"Dolores Claiborne" è il primo libro di Stephen King che leggo. Ho molto apprezzato la sua capacità di scrivere un monologo femminile. Sicuramente non facile per un uomo. Molto credibile. Non si percepisce minimamente che l'autore è un maschio.
Dolores Claiborne è una donna non più giovane, sospettata di aver ucciso la sua ricca datrice di lavoro e che si trova a doversi discolpare davanti alla polizia. Dolores si difende raccontando la sua vita e confessa invece un altro omicidio avvenuto trent'anni prima durante un'eclissi totale.
Dolores è una donna di cultura modesta. Si sente dal linguaggio usato nel monologo, sgrammaticato e a tratti un po' volgare. All'inizio ho faticato un po', poi mi sono immersa nel romanzo e quello di Dolores è un personaggio davvero bello. Compie un terribile omicidio, tuttavia non si riesce a percepire la sua vendetta come malvagia, piuttosto come una forma sui generis di giustizia. Della serie: "Ben fatto, Dolores!"
Dal romanzo è stato tratto il film "L'ultima eclissi" di Taylor Hackford con Kathy Bates nei panni di Dolores.
Ho letto questo romanzo con il gruppo di lettura online di Immersioni letterarie.
"Io non ho ammazzato quella carogna di Vera Donovan e ora come ora voialtri potete pensare quello che vi pare, ma vi giuro che vi faccio cambiare idea. io non l'ho spinta giù per quella scala del cavolo. Va bene se mi volete sbattere dentro per l'altra storia, ma io non ho le mani sporche del sangue di quella stronza. E penso proprio che ne sarete convinti anche voi ora che avrò finito, Andy."
★★★★☆
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🥃 amaro digestivo
L'ultimo romanzo giallo di Cristina Cassar Scalia con protagonista Giovanna Guarrasi, detta Vanina, non ha deluso le mie aspettative. Questa volta la vicequestore che opera a Catania si è trovata alle prese con un omicidio avvenuto nel sotterraneo di un locale pubblico. A rendere le indagini più complicate due fattori: la vittima è una brava persona e risulta pertanto difficile trovare un movente per il delitto; Vanina da qualche settimana è sotto scorta.
Catania, Palermo e l'Etna sono i co-protagonisti del romanzo, uscito poche settimane fa.
Sapori, colori e profumi della Sicilia affiorano dalle pagine.
Ambientato nel 2016, pre pandemia, a pochi mesi di distanza dalla precedente indagine.
Oltre alle vicende sentimentali di Vanina e ai legami di amicizia, tratta
i rapporti dei ragazzi di oggi con la droga e il problema dell'eroina negli anni '80.
Metterla sotto scorta è servito all'autrice per indagare più intimamente gli affetti familiari, le amicizie e l'amore di Paolo Malfitano, l'ex fidanzato magistrato che Vanina ha salvato da un agguato mafioso e che vive sotto scorta da anni.
Il commissario in pensione Patanè ha anche in questa indagine un ruolo di primissimo piano.
E' un personaggio comprimario di Vanina: stesso intuito, stessa capacità tecnica.
Ha nei confronti della vicequestore un atteggiamento paterno.
L'autrice, come Vanina, ama i vecchi film e paragona spesso i personaggi del romanzo ad attori.
Sicuramente ama anche l'ottima cucina siciliana. Il romanzo è zeppo di riferimenti culinari che fanno venire l'acquolina in bocca. Bettina, la vicina di casa di Vanina, cucina molti piatti che amava preparare la nonna dell'autrice.
Curiosità: in un'intervista l'autrice ha dichiarato che il paese di
Aci Bonaccorsi ha ispirato la frazione "inventata" di Santo Stefano. Il bar di Bella è il vero bar Alfio.
Cristina Cassar Scalia è originaria di Noto. Medico, vive e lavora a Catania. Ha raggiunto il successo con i romanzi Sabbia nera, La logica della lampara, La Salita dei Saponari, tutti con protagonista il vicequestore Vanina Guarrasi.
E' in progetto la realizzazione di una serie tv tratta dai romanzi con protagonista Vanina.
Sicuramente a questo romanzo ne seguiranno altri. Giovanna Guarrasi è una sorta di versione femminile di Salvo Montalbano.
"Disse che la coscienza umana ha una soglia, che varia in maniera inversamente proporzionale all'entità dei pesi che contiene. Se uno ci vuole convivere serenamente, deve sgombrarla da quelli più grossi. A costo di scavare nella polvere e di smuoverne tanta da andare a disturbare le coscienze altrui."
★★★★☆
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🍾 spumante
Chi ama percorrere in bicicletta i passi di montagna non potrà non rimanere affascinato dal titolo del memoir di Giacomo Pellizzari "Tornanti e altri incantesimi".
Adoro le serpentine che portano ai passi alpini. Apprezzo la fatica che si fa per raggiungerli. I pensieri, mentre si sale, corrono liberi e la soddisfazione nel raggiungere la meta ripaga di ogni sforzo, cancella come per un incantesimo la stanchezza.
Quello di Giacomo, scrittore e giornalista, è il racconto di due viaggi paralleli: uno in bici, l'altro di riflessione sulla vita.
