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Pubblicato circa un anno fa in Italia, "Cattivi presagi" è il primo libro di una quadrilogia fantasy scritta da L.A. Di Paolo - autore americano con ascendenti italiani - e tradotta in italiano da Paolo Pilati. "Cattivi presagi", a cui ha fatto seguito "Prima eruzione", è stato preceduto dalla pubblicazione di "Ronin", un breve racconto che narra l'antefatto della vicenda. I racconti sono ambientati nell'universo dei Conquistatori di K'tara e narrano la storia di un popolo che vive in un tempo futuro su un pianeta distante nella galassia circa tremila anni. Le condizioni uniche di K'Tara hanno permesso lo sviluppo di una società umanoide superiore e altamente civilizzata. Si tratta di un fantasy quindi, ma con un pizzico di fantascienza. Protagonisti delle vicende sono il Gran Principe Aithen e il Principe Toras che si ritrovano a combattere contro una terribile Serpe dagli intenti distruttivi. Battaglie, colpi di scena e un numero infinito di personaggi secondari  caratterizzano il racconto. La trama è avvincente e complessa a tal punto da richiedere numerose appendici da consultare nel caso ci si dimentichi del ruolo di un personaggio o del significato di un termine. Si possono consultare anche le mappe del Regno per orientarsi meglio. Peccato che, per ora, non sia possibile leggere l'intera quadrilogia. In Italia risultano pubblicati i primi due libri, più un breve racconto che consiste nell'antefatto. Chi è abituato a leggere romanzi fantasý, conosce bene le dinamiche di lettura di questi romanzi lunghissimi, suddivisi in numerosi libri. Io, prima d'ora, escluso l'urban fantasy 1Q84 di Murakami - che però ho letto tutto d'un fiato dopo la pubblicazione del terzo libro - non ho mai dovuto attendere con impazienza di poter leggere il seguito di una storia. Non mi resta che aspettare che Di Paolo completi la stesura della saga e che Paolo Pilati termini la traduzione. Il traduttore è originario di Arco di Trento. Appassionato di letteratura, poesia e musica, suona nella band Electric Circus. Attualmente vive a Torino. Qui potete leggere la mia intervista al traduttore trentino. Curiosità: presso la biblioteca di Arco è disponibile per il prestito una copia di "Cattivi presagi" autografata dall'autore. "Le improvvise urla di Toras spezzarono la calma piatta del mezzogiorno. La sua pelle stava venendo straziata e ustionata dai raggi spietati dei Soli Gemelli , ai quali non importava né dell'identità della loro vittima, né del motivo per cui Toras giacesse disteso, mentre si apprestavano a raggiungere lo zenit del loro viaggio quotidiano attraverso il cielo di K'Tara. Eppure, non era quello il giorno in cui il giovane umano avrebbe permesso ai soli di consumare la sua carne. Nonostante urlasse di dolore, con il cuore a mille per il panico, la mente offuscata dal caldo e le gambe ancora vacillanti, Toras si alzò e corse verso il bosco più veloce che poteva. Provò un immediato senso di sollievo quando la boscaglia lo avvolse con un'aria fresca e umida." ★★★☆☆ 🍾 spumante scopri come valuto i libri
Pubblicato esattamente un anno fa in Italia, "Cattivi presagi" è il primo libro di una quadrilogia fantasy scritta (in inglese) da L.A. Di Paolo, italo americano,  e tradotta in italiano da Paolo PILATI. Il traduttore è originario di Arco di Trento. Appassionato di letteratura, poesia e musica, suona nella band Electric Circus. Attualmente vive a Torino. A Settembre 2021 è uscito in Italia il secondo volume della serie: "Prima eruzione", sempre tradotto da Paolo Pilati. Paolo, raccontaci come è avvenuta la scelta del traduttore da parte dell'autore. L’autore, Libero A. Di Paolo, aveva pubblicato un annuncio sulla piattaforma online dell’Università Sapienza di Roma, JobSoul. Io ero in cerca di lavoro perché avevo da poco finito l’università e mi sono imbattuto in quell’annuncio. A quel punto, Libero mi ha contattato e mi ha sottoposto a un test, facendomi tradurre il primo capitolo del romanzo. All’autore è piaciuta la mia traduzione e così abbiamo iniziato a collaborare. Per prima cosa ho tradotto “Ronin” una mini-saga, che introduce personaggi che avranno un grande impatto sugli eventi che vivranno i personaggi del romanzo “Cattivi presagi”. Che percorsi di studio, ma anche di vita, ti hanno portato a svolgere ora la professione di traduttore letterario? Dopo aver fatto il liceo linguistico, ho continuato a studiare lingue all’università: Mediazione Linguistica in triennale e Traduzione come Laurea magistrale. La letteratura, in particolare quella straniera, è sempre stata una passione centrale nel mio percorso di studi (entrambe le mie tesi hanno trattato temi letterari), tuttavia non posso dire di essere un traduttore “letterario”. Questo perché il mio lavoro non è fatto di sola letteratura, o di cinema nel caso dei sottotitoli. Questi sono solo una piccola parte di quello che faccio e, sinceramente, sono contento così. Campare di sola letteratura è difficile e, purtroppo, non significa tradurre solo libri che piacciono. Per ora preferisco lavorare anche in ambiti diversi e tradurre libri e poesie quando e se mi va. Il fantasy è un genere che amavi già prima di assumerti l'incarico di tradurre la quadrilogia di Di Paolo? Parto dicendo che il Signore degli Anelli è un libro che avrò sempre nel cuore, grazie a mia madre che me lo leggeva quando ero bambino, e questa passione per Tolkien mi accompagnerà sempre. Detto