E' calato domenica 17 settembre il sipario della quinta edizione di intermittenze e a chiudere il programma è stata Benedetta Tobagi, freschissima vincitrice del premio Campiello 2023, con lo spettacolo di reading e musica "La resistenza delle donne", tratto dal suo omonimo libro.
Nelle magiche location di Palazzo Martini, della Rocca e della Spiaggia degli Olivi si sono svolti gli attesissimi incontri. Non sono solo io a pensare che i luoghi siano incantevoli. Basta aprire i social degli ospiti presenti per trovare decine di foto fatte e postate da loro. Selfie, ritratti o immagini paesaggistiche in cui la fanno da padroni il lago di Garda, il Monte Brione, le due gardesane e la centrale del Maroni. Io stessa ho immortalato Antonio Manzini nel parco della Rocca intento a fotografare il Garda.
Prima di raccontarvi minuziosamente curiosità ed aneddoti di quanto accaduto negli incontri a cui ho partecipato, vorrei condividere con voi alcune impressioni generali.
Età media dei partecipanti: 60 anni. Sebbene il pubblico fosse numeroso, colto ed entusiasta, l'equilibrio tra capelli bianchi e visetti acneici non c'era. Mi sento di escludere che si tratti di un errore nella scelta degli ospiti. Con grande tristezza purtroppo prendo atto che i giovani non escono di casa per andare ad ascoltare uno scrittore. Al contrario di me, a loro non pare interessare chi siano gli autori, quale percorso di vita abbiano fatto, che cosa abbia significato scrivere quel romanzo, quel saggio, quella poesia o quale sia stato il motivo. O forse interessati lo sono, ma si accontentano di un video su youtube o di un'intervista online.
Si dice - ed è confermato dalle vendite - che i giovani siano attirati dai manga e dai fumetti, che quello sia il loro genere preferito. In effetti al Salone del libro di Torino ho potuto vedere anche io folle di giovanissimi accalcati davanti allo stand di One Piece e file lunghissime davanti al firma copie di Zerocalcare in attesa di un disegnetto. Che sia questa la strada da percorrere per ampliare il già numerosissimo pubblico di intermittenze ed attirare qualche giovane in più? Ve lo immaginate Zerocalcare al parco della Rocca?
A parte la bassa affluenza del pubblico dei giovani che è un problema non tanto del festival di Riva del Garda, ma generale, quella di intermittenze sembra essere una formula magica. A ragionarci bene però tanto magica non è. E' piuttosto il frutto di un grande lavoro di programmazione del direttore artistico Emiliano Visconti e delle bravissime ed instancabili organizzatrici del festival Marina Tomasi e Isabelle Yrma Pace. Come ha detto Emiliano Visconti in chiusura del festival, "senza di loro intermittenze non esisterebbe".
A me piace arrivare in sordina agli eventi, confondermi tra la gente, raccogliere le loro impressioni ed è curioso come siano davvero diversi i pareri uno dall'altro. Capita di cogliere, per esempio, opinioni opposte sull'incontro con la poetessa Viviane Lamarque e sentire con l'orecchio destro commenti entusiastici: "bravissima, simpaticissima, capace con poche parole semplici di trasmettere tanto" e con il sinistro: "Questa non è poesia, quella di Proust lo è". Oppure: "Emanuele Trevi è strepitoso" e "mah...porto via poco..." E allora mi viene da pensare che non importa se le opinioni sono diverse. Anzi. Vai ad ascoltare gli autori, scambia la tua opinione con gli altri, rifletti su quanto ti dicono! Raccoglierai sicuramente di più che accontentandoti di ascoltare un video, assorbirne le idee, non ribattere, non interagire.
Fatte queste premesse, entro nel vivo degli incontri per raccontarvi che cosa "ho portato via" e sicuramente sarà diverso da quello di qualunque altro.
