Quanti giorni mancano ad intermittenze 2023? Non so voi, ma io sono impaziente ed ho fatto il conto. Mancano esattamente dieci giorni all'inizio dei prologhi e due settimane alle intermittenze vere e proprie.
Se avete già partecipato ad una precedente edizione, ricorderete che era possibile compilare un questionario di gradimento del Festival e tra le domande c'era: "Che ospite vi piacerebbe incontrare nella prossima edizione?" Io il questionario l'ho compilato più volte dato che ho assistito a numerosi eventi di tutte le edizioni e ho espresso sempre il desiderio che Antonio Manzini omaggiasse la rassegna con la sua presenza. In realtà io ho incontrato più volte il "creatore" di Rocco Schiavone: a Torino, a Bergamo e a Rovereto. Manzini mi piace molto come autore e non solo per la serie di Rocco Schiavone. E' di una simpatia straripante. Finalmente a Riva del Garda lo potremo incontrare domenica 17 settembre alle ore 16.30 nella splendida location della Rocca. Con Carlo Lucarelli, amatissimo giornalista, scrittore, sceneggiatore, conduttore televisivo e ideatore delle serie Ispettore Coliandro, Ispettore Grazia Negro e Commissario De Luca, ci parlerà di Noir senza delitto e altre varianti. Manzini e Lucarelli sono solo due dei dolci finali che ci attenderanno domenica.
Nella stessa giornata, dopo la consueta rassegna stampa mattutina (con brioches e cappuccino anche quest'anno?), potremo incontrare Nadia Terranova (autrice di Addio fantasmi e Trema la notte) e Stefania Auci (conosciutissima per i best seller I Leoni di Sicilia e L'inverno dei Leoni) che con la cantautrice Patrizia Laquidara ci intratterranno con Parole oltre lo stretto.
Nel primo pomeriggio Maddalena Fingerle (Premio Italo Calvino 2021 con Lingua Madre) e Vincenzo Latronico (ricordate Le perfezioni?) dialogheranno a proposito di Lingue madri. La Fingerle, bolzanina di madre lingua italiana, ha un legame molto stretto con l'Alto Garda. Il nonno è originario proprio di qui. Chissà se ce ne parlerà.
Altro appuntamento pomeridiano sarà il reading e dialogo L'amore da vecchia con Viviane Lamarque, poetessa di origine trentina.
Dopo cena invece sarà la volta di Benedetta Tobagi, autrice di La resistenza delle donne che con Giulia Bertasi e Anna Bonaiuto metterà in scena l'omonimo spettacolo (reading e musicale).
E nei giorni precedenti chi potremo incontrare? Il menù è ricchissimo: antipasti, primi piatti e seconde portate davvero invitanti.
Giovedì 14 settembre Daniele Mencarelli, autore di Tutto chiede salvezza (Premio Strega Giovani 2020) e Francesco Zani ci presenteranno i loro recentissimi romanzi: Fame d'aria e Parlami.
Torna ad intermittenze l'amatissimo dai giovani, youtuber e scrittore, Roberto Mercadini.
Venerdì 15 settembre Emanuele Trevi, Premio Strega 2021 con Due Vite, ci parlerà di Ritratti in letteratura.
Sabato 16 settembre Emiliano Visconti, direttore artistico della rassegna, aprirà la giornata di intermittenze tra musica e letteratura raccontandoci Simon e Garfunkel. Non me ne vorrà il bravissimo direttore se in questo post non ho dato il giusto spazio alle intermittenze musicali. Non ne ho le competenze. Altri, più bravi di me, ve ne parleranno.
Nel pomeriggio Paolo di Paolo, autore di Il giorno in cui la letteratura morì e Ingo Schulze, autore di La rettitudine degli assassini, tradotto da Stefano Zangrando, dialogheranno tra loro e con noi a proposito di Parole oniriche oltre la cortina di ferro.
Torna a Riva del Garda anche Andrea Tarabbia che tutti conosciamo per il suo Madrigale senza suono, premio Campiello 2019 e che presenterà Il continente bianco nello spettacolo di reading e batteria (con Lorenzo Borroni).