È il resoconto che Pellizzari fa dell'impresa compiuta l'anno scorso in bicicletta quando, in compagnia dell'amico Max, compie l'epica impresa di percorrere in soli due giorni un anello di 370 km e 12.000 metri di dislivello, Les 7 Majeurs, i sette principali passi delle Alpi Marittime tra Italia e Francia, tutti al di sopra dei 2.000 metri (Fauniera, Lombarda, Bonette, Vars, Izoard, Agnel, Sampeyre).
Innumerevoli gli aneddoti, le citazioni letterarie e musicali, le curiosità storiche e culturali.
Mentre scalerete con Giacomo e Max le sette grandi montagne del Tour de France e del Giro d'Italia vi sentirete personalmente coinvolti nell'impresa e seguirete i pensieri dell'autore che, con passione ed empatia, ricorderà altre epiche imprese, amicizie, episodi intimi della propria vita.
Ho letto "Tornanti e altri incantesimi" di Giacomo Pellizzari, Enrico Damiani editore, con calma, per gustarmelo, una salita al giorno.
Sono convinta che chi lo leggerà, quando arriverà all'ultima pagina, avrà voglia di provarci a salire Les 7 Majeurs, magari con tempi diversi, con più calma, oppure si porrà un obiettivo da raggiungere, un'impresa da compiere.
"Il grande giorno monterai in sella, con le prime luci dell'alba, sentirai quello schiocc gentile delle tacchette che si infilano nei pedali e inizierai a fare quella cosa che tanto ami."
Condivido in pieno l'amore di Pellizzari per la bicicletta, per le imprese faticose.
Dissento invece sull'affermazione di Giacomo: "Se mi trasferissi qui definitivamente, forse cesserebbe l'incantesimo. Questo posto diventerebbe casa. Il luogo meno incantato per eccellenza. Se queste valli, queste salite, questi ruscelli diventassero il mio paesaggio quotidiano, ciò che vedo ogni giorno aprendo la finestra, se pedalassi su queste strade tutti i giorni, non sarei più felice. Perchè si trasformerebbero in un punto di arrivo e non di fuga."
Io vivo in Trentino, terra di grandi salite e passi dolomitici. Vado in bici quasi ogni giorno e non fuggirei mai da qui, perchè l'incantesimo si rinnova ad ogni uscita.
"Si sceglie di andare in bicicletta verso l'alto per cercare qualcosa che più in basso non si trova. O, almeno, io ho iniziato per questo motivo. Non ho mai potuto concepire la bicicletta senza le salite. Odio la pianura, mi sembra una sorta di spinning o cyclette all'aria aperta, una perdita di tempo bella e buona, propedeutica al massimo a raggiungere la località dove inizia la salita. Al contrario, quando la strada si inclina, provo subito un senso di piacere, di soddisfazione. La strada tortuosa che sale mi conferma il sospetto che pedalare non sia tanto una questione di attività fisica, quanto piuttosto un viaggio mentale, in cui si esplorano, spesso per la prima volta, territori sconosciuti."
★★★★☆
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Avevo già apprezzato la scrittura poetica ed intima di Giacomo Pellizzari ne "Il ciclista curioso".
"L'avversario" di Emmanuel Carrere non è un romanzo, ma una storia vera, incredibile, come le menzogne che per tutta la vita ha raccontato il protagonista/assassino.
La scrittura di Carrere è estremamente avvincente e coinvolgente.
Leggere questa non fiction novel mi ha ricordato una vicenda simile avvenuta alcuni anni fa a Trento. Una tragedia che mi aveva molto colpito. Conoscevo chi aveva commesso l'omicidio-suicidio e non riuscivo a capacitarmi di come ciò potesse essere accaduto. Leggere Carrere mi ha aiutata a capire cosa possa essere passato per la testa dell'omicida.
Nell'ultimo anno ho iniziato ad apprezzare il genere non fiction novel. Dopo aver letto "La città dei vivi" di Nicola Lagioia, aver visto il film "Truman Capote" e letto "L'altra Grace" di Margaret Atwood, non potevo non essere attirata da Carrere.
"Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione, giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato - e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)
★★★★☆
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🍋 limone
"Il metodo Catalanotti", pubblicato nel 2018, è un romanzo giallo di Andrea Camilleri con protagonista il Commissario Salvo Montalbano. Non l'ultimo scritto dall'autore siciliano. L'ultimo episodio infatti prima di "Riccardino" che chiude definitivamente la serie con il commissario, è "Il cuoco dell'Alcyon". Tuttavia l'impressione è che questo sia in realtà il vero finale di Montalbano. E se leggerete il romanzo o guarderete l'ultimo episodio in tv (che ha creato molto dibattito tra gli spettatori) capirete ciò che intendo. Io voglio considerarlo il vero finale di questa serie. Riccardino non mi è piaciuto, non chiude degnamente la serie e "Il cuoco dell'Alcyon" potrebbe essere riferito ad un'indagine precedente, ma raccontato successivamente dall'autore.
Penso che Camilleri in questo romanzo abbia descritto Montalbano in modo molto intimo, come mai fatto prima. Il Commissario appare dibattuto e per la prima volta nella sua vita guarda al futuro senza anteporre la professione ai sentimenti. Nell'episodio televisivo è molto più difficile cogliere queste sfumature.
