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"La verità è che i luoghi esigono fedeltà assoluta come degli amanti gelosi: se li abbandoni, prima o poi si fanno vivi per ricattarti con la storia segreta che ti lega a loro; se li tradisci, la liberano nel vento, sicuri che ti raggiungerà ovunque, anche in capo al mondo." Carmine Abate - La collina del vento Dall'otto dicembre al sei gennaio, su LibriCitando, troverete ogni giorno una citazione letteraria di autori che io amo molto. Buone feste! ❤📚🎄
Ogni libro di Carmine Abate parte sempre da una immagine. In questo caso lo scrittore è rimasto colpito dalla visione del Trittico di Segantini (La vita, La natura e La morte), in particolare da un dettaglio de " La Vita" che poi è diventato la copertina del romanzo Carlo Adami, 12 anni, trascorre l'estate in Scanuppia, sopra Besenello, in una baita circolare (come l'atelier di Segantini a Maloja), costruita da nonno Carlo e ristrutturata da suo padre. Qui c'è un quadro di Segantini che apparteneva al nonno, raffigurante una madre con un bambino in braccio seduta ai piedi di un grande albero. La Moma, la nonna di Carlo, svela al ragazzino come mai quel quadro è appeso nella loro baita in montagna e quando Carlo compie 14 anni regala al nipote l'autobiografia di Giovanni Segantini, dono di Bianca, la figlia del pittore, al nonno Carlo. I racconti della nonna e la lettura dell'autobiografia di Segantini contribuiscono a far nascere in Carlo una profonda ammirazione per il pittore arcense. E tra un racconto e l'altro Carmine Abate ci narra l'intera vita di Giovanni Segantini. Carlo Adami, il ragazzo protagonista, è l'alter ego dello scrittore. Il suo nome ha le stesse iniziali di Carmine Abate. Anche la Moma è un suo alter ego e rimarca l'importanza del racconto orale. Segantini è "il cercatore di luce". Lui che è nato in un luogo naturalmente luminoso, dove il lago di Garda riflette una enormità di luce, ha sempre cercato di imprimere nei suoi quadri lo stesso riflesso. La sua è una vera e propria ossessione per la luminosità. Lui stesso diceva che Arco era il suo "sole dentro". Segantini non ha mai dimenticato la sua città natale. Io me lo vedo Giovanni che si muove veloce per i vicoli di Arco, che corre sul Castello, che si bagna nel Sarca. A dire il vero mi immagino anche Carlo sulla Scanuppia, che corre libero e felice nei prati e nei boschi con gli amici, come facevo io da bambina a San Giovanni al Monte (nel Comune di Arco) dove da bambina ho trascorso tutte le estati nella casetta costruita da mio nonno. Mi fa sorridere pensare alla strada che porta da Besenello a Malga Palazzo (la Scanuppia) e alla paura della nonna di Carlo nel percorrerla sulla Jeep del figlio o l'enorme fatica di Carlo scalandola in mountain bike. È una delle salite più dure al mondo, raggiunge pendenze del 45%. Tempo fa mi ero messa in mente di provare a salire in bicicletta. Ho fatto anche un sopralluogo. Per fortuna il Sindaco ha vietato la salita alle bici, altrimenti ci avrei provato e, anche se allenata, probabilmente avrei spinto il mio mezzo per gran parte degli otto chilometri e mezzo della ripida strada. Ad Arco, durante la prima presentazione del romanzo, Carmine Abate ha dichiarato: "Spero di aver scritto un libro etico ed estetico." Nel romanzo, oltre al dettagliato racconto della vita e della morte del pittore, si trovano tanta natura, animali, fiumi,  montagne. Segantini fu un naturalista ante litteram, un personaggio attuale, moderno. Sono orgogliosa di essere arcense e grata a Carmine Abate (e dovrebbero esserlo tutti gli arcensi) che un narratore del suo calibro abbia raccontato la vita e la persona di Segantini. Abate, calabrese di nascita e trentino di adozione, ha lavorato quasi 3 anni per scrivere "Il cercatore di luce", documentandosi, leggendo le 900 lettere di Segantini e dei suoi parenti e amici, studiando