Avete presente quando di notte vi capita di vedere una finestra illuminata e vi viene da immaginare quali vite si stiano vivendo dietro quel vetro?
A me capita.
Allo stesso modo la parola ἰοίην, unico frammento sopravvissuto di una poesia di Saffo, che significa "che io possa andare oltre" scatena i miei pensieri e le mie riflessioni.
Questo frammento - il n. 182 - è stato interpretato dagli studiosi come compatibile con molte ipotesi: andare oltre le divisioni, i muri, le incomprensioni, le distanze, i dubbi, le indecisioni, le sofferenze, i limiti propri, le convenzioni sociali, le aspettative degli altri, ....
Chissà che cosa ci raccontava Saffo in quella poesia. Non lo sapremo mai. Ognuno di noi immaginerà qualcosa di diverso, dettato dal proprio carattere, dal momento di vita che sta vivendo, dalle proprie esperienze passate.
Certo è che quel frammento suona come speranza in qualcosa di migliore. È una specie di parolina magica che non può essere intesa se non in senso positivo. E quindi, auguro a me e a tutti voi "di poter andare oltre".
"ἰοίην"
Grazie Vinicio del dono che sei stato!
PAESAGGIO
Riavviene febbraio, un pino
mezzosepolto, coperto di neve
le crode grigioni delle vette
ammantate di bianco, di notte
Passa il giorno tenue e breve
nelle case di paese appannate, strette
il fuoco appena acceso, le fette
di pane imburrato e d'oro al mattino
I vetri condensano, il pallore
di finestre umide infonde opere
sulle mura di Romarzollo, spessore
alpino di monte Altissimo
Massimiliano Bresciani nasce a Riva del Garda, in Trentino, nel 1971. È laureato in Filologia germanica e dal 1998 vive in Germania. Suona il flauto traverso.
"Giri di libellula", è la sua prima raccolta di poesie, pubblicata nel 2006, a cui ha fatto seguito "Periodi di riflesso" nel 2010.
Massimiliano è mio cugino. Siamo nati a un mese di distanza. Abbiamo vissuto nella stessa casa fino agli undici anni. Eravamo inseparabili. Molti ricordi che hanno ispirato le sue poesie sono anche miei.
"Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta. Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe, sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera. Forse è la sua preghiera."