Il "giallo" da risolvere riguarda due cadaveri ritrovati a poca distanza e quasi in contemporanea. Il primo rinvenuto casualmente da Mimì Augello in un appartamento disabitato e l'altro, quello di Carmelo Catalanotti, usuraio, regista teatrale, ideatore di un metodo di selezione degli attori molto particolare, ritrovato dalla cameriera, assassinato nel suo letto.
Salvo Montalbano sarà aiutato nell'indagine dalla giovane e bella capo della scientifica, appena giunta in Sicilia. Il Commissario si innamorerà di lei con una passione e un desiderio che non provava da anni e che credeva non sarebbe più accaduto.
Per la prima volta Camilleri colloca il caso da risolvere nel mondo del teatro che tanto amava. In un'intervista rilasciata al momento della pubblicazione, Camilleri ha dichiarato trattarsi di un omaggio a questa sua passione, suggerito dalla moglie.
Stilisticamente ho trovato questo episodio diverso dai precedenti. Ricco di citazioni poetiche e letterarie. Un Camilleri molto più sentimentale.
Un suggerimento per chi ha guardato l'episodio in tv senza aver letto il romanzo: leggetelo! Ne vale veramente la pena.
"Commissario, cerco di spiegarle. Carmelo aveva la straordinaria capacità di tirare fuori da ognuno di noi tutto, dico tutto, quello che avevamo dentro. E adoperarlo in funzione teatrale. Mi creda, era come una cura, dopo ogni spettacolo io e il mio compagno avevamo voglia di correre, tanto ci sentivamo... come dire, liberati, sciolti. Il prezzo pagato era altissimo e sconvolgente, certo alcuni dei miei colleghi non si sono sentiti di affrontarlo. Non tutti hanno questa voglia di confrontarsi con le loro verità più nascoste."
★★★★☆
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🍾 spumante
"La disciplina" di Penelope di Gianrico Carofiglio si legge in un pomeriggio. Nel mio caso, piovoso. Scorre in modo veloce, avvincente e piacevole.
Carofiglio crea personaggi a cui ci si affeziona subito. In questo caso Penelope, ex pubblico ministero, allontanata dalla magistratura per un grave "errore" commesso.
Un giorno Penelope viene contattata da un uomo che è stato indagato per l’omicidio della moglie. Il procedimento si è concluso con l’archiviazione a causa della mancanza di elementi sufficienti per procedere contro di lui, ma non ha cancellato i sospetti. L’uomo le chiede di indagare per permettergli di recuperare l’onore perduto e per sapere cosa rispondere alla sua bambina quando, diventata grande, chiederà della madre.
Inizia così un'avvincente indagine ambientata a Milano e raccontata da Carofiglio in modo semplice, dimostrando ancora una volta la notevole capacità nel saper rendere comprensibili concetti giuridici complessi.
Piacerà molto ai lettori questa nuova eroina, fragile e forte al tempo stesso. Estremamente empatica, in buona forma grazie all'esercizio fisico e all'alimentazione salutista, abusa però di fumo, alcool e farmaci.
Sono sicura che ritroveremo Penelope in altre indagini.
"spesso cerchiamo di giustificare i nostri comportamenti attribuendo le colpe agli altri o alla nostra natura, o al modo in cui vanno - andrebbero - inevitabilmente le cose della vita; affermiamo l'ineluttabilità di certe scelte o di certi comportamenti. Ma spesso certi comportamenti, e i mille modi in cui li giustifichiamo, sono solo sintomo di mediocrità morale.
★★★★☆
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🍾 spumante
Ho chiuso gennaio in bellezza con la lettura della splendida "Autobiografia di Petra Delicado" che descrive una donna dura e dolce al tempo stesso, dalla personalità complessa. Anche il nome scelto per la sua eroina dall'autrice, Alicia Gimenez-Bartlett, sta ad indicare questa ambivalenza.
Chi è Petra Delicado? Senza svelare troppo, per chi non la conoscesse già, Petra è un'ispettrice di polizia, al terzo matrimonio, con un passato da avvocatessa e approdata in Polizia non più giovanissima. Assegnata alla sezione omicidi, svolge le sue indagini con il vice ispettore Fermin Garzon, con cui forma una coppia davvero ben assortita.
Io ho amato Petra Delicado fin dal primo romanzo con lei protagonista e ho letto tutti gli episodi e racconti gialli in cui compare.
Non so se Alicia Gimenez-Bartlett ci regalerà ancora appassionate indagini con Petra e Fermin. Lo spero. Forse scriverà il romanzo che risolve il caso a cui accenna al termine della biografia. Se non sarà così, avrà chiuso la serie con una bellissima introspezione nella vita della protagonista, e forse a qualcuno verrà la voglia di rileggere le sue avventure. A me è venuta.
Chissà, forse Alicia in futuro scriverà anche l'autobiografia di Fermin Garzon. Non sarebbe una brutta idea.
CURIOSITA': Nel 1999, in Spagna, dai gialli in cui è protagonista Petra Delicado è stata tratta una serie televisiva, mai tradotta in italiano.