Fabio Genovesi, autore di Il mare dove non si tocca, presenterà a Riva del Garda il nuovo romanzo Oro puro con cui torna a raccontare il mare.
Sperando di avervi incuriositi e non annoiati con questa carrellata di eventi letterari, musicali e teatrali che ci attendono a Riva del Garda dal 10 al 17 settembre, vi invito a curiosare anche nel mio blog dove troverete numerose recensioni di romanzi scritti dagli autori citati. E ovviamente stay tuned perchè seguiranno le mie cronache da intermittenze.
Ferragosto è un termine di origine latina e deriva da Feriae Augusti (riposo di Augusto) che indicava una festività che l'imperatore Augusto aveva istituito nel 18 a.C. Era un giorno di riposo e di festeggiamenti che celebravano la fine dei lavori agricoli.
La festa originariamente cadeva il 1º agosto. Lo spostamento al 15 è dovuto alla volontà di far coincidere la ricorrenza laica con la festa religiosa dell'Assunzione di Maria.
Al Casinò di Arco nel salone delle feste, strapieno di insegnanti, genitori ed educatori, Mattia Mascher ieri sera ha fatto gli onori di casa a Enrico Galiano con una "non intervista" sul suo ultimo libro "Scuola di felicità per eterni ripetenti".
Del libro non posso anticiparvi nulla perchè non l'ho ancora letto.
Di Galiano ho letto e recensito solo "Eppure cadiamo felici".
Posso però raccontarvi della serata e della mia impressione che Galiano preferisca parlare a ruota libera e non farsi "imprigionare" i pensieri da domande concordate. Mascher di domande puntuali e precise ne ha poste parecchie, ma Galiano - un po' come fanno i suoi ragazzi nelle interrogazioni - è stato abilissimo nel portare pubblico e intervistatore dove voleva lui. Ha risposto alle domande di Mascher? Forse sì, forse no.
Indubbiamente molto simpatico. Sa stare su un palco come un attore, sa convincere come un influencer. Galiano, oltre che scrittore, è un vero oratore e lo ha dimostrato con i suoi video seguitissimi.
Con lo stesso stile che usa su YouTube, in sala ha posto la domanda: "La felicità è un rumore o un suono?".
Per me è un suono, per lui è un rumore ed ha motivato questa scelta raccontando di essere stato convinto di ciò da una sua alunna che gli ha descritto la felicità "impattante" come un rumore e non "conciliante" come un suono (più appropriato per descrivere la serenità), ammettendo però che quel rumore inizialmente fastidioso diventa poi più simile ad un suono. Ma allora ho ragione io che la felicità è un suono!?
Questo per dire che Galiano vi rigira la frittata come e quando vuole.
Nella polemica Gramellini-Galiano, classico sì-classico no, mi schiero a favore di Gramellini. Classico sì. Non è elitario, apre la mente, la fatica non è mai sprecata. Ho tanta "sana invidia" nei confronti di chi lo ha frequentato.
La scuola fa davvero "schifo" come afferma Galiano? In sala c'era una ragazzina delle scuole medie ed ha detto che lei è felice. Io alle scuole medie ero felice, anche alle superiori a dire il vero. Tutta quella competizione malsana di cui parla Galiano io l'ho trovata solo all'università. Ma come dice mio figlio, se non ti fai il mazzo nello studio a vent'anni per costruirti un futuro, quando lo fai?
E Galiano il mazzo per diventare quello che è se lo è fatto pure lui.
Concludo dicendo che il libro lo leggerò, perchè le ventun lezioni che i suoi ragazzi danno agli eterni ripetenti (genitori, insegnanti, educatori) nelle pagine del suo libro mi incuriosiscono. E poi vi dirò cosa ne penso.
