Sia che a Barcellona abbiate intenzione di andarci per passare qualche giorno di vacanza o che il vostro desiderio sia di andarci a lavorare o stabilirvici per sempre - magari da pensionati - invogliati dal clima mediterraneo, dalla cucina catalana, dalla movida notturna sulla Rambla o attirati dalle opere di artisti e architetti come Gaudí, Picasso e Miro, non dimenticatevi della sua dimensione letteraria e arrivateci preparati!
Dal 2019 esiste a Barcellona una mappa letteraria - in forma cartacea o digitale - sulla quale sono segnati ben 300 punti in cui alcuni scrittori sono nati o morti, hanno vissuto o lavorato.
L'idea è quella di scoprire la città seguendo le tracce degli scrittori che l’hanno abitata e dei libri che l’hanno raccontata.
In attesa quindi di arrivare a Barcellona in veste di turisti o per viverci e di gustare paella, tapas, crema catalana, sangria e vermut, immergetevi nelle sue atmosfere leggendo un libro.
Tra i tanti da consigliare io ho scelto:
L'OMBRA DEL VENTO di Carlos Ruiz Zafon
"A Barcellona una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. Qui Daniel entra in possesso di un libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la propria vita..."
★★★★★
🍠 cipolla
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LA CATTEDRALE DEL MARE di Ildefonso Falcones
"Barcellona, XIV secolo. Nel cuore dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il cardine delle tormentate vicende della sua esistenza. Figlio di un servo fuggiasco, nella capitale catalana Arnau trova rifugio e quella sospirata libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca in pieno fermento: i vecchi istituti feudali sono al tramonto mentre mercanti e banchieri sono in ascesa, sempre più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto l'azione dell'Inquisizione minaccia la non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei… Personaggio di inusuale tempra e umanità, Arnau non esita a dedicarsi con entusiasmo al grande progetto della «cattedrale del popolo». E all'ombra di quelle torri gotiche dovrà lottare contro fame, ingiustizie e tradimenti, ataviche barriere religiose, guerre, peste, commerci ignobili e indomabili passioni, ma soprattutto per un amore che i pregiudizi del tempo vorrebbero condannare alle brume del sogno… Un'opera in cui avventura e sentimento si uniscono al romanzo di una città, protagonista anch'essa di una straordinaria vicenda corale, restituita nella drammaticità dei suoi momenti cruciali così come nella sua vivacissima quotidianità, in un'ambientazione capace di ricreare luci e ombre di un Medioevo di ineguagliabile fascino."
★★★★☆
🍾 spumante
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RITI DI MORTE di Alicia Gimenez Bartlett
"Quarto appuntamento con Petra Delicado, ispettore della policía nacional di Bercellona, e col suo vice Fermín Garzón. Ma in Spagna, dove i due investigatori sono nati e godono di un successo di lettori, e televisivo, di lunga durata che comincia a proseguire anche in Italia, Riti di morte è la prima avventura investigativa della coppia. E dato che siamo in effetti alla prima uscita, Giménez Bartlett presenta distesamente i suoi due personaggi. Petra è emersa da poco da una crisi esistenziale - il naufragio di due matrimoni, un lavoro di avvocato che non l'appagava -, è entrata in polizia dove, in quanto donna - sostiene lei - è stata parcheggiata negli archivi, fino a questo caso spinoso e scabroso: un violentatore seriale che lascia un tatuaggio sulle sue vittime («il fiore» lo denomina Garzón, con una delle sue frequenti metafore, immaginifiche e popolaresche insieme). Garzón, invece, viene dalla Spagna più interna e più pigra, Salamanca; e di lui, lento, grasso, leale, carico di esperienza e di pregiudizi, ma ricco di uno spirito sorprendentemente rapido nel superarli, Petra stenta a trovare la chiave interpretativa, la via d'accesso per superare le sue resistenze a dover ubbidire a una donna dotata per altro del carattere di un detective americano da hard boiled school. E l'investigazione si articola mentre i due animano la loro schermaglia che sembra quasi un gioco erotico sublimato: Petra disprezza provoca e tormenta, Fermín cede resiste e abbozza e poi trova una uscita che persuade e conquista il suo capo. Intanto, secondo un ritmo narrativo che è puro divertimento, intorno a questo duello si consolida la scorza dura che rende un'amicizia anche una macchina di investigazione formidabile. E chi legge ritrova e riconosce la materia che sostanzia il giudizio che della Giménez Bartlett ha dato Cesare Cases. Che siamo di fronte a un genio mediterraneo per il giallo, consistente nell'umorismo di un dialogo che rende l'intrigo poliziesco mosso, espressivo e ameno come una commedia di costume."