Nel 2020 è andata in onda su Sky una miniserie con Paola Cortellesi nei panni dell'ispettrice, ma ambientata a Genova e con protagonisti italiani. Su questa fiction non posso esprimere un parere. Non l'ho guardata, convinta che una trasposizione così alterata (ambientata a Genova, anzichè a Barcellona e con protagonisti italiani anzichè spagnoli) mi avrebbe delusa.
"Sono orgogliosa della mia carriera finora? Non lo so, può darsi. Ma, con soddisfazione o meno, sono diventata una vera poliziotta. Dove non c'era una vocazione chiara ora c'è una convinta paladina della legge. Non voglio fare altri bilanci."
"Dopo anni di reciproca compagnia, Garzon per me è l'amicizia allo stato puro."
★★★★☆
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🍷 vino rosso
Bellissimo il racconto "Gisella e io" del giornalista Gabriele Buselli, vincitore del concorso letterario "Verso la biblioteca" organizzato dall’Associazione Culturale Aria insieme all’Associazione Teatro delle Garberie, con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento e della Fondazione Caritro.
Un racconto ambientato in biblioteca, legato al romanzo "Gisella" di Carlo Cassola.
In poche righe l'analisi profonda della vita di un uomo, del suo rapporto con la moglie e dei legami affettivi.
"Gisella e io" parla d'amore, di sentimenti e di rimpianti. Mi ha ricordato Lacci di Domenico Starnone.
Chissà che Gabriele non ci regali presto un romanzo.
"Il dorso di un libro di colore rosso vermiglio aveva inciso a caratteri dorati il titolo ”Gisella” di Carlo Cassola. Brillava e, non so perché, attirò la mia attenzione. Me lo immaginai, Cassola, che sacramentava dall’al di là. Il suo libro con la copertina rosso vermiglio… Lui, scrittore schietto dell’immediato dopoguerra. Grandissimo nell’arte di sublimare le situazioni, era davvero improponibile immaginarlo vestito di rosso con greche dorate. No, proprio no."
★★★★☆
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🐣 uovo di Pasqua
Lo scrittore Daniele Bresciani è stato giornalista per la Gazzetta dello Sport, vicedirettore di Vanity Fair e Grazia.
Con il suo primo romanzo "Ti volevo dire" ha vinto numerosi premi. Nel 2017 ha pubblicato "Nessuna notizia dello scrittore scomparso" e nel 2020 "Anime trasparenti. Un'indagine dell'ispettore Miranda".
Nel suo ultimo thriller l'ispettore Dario Miranda indaga sull'investimento di Gloria Taranto, una donna di origini sudamericane che gestisce in un edificio abbandonato alla periferia di Milano un asilo "clandestino" per figli di immigrati senza permesso di soggiorno: “La casa dei cento bambini”.
Quando Gloria viene investita l’ispettore Miranda non crede all'incidente ed inizia ad indagare per conto proprio. Ciò che scopre è terrificante.
Questo thriller avvincente, scritto benissimo, a parer mio migliore anche di "Nessuna notizia dello scrittore scomparso", tocca argomenti scabrosissimi che purtroppo capita di leggere sulle pagine dei giornali.
Rende meno pesante il racconto la storia d'amore tra Anna, figlia "adottiva" di Gloria, e Luca, medico non più giovanissimo e dal passato tormentato.
“In quel luogo non ci sarebbero stati vincoli di razza o religione: piccoli sudamericani avrebbero convissuto con bambini africani, asiatici o dell’Europa orientale. Sarebbe stata una zona franca, senza divisioni, muri e rivalità tra bande”.
“A questi bambini viene inculcata prima di tutto la necessità di rendersi invisibili. Devono fare in modo che nessuno si accorga di loro. Sono anime trasparenti. Qui dentro potranno tornare a esistere e essere quello che sono: bambini.”
★★★★☆
🍾 spumante
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Guillaume Musso è autore di numerosi thriller di grande successo e "Central Park" è spettacolare, avvincente, si divora.
Alice, giovane poliziotta di Parigi, e Gabriel, pianista jazz americano, si svegliano ammanettati tra loro su una panchina di Central Park. Non si conoscono, non ricordano nulla dalla sera prima e non comprendono come possano essere a New York dato che il loro ultimo ricordo risale alla sera precedente e Alice si trovava a Parigi e Gabriel a Dublino.
Come sono arrivati a New York? Perchè sono ammanettati tra loro?
Alice si ritrova in tasca una pistola a cui manca un proiettile e la sua camicetta è macchiata di sangue.
L'unico modo per capire cosa sia accaduto è quello di unire le forze e agire insieme.
Musso non delude con questo thriller, che é anche una storia d'amore, divertente, commovente e sorprendente. Si legge come guardare un film d'azione.
"Chiudo gli occhi. Nella mia mente si staccano uno alla volta i frammenti di una storia di cui ho sempre conosciuto il finale. Nel fondo di me stessa, non ho forse sempre avuto la convinzione che la mia vita si sarebbe conclusa cosi?
Sola, ma libera.
Come ho sempre cercato di vivere."