FRANCESCO ZANI e ROBERTO MERCADINI
L'incontro previsto in realtà avrebbe dovuto essere tra Daniele Mencarelli e Francesco Zani. Mencarelli a causa di un problema familiare non ha potuto però essere presente. Lo ha sostituito Roberto Mercadini, già a Riva del Garda poichè tre ore dopo si sarebbe svolto il suo monologo "Fuoco nero su fuoco bianco". Mercadini e Zani si conoscono. Mercadini ha già presentato il libro di Zani. Entrambi vivono o hanno vissuto a Cesenatico, dove è ambientato "Parlami" di Francesco Zani. Si tratta del primo romanzo del giovane autore e affronta il problema della disabilità, raccontando in seconda persona le vicende di un bambino affetto da mutismo selettivo. Zani dice di aver scelto questa modalità di scrittura non tradizionale dopo aver letto ed essere rimasto affascinato da "Resto qui" di Marco Balzano. Mi permetto di dire, senza nulla togliere alla bravura di Mercadini, che il dibattito ha sicuramente sofferto l'assenza di Mencarelli che avrebbe presentato il suo romanzo "Fame d'aria", in cui ha affrontato il tema dell'autismo. Quando Emiliano Visconti ha pensato a questa intermittenza, sicuramente aveva in mente non una semplice presentazione di due romanzi, ma un dialogo tra due autori che hanno raccontato storie di disabilità e sofferenza.
EMANUELE TREVI
Emanuele Trevi si autodefinisce uno "scrittore punk". Figlio di uno psicanalista e di una neurologa, Trevi sceglie fin da giovanissimo la scrittura. Dice di non essere stato un grande lettore da bambino e che la svolta è avvenuta a dodici anni dopo aver letto "Il signore degli anelli". "Ogni libro va letto al momento giusto" afferma, aggiungendo che questo può aiutare a trovare la propria voce narrativa. Autore di "Due vite", premio Strega 2021, a Riva del Garda ha presentato il suo ultimo romanzo, autobiografico, "La casa del mago", in cui parla di suo padre. Il "mago" è infatti il padre e la magia è quella di saper guarire le anime. Trevi non lo giudica mai nel suo romanzo. Lo descrive attraverso i suoi comportamenti. Nell'incipit, ad esempio, la madre di Emanuele bambino, riferendosi alla distrazione del padre gli ripete spesso: "Lo sai com’è fatto". Emanuele non dice mai che il padre è distratto, te lo fa capire. Trevi è un grande ritrattista letterario. Avete mai letto "Mr Gwyn" di Alessandro Baricco? Gwyn è un famoso scrittore che decide di smettere di scrivere romanzi, ma trova il modo di non smettere con la scrittura, inventandosi una nuova professione: fare i ritratti delle persone attraverso le parole scritte, senza dipingere. Emanuele Trevi è il nostro Mr Gwyn.
PAOLO DI PAOLO, INGO SCHULZE e STEFANO ZANGRANDO
Il dialogo tra Paolo di Paolo, scrittore italiano, autore del recentissimo "Romanzo senza umani" e Ingo Schulze, uno dei più importanti scrittori contemporanei tedeschi, è stato davvero interessante e profondo, merito sicuramente delle acute domande e riflessioni di Di Paolo. Quanto pesano le abilità di un moderatore in un incontro? Molto. Paolo di Paolo lo ha saputo fare molto bene. Tradotto in Italia da Stefano Zangrando, presente all'incontro, Schulze è un autore che frettolosamente si potrebbe classificare tra gli scrittori che si occupano del passaggio dal socialismo della Germania dell'est al capitalismo della Germania unita. In realtà lo stesso autore precisa di essere autore di molti romanzi che nulla hanno a che fare con quel tema e quel periodo. Resta il fatto che Schulze è molto conosciuto per il suo romanzo "Vite nuove", ambientato nella ex Ddr nel gennaio 1990. Ed anche nel suo ultimo romanzo "La rettitudine degli assassini", Schulze narra una storia ambientata in quegli anni. Protagonista il proprietario di una libreria antiquaria di Dresda. Gli amanti dei libri di tutta la Germania dell'Est sanno di poter trovare fra i suoi scaffali sempre nuovi tesori, ma dall'autunno del 1989, tutto cambia. I clienti diminuiscono, poi arriva la concorrenza di internet e Norbert Paulini, il libraio, cerca di resistere. Schulze lo definisce un romanzo sull'amore per il libro stampato e quell'amore lo ribadisce anche ad intermittenze affermando che "I libri di carta non spariranno!". Tre sono le voci narranti: il libraio, l'autore e l'editore. Tra le molte affermazioni stimolanti di Schulze, una in particolare è stata: "Io non voglio restare solo con le mie esperienze." Schulze scrive per questo.