★★★★☆
🍨 mousse alla fragola
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Settembre se n'è andato portandosi via l'estate. Mi ha lasciato però la voglia di leggere molti dei libri presentati al "festival letterario di Riva del Garda".
Ammetto di essere un po' di parte nell'affermare che "Intermittenze" è un format affascinante, poiché vivo qui, nell'Altogarda, dove ogni anno (dal 2019) la Biblioteca di Riva del Garda organizza con Emiliano Visconti incontri in cui letteratura e musica si combinano magicamente.
Le location sono splendide e gli incontri davvero interessanti.
Ogni anno mi riprometto di seguirli tutti, poi non ci riesco. Sono talmente tanti e c'è sempre qualcosa o qualcuno che si mette di traverso e allora qualche incontro lo diserto. Ma il sabato e la domenica solitamente riesco ad assistere a quasi tutti gli incontri.
Quest'anno, oltre a qualche appuntamento prevalentemente musicale, ho partecipato all'incontro a Palazzo Martini con Claudia Zonghetti, la traduttrice in lingua italiana di "Stalingrado" di Vasilij Grossman. Con Pietro Tosco, massimo esperto di Grossman, ci ha parlato della storia editoriale del capolavoro russo e della sua traduzione integrale. Nel farlo, la traduttrice si è emozionata e ha emozionato.
Nella splendida Spiaggia degli Olivi Ben Pastor e Ritanna Armeni hanno raccontato i due protagonisti dei loro romanzi: Martin Bora, ne "La sinagoga degli zingari" e Mara, personaggio principale di "Mara, una donna del 900". Entrambi i romanzi sono ambientati a Roma nel 1944 e trattano il tema del fascismo dalla parte dei vinti.
Nel cortile della Rocca di Riva del Garda Claudio Fava ha presentato "Centoventisei", racconto scritto a quattro mani con Ezio Abbate. La fiat centoventisei del titolo è quella di via D'Amelio e la strage del '92 in cui morì il giudice Borsellino non viene mai espressamente citata, ma ricostruita attraverso il racconto di tre voci: un vecchio killer, una donna incinta e un mafioso.
"Terza pagina" è l'imperdibile incontro in cui si leggono gli inserti culturali dei giornali con alcuni ospiti del festival, mentre si beve il caffè è si mangia una brioche nel parco della Rocca.
Quest'anno l'incontro è stato animato da Simona Vinci, Ritanna Armeni, Andrea Pomella e coordinato da Emiliano Visconti.
Sempre nello spettacolare parco della Rocca ha avuto luogo l'incontro con Alessandro Barbaglia, autore di "La mossa del matto" e Ivano Porpora che ha presentato "Un re non muore". Entrambi I libri sono ambientati nel mondo degli scacchi.
Giampaolo Simi ha presentato nel cortile della Rocca il suo giallo "Senza dirci addio" con protagonista il giornalista Dario Corbo, già noto agli appassionati del genere.
L'ultimo interessantissimo incontro a cui ho partecipato è stato quello con Alessandro Bertante e Andrea Pomella, autori dei due romanzi "Mordi e fuggi" e "Il Dio Disarmato" che, seppure in modo molto diverso, affrontano il tema Brigate Rosse.
Ero molto piccola quando è avvenuto il sequestro Moro, ma ho un ricordo molto vivo di quando l'ho saputo. Non credo di aver conosciuto il significato esatto della parola "sequestro", ma ho capito la gravità dal tono di voce di chi me l'ha comunicato.
Questo il resoconto delle "mie intermittenze". Resto in attesa della prossima edizione.
Ricordo le interminabili ore in cui, alle scuole medie, i professori di scienze ci portavano in aula audiovisivi a vedere Quark. Seguiva poi il compito di riassumere ciò che si era visto. Un po' come capitava alle superiori leggendo in classe "I promessi sposi", io mi annoiavo da morire. L'approccio era evidentemente sbagliato.
Anni dopo, spinta dal fascino che esercitava su di me lo spazio, ho letto "Viaggio nel cosmo" di Piero Angela. L'ho apprezzato molto e da allora ho seguito sempre i suoi interessantissimi programmi in tv, con tutt'altro spirito ed entusiasmo rispetto agli anni in cui era un obbligo scolastico.