L'idea di creare LibriCitando è nata per caso in un freddo giorno di gennaio di tre anni fa. Ero per strada, stavo andando al lavoro a piedi, quando ho incontrato un'amica che mi seguiva su Facebook e mi ha chiesto se avessi letto un libro di un autore locale. Lei aveva appena visto sul giornale di questa nuova pubblicazione e chiedeva a me se valesse la pena di leggerlo. Sui social già riportavo dei brevi pensieri sui libri che leggevo, ma non pensavo - in quel momento - di essere così "influencer". Ci riflettei qualche giorno e infine decisi di aprire il mio blog. LibriCitando è un gioco di parole per dire che in questo blog si parla di libri attraverso le citazioni, le recensioni, le interviste agli autori, le cronache di incontri ed eventi letterari, i film tratti dai romanzi, ... e di tutto ciò che con i miei libri preferiti ha a che fare.
Se volessi fare un bilancio di questi tre anni, potrei dire che LibriCitando mi ha occupato molto tempo, ma mi ha dato tanto in cambio e soprattutto mi ha fatto capire che non mi piace solo leggere, ma anche scrivere.
Per me il regalo più bello da trovare sotto l'albero di Natale (e non solo) è un libro. Ho talmente tanti libri che non riuscirò mai a leggerli tutti, nemmeno avessi più vite a disposizione, però quando ricevo un libro per me è sempre un'emozione. Un libro è una nuova storia (vera o di fantasia) da scoprire, un mondo da esplorare. Purtroppo sono costretta a leggere molto su e-book, perchè non ho spazio a sufficienza in casa per tenerli tutti. Cartacei compro solo quelli dei miei autori preferiti e conservo solo i più belli. Gli altri, soprattutto gialli e noir, che difficilmente si rileggono, li regalo, li presto, li faccio circolare, "spaccio" libri come direbbe la mia amica Francesca e quindi diffondo cultura.
Se volete risolvere il "problema" per un regalo dell'ultimo minuto, correte in libreria e acquistate un libro. A poche persone un libro sarà veramente sgradito. Forse resterà per mesi o anni su una libreria, ma arriverà un giorno in cui a quella persona verrà voglia di aprirlo e leggerlo oppure lo riciclerà regalandolo a qualcuno che ama leggere.
Io sotto l'albero ho preparato tanti libri. Ho scelto ogni libro pensando a chi lo riceverà, sperando di aver bene interpretato i desideri dell'altro. Vivo in una famiglia di grandi lettori e questo è un vantaggio e uno svantaggio allo stesso tempo, perchè per molti di loro, lettori accaniti, ho dovuto acquistare dei libri recentissimi che non ho ancora letto e quindi mi rimane il dubbio di non aver azzeccato la scelta.
A voi lascio qualche consiglio di libri da leggere o regalare per Natale, Capodanno o da infilare nella calza della Befana insieme ai dolcetti, scritti da autori trentini che conosco personalmente e che posso garantire vi piaceranno e saranno graditi a chi li riceverà.
LE AVVENTURE DI CHICCO & LEA - UN NATALE DA GATTI di Francesca Falcone
E' stato da pochissimo pubblicato il secondo episodio de "Le avventure di Chicco & Lea", un simpatico libricino scritto e disegnato da Francesca Falcone con l'aiuto della figlia Lea. I protagonisti sono il gatto Chicco e Lea.
Il libricino è pensato per bambini delle scuole elementari, ma può essere letto anche ai più piccini.
Una parte del ricavato della vendita viene devoluta a PAN-EPPAA - Ente Provinciale Protezione Animali e Ambiente e a ADA - Associazione Difesa Animali.
Chicco era un gatto del gattile di Riva del Garda, adottato da Francesca e Lea. Dall'anno scorso non c'é più. Questo libro, come il precedente, è un ricordo di Chicco e delle tante avventure vissute con Lea.
ASINI ED EMOZIONI di Manola Santorum e Viviana Parisi
Dieci simpatici asini e una cavalla. Sono loro i protagonisti delle avventure narrate nei racconti di Manola Santorum e Viviana Parisi, due psicologhe rivane.
Attraverso i pensieri, i sentimenti e le emozioni degli asini protagonisti che vivono a Ballino presso l'associazione "Le vie degli asini" vengono affrontate problematiche che possono verificarsi, in realtà, soprattutto nel mondo umano e in particolare in quello di ragazze e ragazzi.