ANDREA TARABBIA e LORENZO BORRONI
Andrea Tarabbia scrive benissimo e legge anche molto bene al ritmo della batteria, però io mi sono persa...Poco vi so dire di questo incontro, perchè il suono della batteria di Lorenzo Borroni mi catturava e distraeva dalle letture di Tarabbia. Intermittenza interessante, ma io non sono sufficientemente multitasking da riuscire a seguire il racconto senza perdermi tra i suoni.
FABIO GENOVESI
E poi arriva il simpaticissimo Fabio Genovesi con la presentazione alla Spiaggia degli olivi del suo "Oro puro", storia della scoperta dell'America raccontata da un giovane mozzo inesperto. Genovesi ha iniziato a lavorare a questo romanzo quindici anni fa leggendo i diari di Cristoforo Colombo. L'autore ha fatto anche il viaggio in nave dall'Europa all'America su un mercantile per immergersi totalmente in un mondo in cui si vedono e si confondono tra loro solo acqua e cielo.
Lo scrittore vive solo, ama la solitudine, scherza su sé stesso e racconta di come nascono i suoi scritti. Dettati dal nonno morto o inventati? Diciamo che Fabio Genovesi ha un modo tutto suo di interrogare il nonno e di interpretarne le risposte. Ad ogni modo la scrittura dice sia la sua salvezza.
Di Fabio Genovesi io ho letto "Il mare dove non si tocca" e solo ad intermittenze ho capito che quel romanzo che narra la storia di un ragazzino con 9 nonni, in realtà zii, è la sua storia. Unico erede di dieci fratelli maschi, uno solo sposato e con famiglia, gli altri solitari, impetuosi ed eccentrici. Fabio cresce senza frequentare i suoi coetanei e il primo giorno di scuola scoprirà che i suoi compagni hanno molti giocattoli e pochissimi nonni.
TERZA PAGINA CON NADIA TERRANOVA, STEFANIA AUCI, STEFANO ZANGRANDO, CARLO LUCARELLI, ANNA VOLLMER.
Terza pagina" è l'imperdibile incontro in cui si leggono gli inserti culturali dei giornali con alcuni ospiti del festival, mentre si beve il caffè e si mangia una brioche nel parco della Rocca.
Quest'anno l'incontro è stato animato, a sorpresa, da Nadia Terranova, Stefania Auci, Stefano Zangrando, Carlo Lucarelli e Anna Vollmer. Io la rassegna stampa di intermittenze non me la perdo mai. E' come passare la domenica mattina al bar con degli amici letterati a parlare di letteratura.
PATRIZIA LAQUIDARA, NADIA TERRANOVA e STEFANIA AUCI
Spettacolare incontro "oltre lo stretto" con spot antiponte annesso. Le tre artiste siciliane hanno incantato il pubblico con racconti personali, ricordi e le originalissime letture cantate di Patrizia Laquidara, cantautrice e scrittrice di origine siciliana, tratte dal suo romanzo biografico "Ti ho vista ieri".
Tutti conosciamo Stefania Auci, autrice del romanzo storico che narra la saga dei Florio e Nadia Terranova che con il suo "Trema la notte" racconta la tragedia del terribile terremoto che colpì Messina nel 1908. Io non conoscevo invece Patrizia Laquidara, cantautrice dalla voce limpidissima e autrice quest'anno del suo primo romanzo.
Terranova, Auci e Laquidara hanno trascinato i presenti nelle atmosfere isolane, rievocando suoni e profumi dei mercati di Messina, Palermo e Catania. Pesce, granite e arancinə - "tollerando lo schwa solo in questo caso" hanno affermato, alludendo alla disputa tra "arancino" e "arancina".
VINCENZO LATRONICO e MADDALENA FINGERLE
Sinceramente mi aspettavo qualcosina in più da questo incontro. In particolare da Latronico. Ammetto di non aver mai letto nulla di suo, nemmeno "Le perfezioni" ed ero intenzionata a rimediare con il suo ultimo lavoro "La chiave di Berlino". Sono andata via poco convinta. Forse ci proverò comunque a leggere qualcosa di suo, perchè anch'io concordo con quanto detto da Schulze il giorno prima: "Sono disponibile a cambiare idea grazie ai libri". Latronico non ha saputo conquistarmi? Forse lo farà la sua scrittura.