★★★★☆
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Mentre molti di voi stanno leggendo l'ultimo romanzo di Manzini, balzato nei primi posti delle classifiche della settimana in pochissimi giorni, io ho letto un libro inviatomi dall'autore stesso due giorni fa.
Un giovane scrittore alla sua terza opera, ma che personalmente non conoscevo.
Nonostante fosse in fondo alla mia lunghissima lista di libri da leggere, "Effetti collaterali" di Rosario Russo "mi ha scelta" ed ha saltato la fila.
Incuriosita dal fatto che i 6 racconti sono ambientati ad Acireale (ed io ho un debole per gli scrittori siciliani e per i romanzi ambientati in Sicilia) ho iniziato a leggerlo e sono rimasta rapita dalla bravura dell'autore.
Sei racconti, uno più bello dell'altro, in cui Rosario ci trasmette l'amore per la sua terra e, tra invenzione e realtà, mette il dito nelle piaghe siciliane.
L'amore dell'autore per Verga e per Acireale è palpabile e si intuisce la voglia che i siciliani si riprendano le proprie tradizioni, preservino la bellezza dei luoghi e combattano la mafia.
Commovente, bellissimo, ma purtroppo vero, il racconto dedicato ad Annalisa Isaia, uccisa dallo zio perché frequentava coetanei appartenenti a clan mafiosi avversari.
Molto bello e profondo anche "Il delitto delle cartoline" con protagonista Vincenzo Cantone, giovane scrittore di Acireale. Racconto misterioso e sentimentale. Forse c'è qualcosa di autobiografico in questo personaggio con alle spalle studi commerciali e che vuol leggere Platone.
E poi ci sono i racconti gialli veri e propri, con l'ispettore Traversa e il Commissario Stuto.
In tutti traspare l'amore per il proprio paese e per il mare come il mio per il Garda e le montagne.
In Sicilia ed ad Acireale ci sono stata. Luoghi bellissimi. L'unico posto per cui sarei disposta a lasciare il Garda trentino è per la Sicilia.
Senza nulla togliere a Manzini e agli altri autori famosi, vi invito a leggere anche autori meno noti, perché possono sorprendere.
"Traversa sospirò. Del resto era lunedì e si sa che riguardo a squallore i lunedì non temono rivali."
★★★★☆
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🐣 uovo di Pasqua
600 pagine, continui colpi di scena e cambi temporali non impediscono all'ultimo romanzo di Joel Dicker di scorrere veloce e farsi divorare.
"L'enigma della camera 622" mi è piaciuto molto.
Sono consapevole delle numerose critiche.
Joel Dicker o si ama o si odia.
Di lui avevo letto "La verità sul caso Harry Quebert" e lo avevo molto apprezzato.
Joel Dicker è un giovane scrittore, figlio di una bibliotecaria e di un insegnante di francese.
Arriva al successo nel 2012 con "La verità sul caso Harry Quebert", romanzo tradotto in 33 lingue.
Il racconto de "L'enigma della camera 622" ruota attorno ad un omicidio avvenuto molti anni prima in un lussuoso hotel in Svizzera. Un caso irrisolto su cui si mettono ad indagare uno scrittore in crisi d'ispirazione e una giovane ragazza che si offre di fargli da assistente nelle indagini. Molti i personaggi coinvolti nelle vicende: Macaire, il giovane banchiere, la moglie Anastasia e Lev, talentuoso impiegato di banca. E
poi Cristina, l'assistente di Macaire, Arma, la domestica, Tarnogol, ricchissimo uomo d'affari russo dall'oscuro passato, e molti altri.
Le loro vite si intrecciano tra amori, amicizie, invidie e tradimenti.
Come succede con i libri che amiamo, non si vede l'ora di arrivare alla fine e allo stesso tempo quando si chiude il libro si è un po' dispiaciuti.
Mi sono affezionata ai protagonisti e mi mancano.
Il romanzo è dedicato a Bernard de Fallois, editore di Dicker, scomparso due anni fa e nel romanzo molti sono i momenti in cui lo ricorda Joel, intrecciando realtà e fantasia.
"Spesso la gente pensa che per scrivere un romanzo si parta da un'idea. Invece una storia prende le mosse innanzitutto da una voglia: quella di scrivere. Una voglia che si impadronisce di te e che niente può ostacolare, una voglia che ti allontana da tutto."
"La vita è un romanzo di cui già si conosce la fine: il protagonista muore.
La cosa più importante, in fondo, non è come va a finire, ma in che modo ne riempiamo le pagine. Perché la vita, come un romanzo, deve essere un'avventura. E le avventure sono le vacanze della vita."
★★★★☆
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Questo libro me lo sono gustato.
Non avevo la possibilità di leggere molte ore ogni giorno in questo periodo e quindi l'ho letto con calma e l'ho trovato davvero molto bello.
Mi piacciono le biografie. Danno l'opportunità di conoscere più intimamente personaggi famosi, di comprendere meglio i loro atteggiamenti e le loro scelte.
Lynn Hill l'ho vista più volte scalare a Rock Master ad Arco. Lo vinse cinque volte.
È stata una splendida atleta, campionessa del mondo.
Indipendente e determinata, con una personalità forte, fin da piccola.
Lynn nasce a Detroit nel 1961. Quinta di sette fratelli.