Dieci storie appassionanti e divertenti che hanno per protagonisti Lucy, Tina, Ester, Zimbro, Gonzalo, Nerone, Caterina, Cassia, Angiolina, Claudia e la cavalla Every.
La storia vera della fattoria in cui vivono i protagonisti è iniziata con l’arrivo dell'asinella Lucy. Fu accolta per il semplice desiderio di avere un asino da compagnia. Arrivarono poi altri asini, ciascuno con la propria storia alle spalle: chi veniva dalla solitudine, chi da un abbandono, chi aveva una ferita difficile da rimarginare. Ognuno di loro è stato scelto con cura e amore, pensando alla squadra che ne sarebbe nata.
Al termine del libro troverete il glossario delle parole «asinine».
Le bellissime illustrazioni sono opera di Fabiano Iori.
Questo libro fa parte della collana IAA – Ragazzi della casa editrice Erickson. Al termine dei racconti, genitori, insegnanti e professionisti che operano nel campo degli Interventi Assistiti con gli Animali possono trovare degli approfondimenti (glossari, schede operative e suggerimenti per proporre laboratori e momenti formativi incentrati su esperienze in fattoria e sulla relazione con gli animali).
Il libro è acquistabile on line sul sito della casa editrice Erickson o presso "Le vie degli asini" a Ballino.
LA MORTE FA IL SUO GIRO di Camillo Ischia
Camillo Ischia nasce nel 1953 ad Arco. Figlio di piccoli coltivatori. Amante della lettura. Nella sua vita ha viaggiato per lo più con i libri. Conosco molto bene Camillo e ho avuto già modo di parlarvi di lui recensendo il suo primo romanzo "Il mestiere del detective" due anni fa. "La morte fa il suo giro" è un romanzo che Camillo aveva già pronto nel 2020, tanto che mi aveva concesso l'onore di leggerlo in anteprima. Mi era piaciuto molto, più del primo, più "lineare" e molto più "noir". A Camillo non piace anticipare la storia dei suoi romanzi. Dei gialli e dei noir non si deve anticipare mai nulla. Uniche concessioni:
trentatré capitoli ambientati tra Trento, Arco e Verona. Un ispettore, uomini, donne e gatti.
EMMA PAGANI - BENACUM di Walter Bobicchio
Walter Bobicchio molti lo conoscono come agente di polizia locale a Riva del Garda o ex fortissimo giocatore di basket. Ora è anche scrittore. Il suo primo romanzo è acquistabile sulla piattaforma di crowdfunding bookabook. Sarà pubblicato se riceverà un certo numero di prenotazioni. Walter è a buon punto. Io sono certa che ci riuscirà. Il suo romanzo merita.
L'immagine di copertina è in realtà un'immagine provvisoria, disegnata dall'autore stesso in una notte insonne.
Il romanzo è ambientato a Riva del Garda. Gli altogardesani riconosceranno molti luoghi dalle descrizioni dell'autore.
La protagonista è una bellissima pubblico ministero, Emma Pagani, che insieme ad una squadra di ispettori, tra i quali Christian Lombardi, dovrà risolvere un vero e proprio enigma. Nel romanzo, che è un misto tra thriller psicologico, spy story, romanzo d'avventura e sentimentale, c'è molto delle esperienze vere dell'autore.
FANGO ROSSO di MILKA GOZZER
Terzo romanzo per Milka Gozzer della serie "I delitti di Capriata", con protagonista la simpaticissima pecora Viola. Di Milka e di Viola ho già scritto. Ora è uscito il terzo episodio.
"Nel pieno della stagione turistica, la pace di Capriata è scossa dal ritrovamento del corpo di una donna nei sotterranei del palazzo delle terme. Il cadavere riaffiora una mattina d’estate: immerso in una vasca dove viene prodotto il fango per le terapie termali.