Quanto a Maddalena Fingerle, troppe poche domande, troppo poco spazio a lei che, al contrario di Latronico, si pone in modo semplice e solare. Speriamo torni a trovarci per raccontarci un po' di più del suo "Lingua madre", premio Italo Calvino 2020. Ricordo perfettamente quando il radio giornale regionale diede l'annuncio della vittoria della bolzanina. Ero a Bressanone in vacanza. Subito cercai di saperne di più sull'autrice e trovai sul suo sito alcuni racconti che mi piacquero molto.
ANTONIO MANZINI e CARLO LUCARELLI
Quante volte ho assistito agli incontri con Manzini e Lucarelli? Non lo so. Non le conto nemmeno più. E sapete perchè mi piace andarci? Perchè si parla di tutto, fuorchè dei libri che stanno promuovendo. Quelli si leggono, punto. Il bello è conoscere Manzini, conoscere Lucarelli, scoprire come e perchè nascono i loro personaggi, i loro racconti. Perchè, diciamocelo chiaramente, i gialli e i noir di Manzini e Lucarelli sono solo dei pretesti per affrontare problemi importanti che stanno a cuore agli autori. Tra ricordi ed aneddoti, Manzini svela di non amare più Roma, di essere fuggito dalla sua città e che forse nemmeno Rocco Schiavone la ama più. Lucarelli invece parla bene della sua Bologna. Non è vero che è pericolosa, Bologna è una città ricca di opportunità. Parlano anche dei loro personaggi seriali, non perfetti. Solo Maigret è perfetto. Schiavone, Coliandro e gli altri creati dalle loro penne sono personaggi problematici. Ricordano anche l'interessantissimo lavoro svolto dagli studenti della facoltà di scienze cognitive di Rovereto circa un anno fa con il quale i futuri psicologi li hanno analizzati, tracciandone dei profili psicologici. Io avevo partecipato alla restituzione finale ed era stato davvero interessante.
A Riva del Garda, sul palco nel parco della Rocca abbiamo assistito ad un dialogo quasi teatrale tra due esperti intrattenitori. Non scordiamoci che Manzini è anche attore e Lucarelli conduttore televisivo.
Ho già letto "Elp" di Manzini, non ancora "Bell'Abissinia" di Lucarelli.
BENEDETTA TOBAGI, GIULIA BERTASI e ANNA BONAIUTO
Le tre artiste hanno messo in scena nel cortile della Rocca il reading teatrale "La Resistenza delle donne", tratto dall’omonimo libro di Benedetta Tobagi, dando voce alle donne che furono protagoniste della Resistenza attraverso letture di diari, lettere e testimonianze. La voce dell'attrice Anna Bonaiuto, la fisarmonica di Giulia Bertasi e la proiezione di foto storiche hanno accompagnato la narrazione della Tobagi, vincitrice la sera precedente del Premio Campiello 2023.
Lo spettacolo, rigoroso storicamente, crudo, ma al tempo stesso poetico, è stato molto apprezzato dal pubblico rivano che ha costretto le autrici a tornare sul palco più volte al termine.
Ho aperto e chiuso questo resoconto con Benedetta Tobagi che ritengo sia stata l'intermittenza 2023 per antonomasia (l'incontro tra musica e parole) e resto in curiosa attesa della prossima edizione, certa che Emiliano Visconti e la Biblioteca di Riva del Garda sapranno stupirci ancora.
Quanti giorni mancano ad intermittenze 2023? Non so voi, ma io sono impaziente ed ho fatto il conto. Mancano esattamente dieci giorni all'inizio dei prologhi e due settimane alle intermittenze vere e proprie.
Se avete già partecipato ad una precedente edizione, ricorderete che era possibile compilare un questionario di gradimento del Festival e tra le domande c'era: "Che ospite vi piacerebbe incontrare nella prossima edizione?" Io il questionario l'ho compilato più volte dato che ho assistito a numerosi eventi di tutte le edizioni e ho espresso sempre il desiderio che Antonio Manzini omaggiasse la rassegna con la sua presenza. In realtà io ho incontrato più volte il "creatore" di Rocco Schiavone: a Torino, a Bergamo e a Rovereto. Manzini mi piace molto come autore e non solo per la serie di Rocco Schiavone. E' di una simpatia straripante. Finalmente a Riva del Garda lo potremo incontrare domenica 17 settembre alle ore 16.30 nella splendida location della Rocca. Con Carlo Lucarelli, amatissimo giornalista, scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e ideatore delle serie Ispettore Coliandro, Ispettore Grazia Negro e Commissario De Luca, ci parlerà di Noir senza delitto e altre varianti. Manzini e Lucarelli sono solo due dei dolci finali che ci attenderanno domenica.