Ha origini europee. Il bisnonno era italiano. Si chiamava Fucentese, ma cambiò il suo cognome in Hill, la bisnonna era tedesca e la nonna scozzese.
Ha sempre praticato sport ad ottimi livelli, fin da bambina, passando dal nuoto, alla ginnastica artistica, e infine all'arrampicata. Mentre frequentava l'università di Santa Monica si allenava con la squadra di atletica e corse anche i 1500 e i 3000m.
Le sue doti erano notevoli,
Molto minuta e leggera: 1m57 per 45 kg, con dita piccolissime che si infilavano in ogni fessura.
Le insegnò ad arrampicare il fidanzato della sorella che morì alcuni anni dopo in una spedizione sull'Aconcagua.
Da giovanissima trascorse mesi nello Yosemite ad arrampicare, vivendo con pochi dollari in tasca, quasi come una barbona e allenandosi con i più forti arrampicatori del momento.
Innumerevoli le avventure, i racconti e gli aneddoti svelati in questa bellissima biografia che inizia con il racconto della terribile caduta avvenuta in Francia in allenamento a causa di una assurda distrazione e da cui uscì miracolosamente solo con molte botte e qualche lesione. Un cespuglio attutì la caduta e le salvò la vita.
A Las Vegas, dove visse per un po' col fidanzato, arrampicava sulle Red Rocks, ma faceva la fame.
A Santa Monica fu coinvolta in alcune trasmissioni televisive. Per guadagnare qualche soldo si prestava ad imprese acrobatiche e tentativi di record. Finché non si rese conto che non era il caso di rischiare la vita per due soldi.
Successivamente si trasferì in Francia, dove si guadagnò da vivere gareggiando.
Nel 1992, dopo aver vinto il suo quinto Rock Master, lasciò l'agonismo e tornò a vivere in America.
Lynn, nel libro, ci parla anche di Arco, delle sue vittorie al Rock Master, dell'albergo Cattoi in cui soggiornava e della signora Marisa, la proprietaria.
Il libro, pubblicato nel 2002 e ormai quasi introvabile, è scritto in realtà da Greg Child, arrampicatore e scrittore e tradotto in italiano da Giulia Baciocco.
"Essendo la mia ultima partecipazione all'appuntamento annuale di Arco, ero motivata a dare veramente il meglio di me stessa. Arco rappresentava per me la Wimbledon dell'arrampicata sportiva. Ogni anno migliaia di vivaci spettatori si radunavano per vedere in azione i migliori scalatori del mondo. Quando arrivai in cima alla via della finale, segnando la mia quinta vittoria nel Rock Master, provai l'appagante sensazione di aver portato a termine qualcosa."
"Ad Arco ci sistemammo all'Albergo Cattoi, una caratteristica locanda a conduzione familiare dove gustammo un pasto delizioso servitoci da Marisa e dalla mamma, le quali, visto che nessuno tra noi parlava una lingua comune, si facevano capire ricorrendo a parole straniere e gesti amichevoli."
"Ho anche vissuto in Italia per qualche tempo, dove ho arrampicato sulle splendide Dolomiti e in altre zone famose."
★★★★☆
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🐣 uovo di Pasqua
"Il ciclista curioso" di Davide Cassani e Giacomo Pellizzari ( prefazione di Gianni Mura) è una bellissima guida "galattica" per ciclisti.
Scritto molto bene, a tratti addirittura poetico.
Per ogni percorso (in totale sono 20) c'è una scheda tecnica, la descrizione del percorso, l'introduzione "sentimentale" con citazioni letterarie e culturali, la cartina e i consigli su cosa visitare e quali cibi gustare.
Un ottimo lavoro destinato a tutti i ciclisti "curiosi" che non si limitano a pedalare a testa bassa attenti solo al cronometro. Quelli sono i ciclisti "furiosi".
Recentemente ho eseguito presso l'ospedale di Rovereto un esame lungo ed impegnativo.
Il medico che lo ha effettuato, sapendomi una sportiva, mi ha chiesto di estraniarmi dalla procedura e pensare di essere in bici e di fare un bel giro.
Non è stato facile trovare la concentrazione, ma ci sono riuscita, sebbene non per l'intera durata.
Mi sono immaginata, in sella alla mia bici, partire da Varignano ed arrivare a San Giovanni fino alle Marcarie, poi cambiarmi le scarpette e fare il giro di corsa dei Prai da Gom e poi di nuovo in sella per ridiscendere.
Ho rivisto mentalmente l'intera strada, ogni curva ed ogni abitazione, che conosco come le mie tasche per esserci salita centinaia di volte.
Leggendo "Il ciclista curioso" di Davide Cassani e Giacomo Pellizzari, mi sono ritrovata nel pensiero di Gianni Mura che nella prefazione dice: "Si può pedalare anche con la testa."
Se sono riuscita ad immaginarmi mentalmente nei minimi dettagli l'intero percorso significa che anch'io in passato sono stata una "ciclista curiosa", capace di guardarsi intorno mentre pedala.
Se ci fosse stata qualche foto dei luoghi avrei attribuito a questo libro 5 stelle.
