"Il gambero di fiume" è il primo romanzo pubblicato nel 2000 da Enrico Gasperi, scrittore trentino, giunto alla terza edizione e ambientato alla fine del 1400 in Val Rendena.
Il giovane Simone ritrova nel fiume Sarca il cadavere di un frate. Tra eresia, dolciniani, templari e intrighi c'é da scoprire se il frate ritrovato morto sia stato ucciso o deceduto per cause naturali.
Per Simone iniziano i problemi.
Un amuleto a forma di gambero di fiume sarà la chiave per risolvere il mistero.
Si tratta di un giallo avvincente e misterioso, scritto molto bene, infarcito di nozioni storiche e culturali molto interessanti.
Non mancano i riferimenti agli affreschi del Baschenis e ai luoghi della Val Rendena.
"Le ombre della prima sera creavano disegni spettrali nell'intrico della foresta. Enormi braccia nere e dita lunghe e ossute attraversavano la mulattiera e si avvinghiavano alle figure in movimento."
★★★☆☆
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"Marco da Caderzone" è il settimo e ultimo romanzo di Enrico Gasperi, scrittore trentino della Val Rendena. Laurea in economia, ex insegnante, dirigente di banca, sportivo, musicista, vincitore di numerosi premi letterari. Oltre a romanzi scrive testi teatrali per La Combricola dal gat.
Si appassiona alla scrittura in seguito ad un brutto voto preso in un tema di italiano al liceo. Colma le sue lacune e lo fa alla grande. Appassionato di storia e della bellissima valle in cui vive, scrive racconti e romanzi di vario genere (storici, gialli e d'amore) ambientati nelle sue terre.
Ho conosciuto Enrico Gasperi grazie a mio fratello che aveva avuto a che fare con lui per motivi di lavoro. Scoperto che si trattava di uno scrittore, ha parlato lui del mio blog e della mia grande passione per i libri. Enrico mi ha fatto avere il suo primo romanzo, il giallo "Il gambero di fiume", così lo ho conosciuto ed ho potuto apprezzarlo come scrittore.
Il romanzo di cui vi parlo in questa recensione è l'ultimo che ha pubblicato: "Marco da Caderzone".
Il protagonista è un personaggio realmente esistito nel 1400, figlio illegittimo di un conte Lodron, educato fin da piccolo al combattimento e alla guerra. Nella realtà la sua esistenza è documentata, ma poche altre informazioni su di lui sono arrivate a noi.
Enrico ne ha raccontato la vita in modo molto originale, intrecciando la sua avventurosa esistenza a quella dell'amata Bianca. Il racconto procede alternandosi alle vicende (ambientate nel secolo scorso) della giovane archeologa Nerella e del professor Franco Vettori.
Tra i due personaggi femminili ho amato particolarmente Nerella, giovane e bella studentessa di archeologia, originaria di Riva del Garda, piena di vita e di entusiasmo e appassionata di ciclismo.
Bianca pur essendo un personaggio molto forte, moderno ed interessante, per certi aspetti mi è parsa un po' una "Elisa di Rivombrosa" di qualche secolo prima.
Una lunga storia d'amore quella tra Marco e Bianca, alla stregua di quella di Florentino e Fermina ne "L'amore ai tempi del colera".
Il romanzo è molto ben strutturato e documentato. Avvincente. Numerosi i riferimenti storici e culturali.
Un personaggio presente nel romanzo e realmente esistito è il Maestro Giustina, scrittore e poeta italiano, insegnante in Val Rendena negli anni '70. E molti sono i riferimenti al Baschenis ed ai suoi affreschi.
"Nerella de Stefani aveva ventitrè anni, era originaria di Riva del Garda e stava per laurearsi. Era l'immagine della primavera.
Un viso radioso, contornato da una chioma mossa di capelli scuri, un corpo minuto, ma allo stesso tempo esplosivo di curve e vitalità, una mente effervescente e curiosa, due mani costantemente in movimento ad amplificare parole, emozioni, pensieri."
★★★☆☆
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