Nella stessa giornata, dopo la consueta rassegna stampa mattutina (con brioches e cappuccino anche quest'anno?), potremo incontrare Nadia Terranova (autrice di Addio fantasmi e Trema la notte) e Stefania Auci (conosciutissima per i best seller I Leoni di Sicilia e L'inverno dei Leoni) che con la cantautrice Patrizia Laquidara ci intratterranno con Parole oltre lo stretto.
Nel primo pomeriggio Maddalena Fingerle (Premio Italo Calvino 2021 con Lingua Madre) e Vincenzo Latronico (ricordate Le perfezioni?) dialogheranno a proposito di Lingue madri. La Fingerle, bolzanina di madre lingua italiana, ha un legame molto stretto con l'Alto Garda. Il nonno è originario proprio di qui. Chissà se ce ne parlerà.
Altro appuntamento pomeridiano sarà il reading e dialogo L'amore da vecchia con Viviane Lamarque, poetessa di origine trentina.
Dopo cena invece sarà la volta di Benedetta Tobagi, autrice di La resistenza delle donne che con Giulia Bertasi e Anna Bonaiuto metterà in scena l'omonimo spettacolo (reading e musicale).
E nei giorni precedenti chi potremo incontrare? Il menù è ricchissimo: antipasti, primi piatti e seconde portate davvero invitanti.
Giovedì 14 settembreDaniele Mencarelli, autore di Tutto chiede salvezza (Premio Strega Giovani 2020) e Francesco Zani ci presenteranno i loro recentissimi romanzi: Fame d'aria e Parlami.
Torna ad intermittenze l'amatissimo dai giovani, youtuber e scrittore, Roberto Mercadini.
Venerdì 15 settembre Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 con Due Vite, ci parlerà di Ritratti in letteratura.
Sabato 16 settembreEmiliano Visconti, direttore artistico della rassegna, aprirà la giornata di intermittenze tra musica e letteratura raccontandoci Simon e Garfunkel. Non me ne vorrà il bravissimo direttore se in questo post non ho dato il giusto spazio alle intermittenze musicali. Non ne ho le competenze. Altri, più bravi di me, ve ne parleranno.
Nel pomeriggio Paolo di Paolo, autore di Il giorno in cui la letteratura morì e Ingo Schulze, autore di La rettitudine degli assassini, tradotto da Stefano Zangrando, dialogheranno tra loro e con noi a proposito di Parole oniriche oltre la cortina di ferro.
Torna a Riva del Garda anche Andrea Tarabbia che tutti conosciamo per il suo Madrigale senza suono, premio Campiello 2019 e che presenterà Il continente bianco nello spettacolo di reading e batteria (con Lorenzo Borroni).
Fabio Genovesi, autore di Il mare dove non si tocca, presenterà a Riva del Garda il nuovo romanzo Oro puro con cui torna a raccontare il mare.
Sperando di avervi incuriositi e non annoiati con questa carrellata di eventi letterari, musicali e teatrali che ci attendono a Riva del Garda dal 10 al 17 settembre, vi invito a curiosare anche nel mio blog dove troverete numerose recensioni di romanzi scritti dagli autori citati. E ovviamente stay tuned perchè seguiranno le mie cronache da intermittenze.
“Anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino.”
CURIOSITA': Rainer Maria Rilke frequentò Arco ai tempi del Kurort, tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento.
Per Rilke l'Alto Garda non rappresentò solo una meta turistica, ma fu un luogo in cui si recò spesso a trovare la madre che a lungo soggiornò ad Arco.
A ricordo della sua presenza è stata creata la Rilke Promenade, passeggiata letteraria ai piedi del castello che tocca numerosi luoghi da cui Rilke trasse ispirazione poetica.
Ferragosto è un termine di origine latina e deriva da Feriae Augusti (riposo di Augusto) che indicava una festività che l'imperatore Augusto aveva istituito nel 18 a.C. Era un giorno di riposo e di festeggiamenti che celebravano la fine dei lavori agricoli.
La festa originariamente cadeva il 1º agosto. Lo spostamento al 15 è dovuto alla volontà di far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria.