"la bici non è solo uno sport o un mezzo di trasporto. E' anche uno strumento di scoperta. La bicicletta è prima di tutto un punto di vista, un modo di vedere le cose. Una lente di ingrandimento straordinaria sul mondo, capace di farci vedere cose che altrimenti non noteremmo."
★★★★☆
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🐣 uovo di Pasqua
Era da molto tempo che non leggevo un libro di alpinismo. Questo di Elisabeth Revol l'ho trovato molto ben scritto e introspettivo. La storia (vera) che narra, molti di voi la conoscono già. Fece molto scalpore la tragedia che colpì l'alpinista due anni fa: dopo aver raggiunto la cima del Nanga Parbat, in stile alpino ed in inverno, fu costretta ad abbandonare il compagno Tomek Mackiewicz, in preda a sintomi di edema polmonare e cerebrale, per scendere e mettersi in salvo.
Nel libro la Revol, aiutata nella stesura dalla giornalista Eliane Patriarca, racconta in modo coinvolgente e sincero l'ascesa e anche i terribili momenti della discesa. Svela i suoi più intimi pensieri, i sensi di colpa e la depressione che l'hanno colpita al rientro e la sua difficile ripresa.
"Anche se in alta quota ho vissuto esperienze terribilmente dure, insopportabili, l'attrazione resta sempre più forte."
"Eri un uomo dal cuore grande e ti sei battuto fino alla fine per scendere il più in basso possibile, per salvarmi la vita. Devo la mia vita a te, a te per primo, Tomek, perchè se non avessi avuto la forza e il coraggio di batterti per scendere a 7280 metri durante quella notte glaciale, disumana, tra il 25 e 26 gennaio, in modalità sopravvivenza, non sarei qui, ma sarei con te...
★★★★☆
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🍷 vino rosso
"L'istante largo" è un romanzo di Sara Fruner con protagonista un ragazzo quindicenne di nome Macondo, il cui quadro preferito si intitola "Gracias Gabo".
La storia è narrata dal ragazzino che ci parla con linguaggio e pensieri tipici della sua età, seppure molto profondi, e una nonna che racconta la sua vita attraverso lettere e bigliettini.
Tre mamme per Macondo che non ne ricorda nemmeno una e una nonna, Rocio Sanchez, pittrice famosa di origine cilena, trapiantata in Italia, con un breve tratto di vita trascorso a New York.
Macondo cerca di scoprire chi delle tre è la sua mamma biologica e che fine ha fatto.
Uno stile narrativo tragicomico, tipico degli autori sudamericani (che io amo molto), per un romanzo scritto da una rivana trapiantata negli Stati Uniti.
Una splendida sorpresa. Non conoscevo l'autrice, poetessa al suo primo romanzo, ma ho acquistato e letto il suo libro appena uscito.
Sono rimasta affascinata dalla sua scrittura, divertente e commovente allo stesso tempo, molto originale. Si alternano racconti del passato e del presente, narrati attraverso lettere, mail, bigliettini e prosa.
Un esordio brillante per Sara Fruner.
La sua scrittura mi ricorda per molti aspetti quella di Isabel Allende.
Curiosità: Sara scrive: "c'è un paese in mezzo alle Dolomiti che per tre mesi all'anno, d'inverno, non vede il sole."
Si riferirà a Pré in Valle di Ledro che da S.Martino (11 novembre) a S.Agata (5 febbraio) i raggi del sole non riescono a baciare?
"Il passato non si contiene. È ovunque, e sempre, come l'aria. Vive dentro e fuori di noi, nei nostri passi, nei nostri gesti."
★★★★☆
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🐣 uovo di Pasqua
"La salita dei saponari" è il terzo episodio, freschissimo di stampa, con protagonista Giovanna Guarrasi, detta Vanina, vicequestore della squadra mobile di Catania.
Dopo "Sabbia nera" e "La logica della lampara", l'autrice Cristina Cassar Scalia ci regala un altro splendido giallo ambientato nella sua Sicilia.
Tra un pasto luculliano e l'altro procedono, seppur con difficoltà, le indagini sul delitto. È stato ritrovato ucciso all'aeroporto di Catania un cubano con cittadinanza statunitense e italiana, le cui attività lavorative non sono molto chiare. L'indagine si presenta ulteriormente complicata dalle implicazioni internazionali. Vanina si ritrova nuovamente coinvolta in un caso "rognoso" che però non riuscirà a distogliere totalmente la sua mente dai problemi sentimentali che la affliggono: la storia con il magistrato Paolo Malfitano da cui si è allontanata, dopo averlo salvato da un attentato, nel tentativo di scappare dai fantasmi del suo passato.
Ad aiutarla nelle indagini una meravigliosa squadra e il commissario in pensione Biagio Patanè.
Un mix perfetto di investigazione e sentimenti. Vanina è un Rocco Schiavone al femminile.
Il finale lascia intendere che ci sarà un seguito.
"Manco il tempo di arrivare e Vanina era già in movimento. Di corsa, per giunta, come piaceva a lei. Aveva ragione Adriano: per entusiasmarla veramente, per sentirselo suo, un caso doveva avere un indice di "rognosità" tale da occuparle la mente per giorni, fino alla totale risoluzione. L'omicidio di Esteban Torres, a occhio e croce, prometteva bene."
