluto di un rapporto che si instaura fra esseri umani senza secondi fini o interessi. È quindi un argomento delicato, non sempre si riesce a perdonare o a vendicare un torto. La chiusura di un rapporto così profondo è soggettiva, insindacabile, a mio parere, ed io ho cercato di far comprendere al lettore un pezzo dell’anima di un un uomo come Rocco: che reagisce come sa e come può. Se questo non è piaciuto, mi dispiace ma il libro per me è concluso come meglio non avrei potuto".
Mi consola sapere che altro leggeremo ancora di Rocco Schiavone e probabilmente questa "parentesi esplicativa" serviva all'autore per chiudere definitivamente un capitolo della vita del vice questore.
Sono anni che scherzosamente nelle interviste Manzini afferma che nel "prossimo episodio Schiavone morirà". Nella realtà l'autore ama questo personaggio quanto noi e molte vicende personali di Rocco sono ancora aperte, confuse e da chiarire. Altri episodi arriveranno e noi restiamo in attesa.
Curiosità: il titolo del libro è chiaramente ispirato al film commedia degli anni Sessanta "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" diretto da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi e Alberto Sordi.
"Sebastiano l'aveva tradito, un'amicizia lunga quarant'anni e che amicizia non era, dopo la morte di Marina era stato il dolore più profondo della sua vita. Non voleva saperne più nulla di Sebastiano, dimenticare la voce, il viso e il colore degli occhi: anche le storie vissute insieme. Sebastiano doveva trasformarsi in un'ombra, una velatura nel mondo dei ricordi per dissolversi con gli anni fino a trasformarsi in fumo, un filo grigio e sottile che si sarebbe confuso con l'aria e col cielo."
★★☆☆☆
🍨 mousse alla fragola
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Come si può provare così tanta ammirazione per qualcuno che non si conosce e che è morto novant'anni fa? Non lo so, eppure posso dirvi che Emmy Noether merita la fama dei grandi artisti: chi conosce Picasso dovrebbe conoscere Noether; e così chi conosce Chagall, Modigliani o Duchamp. Se simili personalità meritano di essere nella memoria collettiva allora certamente anche Emmy Noether lo merita. "Noether, La creazione dell'algebra astratta", edito RBA, si propone di spiegare al grande pubblico perché questa incredibile donna del diciannovesimo secolo sia degna di tante buone parole. Di dimensioni modeste, il libro fa parte non a caso di una pubblicazione settimanale intitolata "I geni della matematica".
Il format è interessante: capitoli biografici si alternano a capitoli dedicati alla matematica. La narrazione è cronologica ed ha inizio ad Erlangen, la cittadina tedesca che diede i natali ad Emmy Noether. In parallelo, le brevi lezioni di matematica partono dalle basi. Il lettore è prima introdotto alla particolare simbologia matematica e poi iniziato a due delle più potenti armi del matematico: insiemi e applicazioni. Con questi strumenti viene spiegato come si "conta fino ad infinito" e in che senso esistono infiniti più grandi di altri.
Nel frattempo, Emmy Noether affronta l'ambiente universitario, quasi totalmente chiuso alle donne. Pagina dopo pagina si impara a conoscere la tenacia di questa mente brillante e, tra una spiegazione e l'altra, anche il valore delle innovazioni che ha portato nella matematica e nella fisica.
Il suo contributo maggiore alla fisica è certamente il teorema di Noether; capace di rivelare il legame nascosto tra tempo ed energia, spazio e quantità di moto. Queste connessioni nascoste saranno tra le poche caratteristiche della fisica classica a sopravvivere alla rivoluzione quantistica. L'eredità maggiore che Emmy Noether ha lasciato alla matematica è probabilmente il metodo assiomatico. Nel libro è spiegato con maggiore dettaglio, ma in poche parole è un approccio per il quale invece che lavorare con oggetti matematici specifici si manipolano oggetti dei quali si conoscono solo alcune proprietà. In questo modo si possono scoprire teoremi applicabili ad oggetti che neanche si avevano in mente ma che rispettano le proprietà fissate. Oggi, grandissima parte della matematica è fatta in questo modo. Si tratta di un livello di astrazione maggiore, solitamente trascurato alle scuole superiori ma utilizzato da tutti gli studenti universitari di matematica.
Forse è meglio che non dica altro sulla vita di questa donna che tanto ha dato e così poco ha ricevuto in cambio: il resto potrete leggerlo voi stessi.
«Non sarebbe stato male mandare la vecchia guardia di Gottinga a scuola da lei» —Albert Einstein
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
"L'amore è anche imparare a rinunciare all'altro, a saper dire addio senza lasciare che i tuoi sentimenti ostacolino ciò che probabilmente sarà la cosa migliore per coloro che amiamo." - Sergio Bambarén
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
“Una volta accettata la consapevolezza che anche fra gli esseri più vicini continuano a esistere distanze infinite, si può evolvere una meravigliosa vita, fianco a fianco, se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro, che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l'altro, nella sua interezza, stagliato contro il cielo.” - Rainer Maria Rilke
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
"Arriva un momento in cui ti accorgi per che cosa ne vale veramente la pena, per che cosa no.
Ti accorgi chi sono le persone vere e chi no.
Ti accorgi chi è stato importante e chi no. Chi ti ha voluto bene e chi no.
Perché c'è sempre nel corso della vita il momento in cui tiri le somme e volti pagina; il momento in cui continui a camminare per la tua strada e nel frattempo cambi via. Non tutte le strade sono sempre dritte: durante il percorso troverai qualche buca. Qualcuno che ti ostacolerà. Qualcosa dietro l'angolo che non saprai di trovare. La strada della tua vita la spianerai da solo... piano piano camminando... e nel tragitto non smetterai mai di imparare…." - Alessandro Baricco
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
"È in questo che consiste il vero amore: lasciare che una persona sia ciò che davvero è. La maggior parte delle persone ti ama per quello che pretendono tu sia." - Jim Morrison
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
"Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore." - Emily Dickinson
Novembre è il mese dell'anno che mi piace meno. Le giornate sono corte, spesso piovose e grigie. Per renderlo meno triste ho deciso di pubblicare ogni giorno una "dolce" citazione.
“L’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona - Albert Einstein