Ho letto e riletto "La straordinaria avventura di una vita che nasce", prima, durante e dopo le mie gravidanze.
Ho messo i miei figli fin da piccolissimi davanti alla TV a guardare Superquark (e poi Ulisse, condotto dal figlio Alberto). Posso dire che sono cresciuti a pane e "Superquark". Quello era un appuntamento imperdibile per tutta la famiglia.
Quando nella libreria dei miei ragazzi è comparsa l'autobiografia di Piero Angela, non ho resistito e l'ho subito letta.
Oltre alla lettura, a me piace molto scoprire le vite degli autori che, quasi sempre, sono interessanti quanto o più di quello che scrivono nei loro libri. E così è stato per la biografia di Angela.
Adesso che lui non c'è più, suggerisco anche a voi la lettura de "Il mio lungo viaggio - 90 anni di storie vissute".
Alcuni giorni fa Piero Angela ha scritto un messaggio ai telespettatori di Superquark e pubblicato postumo sui social.
"Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano. Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell'ambiente e dell'energia".
"È stata un'avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio".
Lo scorso fine settimana presso la sede di Trentino Storia e Territorio di Riva del Garda si è tenuto un interessantissimo incontro con la scrittrice catalana Anna Maria Villalonga. Si è trattato di una prima lezione, aperta a tutti, della palestra di scrittura creativa che ripartirà il prossimo autunno grazie a Isenzatregua.
La palestra creativa è nata nel 2017 come laboratorio rivolto a tutti coloro che sono interessati a scrivere, pensata sopratutto per i giovani, ma aperta a aspiranti scrittori di qualunque età.
L'incontro, durato circa un'ora e mezza, è stato moderato da Monia Di Mauro, esperta d'arte, e vivacizzato dalle interessanti domande di Lorenzo Bernasconi. La scrittrice catalana ha risposto anche a numerose domande del pubblico presente in merito a tecniche di scrittura ed ha elargito molti consigli.
Bravissima la traduttrice Laura Mongiardo che, oltre ad aver tradotto i suoi "Racconti per le notti di luna piena", si è prestata a svolgere tale funzione anche per il pubblico presente. A dire il vero, la Villalonga comprendeva molto bene l'italiano, rispondeva in catalano e gran parte del pubblico la capiva senza bisogno di traduzione. Mi ha colpito il carattere solare e spiritoso della scrittrice.
Anna Maria Villalonga è scrittrice, critica letteraria e professoressa di letteratura catalana presso l'università di Barcellona.
Nel 2021 ha pubblicato "Racconti per le notti di luna piena" - edizioni isenzatregua collana DiversaMente.
Quando l'anno scorso ho letto e recensito "Il gatto di Depero" di Milka Gozzer, vi ho raccontato poco e nulla della trama del romanzo. Questo perché solitamente mi limito a trasmettervi le mie impressioni e le emozioni suscitatemi dalla lettura.
Ieri sera, in una suggestiva piazza Erbe a Rovereto, nell'ambito di Sinfonie d'arte, Milka Gozzer ha incontrato i suoi lettori e molto ha raccontato delle motivazioni che l'hanno spinta a scrivere questo romanzo.
Milka aveva voglia di parlare del pittore Fortunato Depero, perchè era affascinata dalla sua figura. Per farlo doveva conoscere bene però chi era Depero, al di là del personaggio pubblico. Milka ha quindi trascorso moltissimo tempo a studiare lettere, documenti, bozzetti e molto altro materiale conservato presso il Fondo Fortunato Depero che si trova nella biblioteca del Mart.
Milka usciva da quelle sedute di ricerca emozionata e sempre più affascinata, ma come trovare la soluzione per raccontare in modo originale l'artista?
L'idea le è venuta scoprendo attraverso i racconti del nipote un altro importante personaggio di Rovereto: Luigi Mario Nicoluzzi, l'ultimo tornitore di legno a Rovereto che per moltissimi anni ha realizzato le opere che Depero gli commissionava. Ed è così che la voce narrante è quella di Mario, già morto, che per spiegarci la vicenda del "gatto di Depero" e farci scoprire come mai quel gatto abbia causato la rottura del rapporto di amicizia tra l'artista e l'artigiano, ci narra le vicende storiche in cui i fatti sono avvenuti (ricostruendo così quasi un secolo di storia di Rovereto) e la vita di Depero, i suoi successi, le difficoltà incontrate, l'amore per la sua Rosetta, la gratitudine nei confronti dei suoi lavoranti, delineando una figura dell'artista intima e vera, che lo riscatta dalle accuse di vicinanza al partito fascista.