Una morte che fin dall’inizio delle indagini appare inspiegabile, ma che presto si rivelerà scomoda per molta gente. Con quel corpo emerge infatti un passato che il Sergente Garcia vorrebbe a tutti i costi dimenticare. Stefano sarà al suo fianco in questa doppia indagine in cui ci mette lo zampino anche la sgangherata combriccola di frequentatori del suo bar.
E Viola? La preziosa pecora del Camerun stavolta è inviata sull’alpe, partecipe del destino crudele capitato a un povero agnellino: un altro giallo da sbrogliare per riportare la tranquillità nella piccola comunità montana.
Ma non sarà facile!"
I FILI DEL MONDO di Mauro Zanetti
Dopo i due gialli "Tracce parallele" e "La belva di Garait", Mauro Zanetti è tornato al suo primo amore: quello per il romanzo storico.
"I fili del mondo è un romanzo storico ricco di intrighi e misteri, ma è anche una grande storia di amicizia e riscatto. Nell'Anno del Signore 1657 due tessitori genovesi in fuga dalla ondata di peste che si è abbattuta sulla loro città giungono nel borgo di Ala, nei pressi di Trento, dove ottengono ospitalità dall'illuminato parroco don Alfonso Bonacquisto che pensa di sfruttare l'occasione per proporre loro l'inizio di un'attività tessile. Per recuperare gli utensili necessari i tessitori devono tornare a casa affrontando un viaggio pericolosissimo: la Repubblica di Genova prevede pene severissime, sino alla condanna a morte, per chi esporta i segreti dell'arte tessile. Il viaggio procede tra imprevisti e colpi di scena e mostra il momento storico e i tratti salienti di una civiltà del nord Italia in uno dei secoli più travagliati e complicati dell'epoca moderna."
Le mie cronache letterarie hanno sempre una componente tragicomica, perché nonostante io cerchi di programmare le mie trasferte in modo maniacale con l'obiettivo di ottimizzare i tempi e fare un milione e mezzo di cose in ventiquattro ore, succede sempre qualcosa a sparigliare le carte in tavola.
La trasferta a Bergamo era in programma fin da agosto e precisamente da quando la mia candidatura a giurato del premio letteratura d'impresa è stata accettata. Da quel momento, oltre alla lettura dei cinque libri finalisti, è iniziata la programmazione degli eventi da seguire nelle 24h che avevo a disposizione.
Tra il pomeriggio di venerdì 18 e la mattina del 19, all'interno del Festival Città Impresa, erano previste le presentazioni dei libri finalisti. Ma vuoi andare a Bergamo e rinchiuderti al Centro Congressi senza mettere più fuori il naso? Certo che no! Anche perché di letteratura sono appassionata, ma di imprese ed economia proprio no. Quindi tra un incontro con Romano Prodi e una visitina a Bergamo alta cosa fai? Bergamo alta! A costo di rientrare in hotel a piedi di notte perché i mezzi pubblici hanno smesso di circolare. Tanto più se scopri che proprio in quella zona Antonio Manzini presenta il suo ultimo romanzo.
E così è successo che questo fine settimana l'ho passato su e giù da Bergamo Bassa a Bergamo Alta e viceversa.
La partenza è stata ritardata dallo scoppio di un raffreddore. Giovedì pomeriggio, inspiegabilmente, è arrivato. Non lo avevo programmato ovviamente e mi ha mandato nel pallone, perché al giorno d'oggi se ti arrischi ad uscire di casa con il naso che cola il linciaggio è assicurato. Quindi l'unico modo per partire in sicurezza era fare un tampone e iniziare il più presto possibile a mettere in pratica il maggior numero di rimedi della nonna anti raffreddore. Ventiquattro ore dopo ero negativa e quasi guarita, quindi pronti , attenti, via! Si parte! Direzione Bergamo.
La partenza ritardata ha comportato la perdita di due presentazioni letterarie, fortunatamente quelle relative ai due libri che mi erano piaciuti meno, ottimamente rimpiazzate dall'incontro con Antonio Manzini, brillante e affascinante come sempre. Un evento al di fuori del festival, organizzato al Circolino nello splendido centro storico.
Ma veniamo ora alla cronaca seria dell'evento.