questo, non posso dire di essere un amante del genere, ma d’altro canto non sono neanche un detrattore. Credo che, al di là dei pregiudizi, come ogni altro genere letterario il fantasy e la fantascienza (altro genere letterario manifesto nella saga di Di Paolo) hanno prodotto svariati capolavori e “mostri sacri”. Si tratta di filoni letterari che appassionano molto le rispettive nicchie, ma che possono essere considerati anche un vero e proprio fenomeno di massa: in un modo o nell’altro, tutti quanti abbiamo avuto a che fare con storie fantasy o di fantascienza. I traduttori svolgono un compito importantissimo e molto spesso per entrare meglio nella testa dell'autore studiano i suoi lavori precedenti, si confrontano con l'autore approfonditamente per interpretare bene le sue intenzioni e sovente accade che tra traduttore e autore nasca una vera e propria amicizia (Ilide Carmignani e Luis Sepulveda, per esempio). Com'è il tuo rapporto con l'autore? Io e l’autore abbiamo costruito un rapporto molto bello di amicizia. Lui ha origini italiane, quindi parla italiano e abbiamo avuto modo di conoscerci personalmente qui in Italia e di presentare pubblicamente il libro “Cattivi presagi” in spiaggia a Termoli, grazie ad Alta Marea Festival. In fase di traduzione abbiamo avuto un confronto costante e abbiamo revisionato insieme su un file condiviso tutto il lavoro svolto nel corso dei mesi. Il fatto che l’autore sapesse l’italiano ha permesso a me di beneficiare del suo parere e di dissipare ogni mio dubbio interpretativo quasi in tempo reale e, viceversa, ha permesso a lui di incidere sul risultato finale e in certi casi, di migliorare l’orginale, dice lui. Nella foto, da sinistra verso destra: Paolo Pilati, il traduttore, L.A. Di Paolo, l'autore, e Valentina Salierno che ha letto e riletto l'intero manoscritto per rimuovere errori e refusi.
Nel leggere "Cattivi presagi" mi sono chiesta se la versione originale in inglese abbia un linguaggio accurato come nella versione italiana. Ho sempre avuto l'impressione che la lingua inglese abbia una terminologia limitata rispetto all'italiano. E l'uso del latino è presente anche nella versione inglese? In realtà, anche se è difficile fare stime accurate, l’inglese parrebbe avere un lessico più esteso e flessibile rispetto all’italiano, in generale. Inoltre, l’autore in questo caso è piuttosto specifico nel differenziare ogni aspetto, usa spesso un linguaggio tecnico. Credo faccia parte del suo animo scientifico da biologo. Quindi, la mia risposta alla prima domanda è che non penso sia così. Tuttavia, potrei aver utilizzato più parafrasi e sinonimi per evitare le ripetizioni e i periodi più lunghi, che in italiano pesano molto di più. Questo perché nella nostra lingua in media le parole sono più lunghe e di conseguenza lo è il numero di accenti all’interno di una frase e anche il “tempo di lettura”. Perciò, in un certo senso, potresti avere ragione: è probabile che in italiano abbia usato più soluzioni a livello di lessico e struttura della frase. Ma se così anche fosse, l’ho fatto più che altro per necessità. Il latino era presente anche nella versione originale del romanzo ed è un elemento interessante della storia e un collegamento, di cui però non posso rivelare molto. Mi limito a dire che le lingue hanno un ruolo importante all’interno della saga e che i libri della saga di Ronin potrebbero dare al lettore qualche risposta in più. Parlaci dei tuoi prossimi lavori (se non sono progetti da tenere segreti) e delle tue passioni extra letterarie. A livello letterario mi piacerebbe innanzitutto realizzare un articolo accademico sulla mia tesi magistrale, in cui era centrale un poeta anglo-indiano, Henry L.V. Derozio e la letteratura post-coloniale. Poi, vorrei finire di tradurre la saga di Di Paolo non appena sarà ultimata la versione inglese. In secondo luogo, avevo iniziato a pubblicare alcune poesie da me tradotte nel blog sul mio sito professionale. Era anche una sorta di esercizio, che mi teneva vicino alla letteratura e mi permetteva di sperimentare (ad esempio, quando ho iniziato a studiare russo ho pubblicato una mia traduzione di Anna Akhmatova). Mi piacerebbe rianimare questo progetto, anche se forse dovrei trovare uno spazio più appropriato in cui dargli forma. Infine, la musica è una delle mie passioni e con il mio gruppo (Electric Circus), stiamo lavorando a diversi progetti, tra cui l’uscita di brani nuovi, colonne sonore e concerti, e stiamo anche lavorando a una collaborazione con due musicisti del Mali. Insomma, probabilmente ne ho per qualche anno! Nella foto gli Electric Circus
Animali domestici: No. Hobby e passioni: Musica e calcio. Autori preferiti: Hermann Hesse, J.D. Salinger, Umberto Eco. Libro del cuore: Il Maestro e Margherita. Film visto e rivisto: Il buono, il brutto e il cattivo. Cantante, gruppo o genere musicale preferito: Daft Punk (difficile sceglierne uno solo, ascolto un po’ di tutto). Cibo a cui non sai dire di no: Carbonara e tiramisù. Sport praticato: Calcio. Pregi: Gentile, onesto, riflessivo. Difetti: Impaziente, distratto, riflessivo.
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Mi chiamo Cristiana Bresciani, sono una mamma lavoratrice, sportiva e mangiatrice di libri. Vivo in Trentino, sul Lago di Garda. Amo viaggiare con la testa tra nuvole di libri e nel mondo con i piedi agganciati ai pedali di una bicicletta.

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