Un "femminista" che "metteva in regola" le sue lavoranti e sempre puntuale nel pagare chi lavorava per lui.
Dalle lettere conservate presso il Mart si scopre un uomo fedelissimo alla moglie e innamorato di lei fino al suo ultimo giorno di vita. Le scriveva lettere appassionate perfino dal reparto di geriatria.
Se volete conoscere meglio Depero e farvi un'idea di come si viveva cento anni fa a Rovereto e in Trentino, leggete "Il gatto di Depero"! Oltre ad essere un romanzo storico e biografico è anche un "giallo" con un mistero da risolvere.
Qui potete leggere la mia intervista a Milka Gozzer.
Sono stata a Berlino alcuni giorni. Il compleanno (diciotto anni) di mio figlio è stata l'occasione che mi ha portato lì. Lui si trova nella capitale tedesca per un periodo di studio/lavoro (Erasmus+).
La mia prima impressione non è stata delle migliori. Sono sbucata dalla metropolitana, proveniente dall'aeroporto, direttamente ad Alexanderplatz a mezzogiorno di una giornata caldissima. L'afa e il grigio dell'asfalto e del cemento mi hanno impressionato negativamente. Anche la pulizia lascia un po' a desiderare.
Passato lo choc iniziale, ho iniziato a guardarmi intorno.
La città è multiculturale, aperta e accogliente. La gente è ospitale, cortese e volenterosa di farsi capire, sforzandosi anche di parlare qualcosina di italiano.
Non vi tedierò raccontandovi nel dettaglio il mio tour della città. Ho visitato ovviamente i luoghi più famosi: Alexanderplatz e la torre della televisione, l'elegante Unter den Linden, la porta di Brandeburgo, Potsdamerplatz, l'isola dei musei, il duomo, il Reichstag, la stazione centrale e quella dello zoo di Berlino, il check point Charlie, il Castello di Charlottenburg e il monumento alle vittime dell'olocausto.
Berlino per me, prima ancora di essere la città del "muro", rimane la città "dei ragazzi dello zoo di Berlino".
Ho letto il libro di Christiane F. e visto il film giovanissima, forse troppo, e quella vicenda mi ha colpita profondamente: un vero e proprio pugno nello stomaco, ma mi ha anche insegnato molto.
Per chi non conosce la storia, la riassumo brevemente (anche se credo che, esclusi i giovanissimi, tutti ne abbiano per lo meno sentito parlare).
Il libro è stato scritto da due giornalisti che hanno raccolto la testimonianza di Christiane Vera Felscherinow, una giovanissima ragazza di Berlino entrata nel tunnel della droga a 14 anni e legata sentimentalmente ad un tossicodipendente. Christiane inizia molto presto a prostituirsi per procurarsi la droga e cerca più volte, senza successo, di disintossicarsi.
Il libro punta il dito contro la società tedesca, incapace di creare luoghi di aggregazione giovanile e di aiutare chi si trova in difficoltà.
Non molti anni fa, Christiane ha raccontato in un secondo libro il seguito della sua vita.
A Berlino ho visitato i luoghi frequentati da quei ragazzi, la zona della stazione dello zoo di Berlino, in cui i protagonisti andavano a prostituirsi per racimolare i soldi per comprarsi la droga.
Ho visitato anche un altro sito legato alla letteratura: Bebelplatz, famosa per il rogo dei libri avvenuto il 10 maggio 1933, quando furono dati alle fiamme oltre 20.000 libri di autori censurati dai nazisti, come Karl Marx, Heinrich Heine e Sigmund Freud.
In ricordo del rogo c'è un memoriale sotterraneo realizzato nel 1995 dall'artista israeliano Micha Ullman. Per vederlo bisogna avvicinarsi al centro della piazza e cercare una lastra trasparente inserita nella pavimentazione. Purtroppo la lastra è molto sporca e l'opera si scambia facilmente per una bocca di lupo.
Era molto più bella e scenografica la "torre di libri" installata da una società di comunicazione in occasione dei Mondiali di calcio del 2006, poi smantellata.
Molto vicino a Bebelplatz, lungo il corso Unter den Linden, si trova la Biblioteca nazionale di Berlino, nella quale sono custoditi più di 11 milioni di libri.
Berlino è stata quasi interamente ricostruita dopo la seconda guerra mondiale. È una città moderna e culturalmente molto ricca.