Il premio letteratura d'impresa che si è concluso ieri a Bergamo con la proclamazione del vincitore (Nina sull'argine) è stato organizzato da ItalyPost, in collaborazione con l'università di Bergamo, all'interno del Festival Città Impresa con lo scopo di favorire una crescita culturale e promuovere una moderna cultura d'impresa.
Io ero uno dei circa duecento giurati chiamati a scegliere il migliore tra i cinque, divenuti poi quattro, finalisti.
Per me è stata una scelta difficilissima tra i primi due classificati. I due che mi sono piaciuti meno (Cosa vuoi di più dalla vita? e Partecipare all’impresa globale) sono gli stessi due che sono piaciuti meno anche al resto dei giurati. Nina sull'argine e L'album dei sogni li ho trovati entrambi molto belli. Il primo è un romanzo autobiografico ambientato nel settore del pubblico impiego. Il secondo è una interessante saga familiare (quella della famiglia Panini), dove c'è moltissimo di reale e pochissimo di inventato.
Purtroppo non era possibile sceglierne due. Per me, pur essendo molto diversi per stile, lunghezza, ambientazione, il giudizio sarebbe stato lo stesso: quattro stelle!
Alla fine ho scelto L'album dei sogni con la giustificazione che mi è parso fosse più attinente con lo scopo del premio di promuovere una moderna cultura d'impresa.
Ha vinto Nina sull'argine con 4 punti di vantaggio e io non posso che esserne felice. Scegliere tra i due non era facile. E' stato un po' come tirare la monetina.
Seguono le descrizioni "ufficiali" dei quattro libri finalisti.
Pubblicherò presto le mie recensioni complete.
Nina sull’argine, di Veronica Galletta, edito da Minimum Fax
Caterina è al suo primo incarico importante: ingegnere responsabile dei lavori per la costruzione dell'argine di Spina, piccolo insediamento dell'alta pianura padana. Giovane, in un ambiente di soli uomini, si confronta con difficoltà di ogni sorta: ostacoli tecnici, proteste degli ambientalisti, responsabilità per la sicurezza degli operai. Giorno dopo giorno, tutto diventa cantiere: la sua vita sentimentale, il rapporto con la Sicilia terra d'origine, il suo ruolo all'interno dell'ufficio. A volte si sente svanire nella nebbia, come se anche il tempo diventasse scivoloso e non si potesse opporre nulla alla forza del fiume in piena. Alla ricerca di un posto dove stare, la prima ad avere bisogno di un argine è lei stessa. È tentata di abbandonare, dorme poco e male. Ma, piano piano, l'anonima umanità che la circonda – geometri, assessori, gruisti, vedove di operai – acquista un volto. Così l'argine viene realizzato, in un movimento continuo di stagioni e paesaggi, fino al giorno del collaudo, quando Caterina, dopo una notte in cui fa i conti con tutti i suoi fantasmi, si congeda da quel mondo.
L’album dei sogni, di Luigi Garlando, edito da Mondadori
C'è un momento cruciale, in questa storia. E c'è un "prima", e c'è un "dopo". Il momento cruciale è verso la fine della Seconda guerra mondiale, quando Olga, vedova di Antonio Panini, decide, insieme ai suoi otto figli, di acquistare l'edicola di corso Duomo, nel centro di Modena. Il "prima" è la storia di Antonio Panini, scampato miracolosamente alla Grande Guerra, combattuta in trincea; del suo amore infinito per Olga, detta "la Caserèina", perché figlia del casaro; e di come nel durissimo momento tra le due guerre i due abbiano costruito una famiglia tanto numerosa quanto movimentata. Fino alla sua morte prematura, a quarantaquattro anni, nel 1941. Il "dopo" è una grande saga famigliare, la storia di una delle più affascinanti avventure imprenditoriali italiane, fatta di spirito d'iniziativa, fiuto per gli affari, passione, lavoro, inventiva. Una storia che poteva avvenire solo nell'Italia che rinasce dopo la guerra, e nell'Emilia Romagna del boom economico, della Ferrari e della Maserati e delle prime lotte operaie, delle donne "di zigomo forte" e del calcio che diventa fenomeno popolare, e che poteva avere come protagonista solo una famiglia come quella dei Panini. Dal più vecchio, Giuseppe, al "piccolo" Franco Cosimo, passando per tutti gli altri fratelli e sorelle, in quegli anni crescono, imparano, si innamorano, fanno figli, si ammalano, guariscono, e soprattutto lavorano, e l'edicola di corso Duomo si ingrandisce, le nuove idee si susseguono, fino a quando non arriva "l'idea" che cambierà tutto, le figurine che hanno fatto sognare milioni di italiani.
Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno, di Francesco Vena e Emiliano Maria Capuccitti, edito da Rubbettino
È la domanda delle domande. Lo slogan pubblicitario entrato "a gamba tesa" nelle case (e nella testa) degli italiani, fino a diventare un'espressione comune, un modo di dire che sopravvive negli anni e tra le generazioni. Con risposte sempre diverse.
Perché tutti coltiviamo dei sogni, le nostre ambizioni, e poi ci confrontiamo con la realtà. Cosa vogliamo di più dalla vita? Questo libro racconta una storia, tessendone la trama attraverso una serie di altre storie, piccole e grandi. Storie di una Lucania di fine Ottocento, di un popolo e di un'invenzione, tramandata anch'essa tra generazioni di "amarocentrici". Un viaggio tra passato e presente, tra antiche tradizioni e tecnologie moderne, che è anche la storia di un bicchiere mezzo pieno in un Paese che non resterà mai vuoto. E oggi, cosa vogliamo di più dalla vita? In epoca di pandemia, anche isolati come api nelle proprie celle, abbiamo l'opportunità, se vogliamo, di ricostruire, mattone dopo mattone (proprio come 80 anni fa), un futuro all'altezza di reggere le conseguenze di quanto ci è piovuto addosso. Partendo dalla nostra mentalità, e dal lavoro. Allora, questo libro non è solo storia, o ambizione. È un contributo per ripensare l'Italia, facendone non solo il Paese più bello del mondo, ma anche il più forte. Cosa vogliamo di più dalla vita?
Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini, di Fulvia D’Aloisio, edito da Franco Angeli
Il volume colloca sotto la lente antropologica il famoso brand italiano di auto supersportive di lusso, Automobili Lamborghini, fondato da Ferruccio nel 1963 all'interno della motor valley emiliana. L'azienda, divenuta proprietà del Gruppo Volkswagen sotto la holding Audi nel 1998, ha conosciuto una crescita tale che, dalle poche centinaia di lavoratori della storica fabbrica, si contano oggi 1.400 dipendenti, con tre linee di produzione per due modelli di supersportcar e un nuovo super-SUV. Grazie a un accordo di ricerca triennale con Lamborghini, che ha autorizzato un'etnografia nei luoghi di lavoro, il progetto ha messo a fuoco taluni aspetti della strategia complessiva dell'azienda e dei suoi lavoratori. In particolare il sistema di relazioni industriali, ispirato al modello vigente nella casa madre Audi VW (mitbestimmung), costituisce un asse centrale dell'organizzazione complessiva del lavoro e, dal punto di vista della proprietà, un aspetto ineludibile della produzione. Il transito e il sincretismo di principi, competenze e valori partecipativi di matrice tedesca, la loro traduzione e applicazione nel contesto emiliano, disegnano uno scenario organizzativo originale, ma consentono anche di leggere il ruolo che il sito di Sant'Agata Bolognese ha assunto all'interno del network di produzione globale del colosso dell'auto, nonché il progressivo posizionamento nel quadro delle catene globali di valore del Gruppo VW. Lo studio etnografico svolto in azienda, poi esteso nella sede Audi di Ingolstadt e in quella di VW a Wolfsburg, il dialogo intessuto con lavoratori, sindacalisti e manager hanno concorso a realizzare, nel loro insieme, un percorso di ricerca peculiare, autonomo ma interagito con l'azienda, che si inserisce nel quadro dell'antropologia dell'impresa e del lavoro globalizzato.