tutti i testi in circolazione che parlano di lui e delle sue opere, visitando i luoghi in cui il pittore è stato, confrontandosi con i discendenti, immedesimandosi con lui per regalarci un ritratto il più possibile vero. Inventando, ma con la certezza della verosimiglianza. Carmine Abate ha la capacità di farti entrare nel romanzo, di farti provare empatia per i suoi personaggi, al punto di sentirti così coinvolto da considerarli tuoi familiari. "Lei è Luigia, ma la chiamano Bice. Lui è il pittore Giovanni Segantini, Segantini per noi amici. Uno bravo, molto bravo, che si è fatto da solo. Di Segante già si dice un gran bene qui a Milano. In futuro conquisterà il mondo intero. Ve lo garantisco io che di arte me ne intendo." ★★★★☆ 🍞 pane scopri come valuto i libri io e Carmine Abate ad Arco alla presentazione de "Il cercatore di luce"
Nel mio blog solitamente non parlo di libri in uscita. Preferisco recensire i libri che leggo. Voglio però fare un'eccezione per un autore che amo molto e di cui ho letto quasi tutti i romanzi: Carmine Abate. Ho saputo oggi che uscirà il  12 di ottobre "il cercatore di luce", romanzo in cui lo scrittore racconterà la vita di Giovanni Segantini. Carmine Abate scrive molto bene. I suoi racconti sono avvincenti e affascinanti. Lo attendo con molta impazienza, certa che non mi deluderà. Tanto Trentino e Arco, città natale di Giovanni Segantini e luogo in cui vivo, nel romanzo. E questa è la ragione che mi porta a parlarne ancora prima di leggerlo. Preordinabile online e nelle librerie. "Carlo ha dodici anni quando sale in Scanuppia, una montagna del Trentino, per trascorrere le vacanze estive nella baita di famiglia. I genitori non fanno che litigare, la tensione è palpabile, eppure un inatteso sollievo lo coglie quando si immerge nel dipinto appeso nella sua stanza: una giovane donna con un bambino tra le braccia. Chi sono quelle due persone? Al ragazzo pare di riconoscerle e chiede notizie alla Moma, la nonna originaria della Calabria, scoprendo che il nonno aveva conosciuto il pittore, Giovanni Segantini. Carlo si trova così a ricostruire la trama intima e collettiva di un intero secolo, a partire dalla travolgente vicenda umana di Segantini, legata a quella della propria famiglia. Mentre è alle prese con i primi turbamenti sentimentali, il ragazzo si appassiona all'amore tra l'artista e Bice Bugatti, donna carismatica e compagna fedele, sempre al suo fianco dall'incontro a Milano agli anni in Brianza e in Svizzera. In un romanzo epico e visionario, Carmine Abate torna a raccontare un'appassionante storia famigliare, e vi intreccia con maestria la straordinaria avventura esistenziale e artistica di uno dei nostri più grandi pittori, muovendosi – con l'autorevolezza di chi li conosce nelle più segrete profondità – in luoghi lontani ma dalla identica, struggente meraviglia: dal Trentino di Arco e della Scanuppia, paradiso naturale degli urogalli, alle altezze sublimi di Maloja, all'altopiano della Sila, monumento alla bellezza nel cuore del Mediterraneo. Avvalendosi di un meccanismo narrativo ad alta precisione alimentato da una lingua insieme morbida e acuminata, Abate scolpisce un potente romanzo corale che affronta temi universali: la vita, la natura, la morte, gli stessi del famoso Trittico della Natura di Giovanni Segantini. È lui l'inesausto cercatore di luce che, pur presagendo la fine ormai prossima, sale in montagna a dipingere l'ultima, grandiosa opera. L'unico modo per sconfiggere la morte. La sua e la nostra."
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Chi sono

Mi chiamo Cristiana Bresciani, sono una mamma lavoratrice, sportiva e mangiatrice di libri. Vivo in Trentino, sul Lago di Garda. Amo viaggiare con la testa tra nuvole di libri e nel mondo con i piedi agganciati ai pedali di una bicicletta.

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