Ho letto "Accabadora" di Michela Murgia alcuni anni fa, quando il mio LibriCitando non era ancora nato. Per questo non ne ho mai scritto. È un libro che ho amato molto e che non dimenticherò. Un romanzo che fa riflettere, una storia che insegna, un racconto che svela tradizioni e segreti del popolo sardo.
La notizia di oggi è quella della morte dell'autrice, avvenuta ieri, a causa di una malattia di cui da alcuni mesi tutti eravamo a conoscenza.
Le idee di Michela Murgia potevano non piacere, ma la sua determinazione, la sua combattività e la sua cultura erano apprezzate anche dai suoi "avversari politici".
«Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo»
★★★★★
🍷 vino rosso
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Il 9 agosto 1883, in Italia, venne iscritta nell’Ordine degli avvocati la prima donna. Lidia Poet, laureatasi in giurisprudenza nel 1881, discutendo una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne, ottenne il 9 agosto di 140 anni fa a Torino l'ammissione all’esercizio della professione forense.
La Procura generale dell’allora Regno d’Italia impugnò la decisione dell’Ordine e ne ottenne la cancellazione.
Tra le motivazioni, quella che “nessuna legge ha mai pensato di distogliere la donna dalle ordinarie occupazioni domestiche che loro sono proprie”.
Lidia Poet fu riammessa solo nel 1920, nel frattempo esercitò in modo non ufficiale la professione, coadiuvando il fratello avvocato. Si battè tutta la vita per i diritti delle donne e dei soggetti più deboli.
Una serie Netflix ne ha narrato le vicende, traendo spunto "liberamente" dalla sua vera storia. Si tratta di una fiction molto amata e molto criticata allo stesso tempo. Amata dai giovani per il modo leggero e vivace in cui si intrecciano i fatti veri della vita di Lidia con la risoluzione da parte della protagonista di casi inventati di cronaca nera, che rendono il racconto particolarmente avvincente. Criticata da chi ritiene che ci sia troppa invenzione nella serie e che il personaggio di Lidia sia un po' troppo spregiudicato per quell'epoca.
A me è piaciuta molto. Trovo che Matilda De Angelis interpreti benissimo la parte della donna determinata ed emancipata quale era Lidia.
★★★★☆
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La vera Lidia Poet in un'immagine dell'epoca
Per chi volesse approfondire la conoscenza di Lidia Poet sono disponibili numerosi libri che narrano la sua storia
Senza dirci addio. Titolo bellissimo per il terzo e probabilmente penultimo romanzo con protagonista Dario Corbo. Molto belli i primi due gialli della serie scritti da Giampaolo Simi, non all'altezza dei precedenti il terzo. Ho faticato a leggerlo, ho impiegato mesi. Non mi prendeva. E per di più il finale è volutamente aperto. Simi sta scrivendo l'ultimo episodio.
Chi ha letto "La ragazza sbagliata" e "Come una famiglia" conosce già Dario Corbo.
Dario che, come me, ha impiantato nel petto un registratorino che monitora il suo cuore, è un ex giornalista di nera e ora dipendente della Fondazione Beckford, guidata dalla figlia del celebre scultore.
Nora Beckford ha scontato 15 anni in carcere per omicidio e la vicenda è narrata ne "La ragazza sbagliata". Dario ne è follemente innamorato. Cosa provi Nora per lui è un mistero.
In "Senza dirci addio" Dario si trova ad indagare sull'omicidio della sua ex moglie. Apparentemente si tratta di un investimento da parte di un pirata della strada, ma al giornalista i conti non tornano fin da subito.
Consigliato solo a chi ha letto i primi due romanzi e vuole completare la serie.
"L'odore pastoso di grassi saturi e sfrigolanti mi riporta a quando niente poteva farmi male. È l'unico luogo dove vorrei stare, adesso, ma il tempo ci rapisce e non chiede neppure riscatti."
"Era quella la felicità, ma quando la vivi non la riconosci perché la felicità non è come nei film, non senti salire una musica sognante."
★★☆☆☆
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🍕 pizza
Fango rosso è il terzo volume della serie “I delitti di Capriata” di Milka Gozzer che segue "Torna a casa, Viola" e "Occhio per occhio".
Si tratta di una serie di gialli "leggeri", avvincenti e divertenti, ma allo stesso tempo non banali. C'è sempre un tema importante che Milka affronta.
