"Una lama di luce" è un romanzo giallo del 2012 di Andrea Camilleri, della serie che ha per protagonista il commissario Montalbano.
La matinata, sino dalla prim’alba, si era addimostrata volubili e crapicciosa. Epperciò, per contagio, macari il comportamento di Montalbano, in quella matinata, sarebbi stato minimo minimo instabili. La meglio era, quanno capitava, di vidiri il meno nummaro di pirsone possibbili.
Cchiù passavano l’anni e cchiù s’addimostrava d’umori sensibili alle variazioni climatiche, all’istesso modo che una maggiori o minori umidità agisci supra ai dolori d’ossa di un vecchio. E arrinisciva sempri meno a controllarisi, ad ammucciari l’eccessi d’alligria o di grivianza.
Nel tempo che ci aviva dovuto ‘mpiegari per arrivari dalla sò casa di Marinella insino alla contrata Casuzza, sì e no ‘na quinnicina di chilometri ma tutti fatti di trazzere bone per cingolati o di stratuzze di campagna tanticchia meno larghe della larghizza della machina, il celo dal rosa chiaro era passato al grigio e po’ dal grigio si era convirtuto al cilestre splapito per firmarisi momintaneo a un bianchizzo neglioso che sfumava i contorni e confonniva la vista.
"La forma dell'acqua" è un romanzo di Andrea Camilleri, pubblicato nel 1994 dalla Sellerio editore di Palermo.
È il primo romanzo della serie con protagonista il commissario Montalbano.
Lume d'alba non filtrava nel cortiglio della "Splendor", la società che aveva in appalto la nettezza urbana di Vigàta, una nuvolaglia bassa e densa cummigliava completamente il cielo come se fosse stato tirato un telone grigio da cornicione a cornicione, foglia non si cataminava, il vento di scirocco tardava ad arrisbigliarsi dal suo sonno piombigno, già si faticava a scangiare parole. Il caposquadra, prima di assegnare i posti, comunicò che per quel giorno, e altri a venire, Peppe Schèmmari e Caluzzo Brucculeri sarebbero stati assenti giustificati. Più che giustificata infatti l'assenza: i due erano stati arrestati la sera avanti mentre tentavano di rapinare il supermercato, armi alla mano.
"Il sorriso di Angelica" è un romanzo di Andrea Camilleri,il diciassettesimo con protagonista il Commissario Montalbano,pubblicato da Sellerio nel 2010.
S’arrisbigliò subitaneo e si susì a mezzo con l’occhi prontamente aperti pirchì aviva di sicuro sintuto a qualichiduno che aviva appena appena finuto di parlari dintra alla sò càmmara di letto. E dato che era sulo ‘n casa, s’allarmò.
Po’ gli vinni d’arridiri, pirchì s’arricordò che Livia era arrivata a Marinella la sira avanti, all’improvviso, per farigli ‘na sorprisa, graditissima almeno al principio, e ora dormiva della bella allato di lui.
Dalla finestra passava un filo di luci ancora violaceo della primissima alba e allura riabbasciò le palpebri, senza manco taliare il ralogio, nella spranza di farisi ancora qualichi orata di sonno.
Ma subito appresso s’arritrovò novamenti con l’occhi sbarracati per un pinsero che gli era vinuto.
Se qualichiduno aviva parlato dintra alla sò càmmara, non potiva essiri stata che Livia. La quali dunqui l’aviva fatto nel sonno.
"Le ali della sfinge" è un romanzo di Andrea Camilleri con protagonista il Commissario Montalbano, pubblicato nel 2006 dalla casa editrice Sellerio.
Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sintiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?
Non si trattava del fatto che la jornata s'appresentava priva di nuvole e vento e tutta tirata a lucido dal sole, no, era un'altra sensazione che non dipinniva dalla sò natura di meteoropatico, a volersela spiegare era come un sintirisi in armonia con l'universo criato, perfettamente sincronizzato a un grande ralogio stillare ed esattamente allocato nello spazio, al punto priciso che gli era stato destinato fino dalla nascita.
Minchiate? Fantasie? Possibile.
"Il metodo Catalanotti", pubblicato nel 2018, è un romanzo giallo di Andrea Camilleri con protagonista il Commissario Salvo Montalbano. Non l'ultimo scritto dall'autore siciliano. L'ultimo episodio infatti prima di "Riccardino" che chiude definitivamente la serie con il commissario, è "Il cuoco dell'Alcyon". Tuttavia l'impressione è che questo sia in realtà il vero finale di Montalbano. E se leggerete il romanzo o guarderete l'ultimo episodio in tv (che ha creato molto dibattito tra gli spettatori) capirete ciò che intendo. Io voglio considerarlo il vero finale di questa serie. Riccardino non mi è piaciuto, non chiude degnamente la serie e "Il cuoco dell'Alcyon" potrebbe essere riferito ad un'indagine precedente, ma raccontato successivamente dall'autore.