★★★★☆
🍾 spumante
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Ho letto il nuovo romanzo di Ilaria Tuti, "Fiore di roccia", uscito da pochissimi giorni. Il cambio di genere dell'autrice dei thriller con protagonista Teresa Battaglia non mi ha delusa.
Ilaria Tuti in questo romanzo storico narra con una scrittura ricercata e poetica una vicenda realmente accaduta attribuendola a un personaggio inventato: Agata, portatrice carnica che durante la prima guerra mondiale saliva con un gruppo di altre donne sul monte Pal fino al fronte, per rifornire i soldati italiani di cibo e munizioni.
Il romanzo è ambientato a Timau, frazione del comune di Paluzza, in provincia di Udine, posta a 830 m di altitudine, un'isola linguistica in cui si parla un particolare dialetto carinziano.
La personalità della protagonista mi ha affascinata. Lei è forte, indipendente, emancipata e coraggiosa, come lo furono tre grandi donne a lei coeve: Frida Kahlo, Gerda Taro e Tina Modotti (a cui l'autrice fa cenno nel romanzo).
Da ragazza ero anch'io idealista e un po' ribelle e certe scelte, che con la maturità possono apparire rischiose, in gioventù mi sarebbero sembrate, come a lei, non avere alternative.
Ho apprezzato molto come Ilaria Tuti abbia saputo trasmetterci, attraverso il comportamento e le riflessioni di Agata, il pensiero che su entrambi i fronti la guerra era vissuta allo stesso modo. In prima linea giovani ragazzi, attesi dalle loro madri, mogli e fidanzate, combattevano più per obbligo che per scelta.
Non dimentichiamo che le popolazioni del Trentino furono sfollate in Boemia e i giovani arruolati nell'esercito degli austroungarici. Tra i "nemici" c'erano anche popolazioni di lingua italiana.
Ilaria Tuti ha saputo con grande maestria passare dallo scrivere thriller avvincenti quanto quelli di Donato Carrisi ad un romanzo storico coinvolgente ed emozionante quanto uno di Isabel Allende.
"Restituisco il binocolo al comandante, anche se è difficile interrompere il contatto visivo con l'altra barriera: non è la parte oscura speculare a questa, non è l'antro che si apre davanti ai giusti. E' solo montagna, sono solo uomini.
Uomini che hanno fame, che hanno paura, che hanno nostalgia di casa, e che devono uccidere, come i nostri."
★★★★☆
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🍷 vino rosso
L'assassinio del commendatore" non è il primo libro di Haruki Murakami che leggo. È il primo che recensisco su LibriCitando.
Confesso che per Murakami ho un debole. Adoro soprattutto i suoi romanzi surreali.
La musica e l'arte in generale sono spesso protagonisti nei suoi libri.
Il titolo di questo romanzo si riferisce ad un quadro, dipinto da un anziano pittore giapponese, raffigurante una scena del Don Giovanni di Mozart. E attorno a questo quadro si sviluppa l'intero racconto.
La scrittura è lenta e dettagliata, ma tutt'altro che noiosa, calamitante. È necessario però leggere entrambi i libri. Se vi fermate al primo, avrete letto metà storia, senza concludere nulla. A parer mio i due libri avrebbero dovuto essere pubblicati insieme, non a due anni di distanza.
Ai personaggi di Murakami non ci si può non affezionare. Pensi a loro, anche dopo aver terminato il libro, come a degli amici di gioventù.
Murakami ti prende per mano e ti conduce nel racconto.
"L'assassinio del commendatore" è un romanzo onirico e surreale, un urban fantasy, molto introspettivo.
Seppure il racconto proceda lento, Murakami mi ha tenuta incollata alle pagine grazie al suo modo di scrivere ipnotico e misterioso.
Ho trovato alcune analogie con 1Q84.
Da leggere solo se si conosce già Murakami.
"La maggior parte delle cose, viste da lontano, ci sembrano belle"
"Vederle una accanto all'altra bastava già a far apparire il mondo un po' più allegro. Natale e Capodanno che arrivano lo stesso giorno."
"Tutti quanti abbiamo nel cuore segreti che non possiamo svelare."
★★★★☆scopri come valuto i libri
🥘 ratatouille
Ho sentito molto parlare di Barbara Baraldi, autrice italiana di numerosi thriller, romanzi per ragazzi e sceneggiature di fumetti. Anche la mia collega Francesca ne parla molto bene. Incuriosita, ho letto questo racconto ("La sconosciuta") per conoscerla. Un ottimo "antipasto" per prossime letture.
La Baraldi, in pochissime pagine, è capace di creare l'atmosfera di un thriller psicologico che ti tiene incollato fino alla fine del racconto, ambientato a Modena, all'ombra della Bonissima, statua simbolo della città. Quando si muore si rimane nei ricordi di chi ci ha amato. Ma se nessuno ci ama?"
★★★★☆ 🍋 limone scopri come valuto i libri
Al termine di ogni mia recensione troverete un numero di stelline che corrispondono ad un mio giudizio complessivo sul libro e uno o più simboli di cibo che evocano le emozioni suscitatemi.