Vi è mai capitato che qualcuno vi regali un ricordo? A me è capitato oggi ed è una sensazione bellissima.
Mio cugino vive in Germania da venticinque anni e quando torna in Italia passa sempre a trovarmi. Io e lui siamo nati nello stesso anno, ad un mese di distanza, e fino agli undici anni abbiamo vissuto nella stessa casa. Condividiamo i ricordi più belli della nostra infanzia.
Quasi per caso oggi, raccontandomi della sua casa in ristrutturazione, mi ha confidato che in una scatola in cui conserva alcuni oggetti a lui cari, custodisce anche la mia prima medaglia di campionessa regionale assoluta negli 800m (atletica leggera).
Ci eravamo visti poche ore prima della gara e lui mi aveva detto che avrei vinto, ma io non lo credevo possibile. Erano anni che mi presentavo in pista da favorita e poi, nelle gare più importanti, qualcosa andava sempre storto.
Prima di salutarci mi ha fatto promettere che se avessi vinto gli avrei regalato la medaglia.
Quel giorno a Rovereto, in una caldissima serata estiva, a 200m dall'arrivo ero seconda. La prima qualche metro davanti a me. Ho cambiato ritmo, l'ho avvicinata sempre più, mi sono convinta di potercela fare, l'ho superata sull'arrivo. Ho vinto al fotofinish.
Ho vinto tante altre gare, ho fatto risultati cronometrici migliori, ma quella resta la mia gara più importante, quella che mi ha dato più fiducia nelle mie capacità.
Ovviamente ho mantenuto la promessa ed ho regalato la medaglia a mio cugino.
Lui oggi mi ha ricambiata: mi ha regalato un ricordo.
Questo episodio mi ha fatto venire in mente un bellissimo e brevissimo racconto di Stefano Benni: "L'ora più bella".
Se non lo avete mai fatto, leggetelo! In sei paginette saprà farvi riflettere e magari vi sbloccherà qualche ricordo.
"Può esistere, insieme all’ora vissuta che riteniamo più felice, un’ora nascosta ancora più bella, di cui abbiamo perso il ricordo, e che tornerà improvvisa nella memoria."
"La Compagnia dei Celestini" è un romanzo di Stefano Benni, edito da Feltrinelli nel 1992.
"È stato calcolato che il peso delle formiche esistenti sulla terra è pari a venti milioni di volte quello di tutti i vertebrati."
Così lo scultore ottocentesco Amos Pelicorti detto il Mirmidone rispondeva a coloro che gli chiedevano perché componesse le sue opere in mollica di pane. Da quando aveva letto la notizia su un giornale era rimasto a tal punto folgorato da lasciare le predilette sculture in marmo per il candore alternativo della farina. I suoi capolavori venivano sfornati caldi e dati in pasto alle formiche.
"Bar Sport" è il primo libro di Stefano Benni, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel marzo 1976.
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai le conoscono una per una. Entrando dicono: "La meringa è un po' sciupata, oggi. Sarà il caldo". Oppure: "È ora di dar la polvere al krapfen". Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: "Hanno mangiato la Luisona!". La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959.