Penso che Camilleri in questo romanzo abbia descritto Montalbano in modo molto intimo, come mai fatto prima. Il Commissario appare dibattuto e per la prima volta nella sua vita guarda al futuro senza anteporre la professione ai sentimenti. Nell'episodio televisivo è molto più difficile cogliere queste sfumature.
Il "giallo" da risolvere riguarda due cadaveri ritrovati a poca distanza e quasi in contemporanea. Il primo rinvenuto casualmente da Mimì Augello in un appartamento disabitato e l'altro, quello di Carmelo Catalanotti, usuraio, regista teatrale, ideatore di un metodo di selezione degli attori molto particolare, ritrovato dalla cameriera, assassinato nel suo letto.
Salvo Montalbano sarà aiutato nell'indagine dalla giovane e bella capo della scientifica, appena giunta in Sicilia. Il Commissario si innamorerà di lei con una passione e un desiderio che non provava da anni e che credeva non sarebbe più accaduto.
Per la prima volta Camilleri colloca il caso da risolvere nel mondo del teatro che tanto amava. In un'intervista rilasciata al momento della pubblicazione, Camilleri ha dichiarato trattarsi di un omaggio a questa sua passione, suggerito dalla moglie.
Stilisticamente ho trovato questo episodio diverso dai precedenti. Ricco di citazioni poetiche e letterarie. Un Camilleri molto più sentimentale.
Un suggerimento per chi ha guardato l'episodio in tv senza aver letto il romanzo: leggetelo! Ne vale veramente la pena.
"Commissario, cerco di spiegarle. Carmelo aveva la straordinaria capacità di tirare fuori da ognuno di noi tutto, dico tutto, quello che avevamo dentro. E adoperarlo in funzione teatrale. Mi creda, era come una cura, dopo ogni spettacolo io e il mio compagno avevamo voglia di correre, tanto ci sentivamo... come dire, liberati, sciolti. Il prezzo pagato era altissimo e sconvolgente, certo alcuni dei miei colleghi non si sono sentiti di affrontarlo. Non tutti hanno questa voglia di confrontarsi con le loro verità più nascoste."
★★★★☆
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🍾 spumante
Il primo romanzo di Camilleri con protagonista Montalbano lo lessi molti anni fa, durante una vacanza in Sicilia.
La RAI aveva da poco iniziato a trasmettere gli episodi in tv. Io non avevo seguito la fiction, però ne avevo sentito molto parlare. Fu così che, in un'edicola nel ragusano, acquistai "La gita a Tindari". "La forma dell'acqua", primo episodio con protagonista Montalbano, era esaurito.
Di quel linguaggio inventato, in cui si mescola il siciliano all'italiano, mi innamorai subito.
Non senza difficoltà di comprensione all'inizio.
Anche la prosa di Camilleri mi catturò. In seguito lessi quasi tutti i romanzi e racconti con Montalbano protagonista e guardai anche tutti gli episodi televisivi.
"Riccardino" è stato scritto nel 2005, ma conservato per la pubblicazione dopo la morte dell'autore. Uscito l'anno scorso, non ho voluto leggerlo subito. Volevo essere pronta a chiudere definitivamente la storia del Commissario.
Purtroppo "Riccardino" di Andrea Camilleri non mi ha convinta, non mi è piaciuto. Ho trovato molto originale far interagire il Montalbano dei romanzi con il Montalbano della tv e l'autore.
Il finale però mi ha delusa. Mi aspettavo qualcosa di più geniale. Anche l'indagine non è niente di che.
Mi sa che leggerò i vecchi episodi di Montalbano che non ho ancora letto.
Voglio ritrovare Mimì Augello, galante e spregiudicato, Fazio, buono come era (non aggressivo come in questo ultimo romanzo), Livia, lagnosa e sdolcinata e la bella e sfrontata Ingrid e soprattutto il Salvo Montalbano perspicace, intuitivo, intelligente, incorruttibile e audace che Camilleri ci ha tanto fatto tamare.
L'unico personaggio che in "Riccardino" si trova immutato è Catarella, imbranato e divertente come sempre.
" «Dottori, c'è il profissori e autori, quello che abita a Roma, che ci voli parlare di pirsona pirsonalmenti».
Che fari? Mannarlo a catafottirisi? Ma quello, testa di calabrisi, non avrebbi mollato, capace che l'avrebbi acchiamato a Marinella a notti funnuta.
«Passamillo».
“Ma quelli che abitano nella via interessata al fatto di sangue sono tutti lì, affacciati ai balconi e alle finestre, per vedere che cosa succede. Quindi, appena Montalbano scende dalla macchina, subito sente un dialogo “aereo” sulla sua testa, un dialogo che lo riguarda.
«U Commissario arrivò!».
«Cu? U Commissario?»
«Sì, Montalbano!».
«Ma cu, chiddru de la televisione o quello vero?».
Tutto questo fa subito girare le scatole al Commissario. Montalbano infatti non sopporta di essere scambiato per il suo alter ego”.
★★★☆☆
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