Non so francamente se questo terzo episodio dei delitti di Capriata sia il più bello, sono tutti bellissimi e su di me hanno l'effetto di "rapirmi". So però che, come mi è successo con Rocco Schiavone, più episodi leggo, più mi affeziono ai personaggi.
In questo terzo giallo tanto spazio è dato al Sergente Garcia, alias il "quasi" maresciallo Luigi Bortolotti.
Questa volta le sue intuizioni sono fondamentali per trovare il colpevole dell'omicidio di una dipendente delle terme di Capriata, avvenuto nei sotterranei dello stabilimento termale. Molte vicende della sua storia personale e della moglie Clara emergeranno in seguito all'omicidio.
Restano invece molti misteri ancora da scoprire sul passato del barista Stefano e della figlia Betty che sicuramente Milka ci svelerà nei prossimi romanzi.
Viola, la pecora del Camerun di Stefano, protagonista indiscussa dei primi due romanzi, questa volta non c'è. È in "vacanza" all'alpeggio da Roberto, il pastore amico del barista che si ritrova attaccato sui social dagli animalisti per presunti maltrattamenti agli animali.
Non manca invece la giornalista Pamela Gigli, instancabile cronista alla ricerca più della verità che dello scandalo per vendere copie. Grazie alla sua esperienza di giornalista professionista, l'autrice, attraverso Pamela, ci rende partecipi della dura vita del cronista che vive costantemente nel terrore di "prendere il buco" dalla concorrenza e combattuto tra una notizia "verificata" e il sensazionalismo.
Ogni episodio è autoconclusivo quindi potete fare come vi pare: leggerne solo uno o seguire la sequenza. Io vi consiglio di partire dal primo.
In realtà io sono un po' in ritardo nella lettura della serie. Un quarto episodio, "Gelosia canaglia" è già uscito e rimedierò prestissimo.
Se vi divertono le storie dei "vecchietti del Barlume", se vi piacciono i detective improvvisati, se amate immergervi con la mente nella cultura, nel dialetto, nelle tradizioni, anche culinarie, dei luoghi in cui sono ambientati i gialli, i delitti di Capriata fanno per voi!
Nel blog potete leggere l'intervista all'autrice e la recensione di Torna a casa, Viola!, Occhio per occhio, Racconti di viaggio Racconti di vita, Il gatto di Depero.
★★★★☆
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Finalmente sono riuscita a prendermi il tempo per leggere e l'ho fatto con ELP, ultimo romanzo con protagonista il vicequestore Rocco Schiavone, pubblicato da pochissimo da Sellerio.
Oramai Rocco è diventato uno di famiglia. Noi che abbiamo letto le sue avventure fin dall'inizio ed abbiamo imparato a comprenderlo ed amarlo, aspettiamo sempre con trepidazione che Antonio Manzini ci racconti nuovamente di lui.
Rispetto ai primi romanzi con Schiavone protagonista, questi ultimi episodi sono molto più "narrativi" e molto meno "gialli".
I delitti e le indagini ci sono, ovviamente, ma c'è tanta introspezione.
Rocco è stanco, depresso, forse innamorato, ma non ne è consapevole. Sandra e Caterina gli ronzano ancora intorno. Io faccio il tifo (da sempre) per Caterina. Sandra secondo me non fa per lui. Troppo radical chic, eppure Rocco pensa a lei. E Caterina? Va bene solo per andarci a letto? Non credo proprio... Rocco sembra refrattario ad impegnarsi sentimentalmente. La presenza di Marina nei suoi pensieri è costante, segno che Rocco è molto in crisi.
Furio e Brizio sono vicini a lui. Sono saliti ad Aosta da Roma.
La squadra di collaboratori sta diventando per Rocco molto importante dal punto di vista affettivo. Schiavone non chiede aiuto, nonostante ne abbia bisogno. I suoi collaboratori invece si affidano a lui. Piano piano si stanno creando tra loro legami e solide amicizie.
Chissà cosa avrà in mente Manzini per Rocco. Evolverà ulteriormente il suo personaggio? Troverà mai pace?
ELP è molto più lungo dei precedenti romanzi. Due sono le indagini in corso: due omicidi, uno dei quali attribuito ad un movimento ambientalista.
Manzini ci fa riflettere sulla necessità di una svolta nei nostri comportamenti per arginare i danni all'ambiente. Ci fa riflettere anche su molte altre questioni, ma non vi svelerò altro, vi rovinerei la lettura. Io odio gli spoiler...
"Il futuro non esiste perchè appena lo vivi diventa passato" gli aveva detto una volta qualcuno, o forse lo aveva letto su un muro o magari l'aveva pensato lui durante una notte insonne.
L'autoanalisi era una novità. Non che provasse rimorso e sensi di colpa per quello che era successo. Cercava solo di analizzare con freddezza, come guardandosi dal di fuori, il suo comportamento e le sue reazioni. Riflessi, cioè, del suo vivere quotidiano.
Ripenso alle parole di Alberto sulla vita che è meravigliosa, troppo bella per trascorrerla da soli. Forse poi la differenza sta tutta lì. Chi è riuscito a lasciarsi andare e chi invece no, è rimasto fermo, al palo, e la vita s'è limitato a guardarla.
★★★★☆
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In questa domenica meteorologicamente iniziata con temperature basse e cielo grigio e via via migliorata fino ad arrivare a temperature estive e cielo azzurro, in condizioni di salute precarie a causa di un dente capriccioso che mi sta facendo dannare e quindi non in grado di fare un giro in bici o di corsa (meglio evitare!), messa davanti alla scelta di come trascorrere il pomeriggio e in particolare a due opzioni: aprire il tomo di diritto di mille pagine che mi sta impegnando negli ultimi mesi o leggere un sottile libricino appena pubblicato che parla di Frida e scriverne sul mio blog, ho scelto la seconda opzione, perchè amo leggere, scrivere e adoro Frida Kahlo.
Su di lei negli anni ho letto diverse pubblicazioni: "Frida. Una biografia di Frida Kahlo" di Hayden Herrera, "Viva la vida!" di Pino Cacucci, "Frida Kahlo" di Andrea Kettenmann; ho visto il film interpretato dalla bellissima Salma Hayek e ho visitato qualche anno fa a Bologna una mostra di sue opere, foto e oggetti, ma del personaggio Frida mi sono innamorata prima di vedere il film, prima che tutte le ragazzine circolassero con la sua immagine stampata sulla maglietta e sulle borse. Mi ha inizialmente attirata per le sue caratteristiche sopracciglia e la sua scelta di non "toccarle" mai. Pur non essendo io dotata di monociglio, le mie erano molto folte e in anni in cui per essere alla moda bisognava avere sopracciglia sottilissime, io ho fatto una scelta "di carattere" e non le ho assottigliate. Questa sua caratteristica fisica che ci accumunava mi ha fatto avvicinare al personaggio Frida Kahlo, conoscere la sua vita, le sue opere, scoprire la sua resilienza e caparbietà ed anche le sue fragilità. Di lei ho amato sicuramente la sua indipendenza, la sua forza, il suo femminismo. Quello che ho sempre faticato a capire è il suo rapporto con Diego Rivera, sicuramente un amore immenso da parte di Frida, ricambiato in modo "originale" da Diego. Lui stesso ha dichiarato di aver capito troppo tardi che la parte più bella della sua esistenza era l'amore che provava per lei.
Luca Nannipieri analizza in questo suo brevissimo lavoro l'immagine iconica della coppia Frida Kahlo e Diego Rivera, "non solo due amanti, di essi la storia ne enumera ormai migliaia di milioni, e l'amore, si sa, ha albergato almeno una volta nella coltre di ogni creatura che ha messo piede in terra. No: un'icona. Almeno per il secolo che ci è dato di vivere, Kahlo e Diego non sono soltanto due pittori messicani. Incarnano una storia che ha tutte le azzeccate fattezze, le precise metrature, i più impensabili avvelenamenti dell'anima, per divenire quello: mythos. Mitologia."
Lo stesso autore precisa in una nota che "questo libro non è un saggio perchè non ha una tesi da esporre e documentare. Anzi ha un finale da compiere."
Sul finale da compiere sono d'accordo e lascio a voi scoprire di che cosa si tratta. Contesto invece che questo libricino non abbia una tesi. Ce l'ha e a parere mio è l'idea di icona di coppia di Frida e Diego. Un'idea che a me non piace molto. E' Frida l'icona ed ha trascinato con sé Diego, come avrebbe trascinato chiunque gravitasse intorno alla sua figura.
Ad ogni modo questo libro, pubblicato da Skira il mese scorso, merita di essere letto. Nannipieri è un critico d'arte che scrive con passione e poesia ciò che pensa.
★★★☆☆
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