È uscito il mese scorso "Correre in aria" di Larissa Iapichino, Mondadori editore.
Larissa, primatista mondiale under 20 indoor di salto in lungo, è la figlia quasi ventenne (classe 2002, generazione Z, nativa digitale) di Fiona May e Gianni Iapichino.
La madre conosciutissima sia nel mondo dell'atletica (due titoli mondiali e due medaglie d'argento alle olimpiadi e primatista italiana di salto in lungo) che dello spettacolo come attrice e ballerina.
Il padre, ex astista (tre titoli italiani vinti in carriera), ex golfista professionista, musicista per passione e ora allenatore di Larissa.
Nonostante io appartenga alla generazione X come i suoi genitori e solitamente non mi piaccia leggere le biografie di chi ha ancora tutta una vita davanti da vivere, questo libro mi ha incuriosita proprio perché mi chiedevo che tipo di romanzo fosse.
Al termine della lettura ho concluso che si tratta di un libro molto indicato per le ragazzine. Il mondo raccontato è quello della scuola, delle amicizie nate sui campi di atletica, degli amori nati sui social, dei vestiti da indossare la mattina e il colore dello smalto da scegliere e abbinare all'outfit.
Larissa tiene a sottolineare che lei è anche una "ragazza normale".
Se siete amanti dell'atletica e adulti, scordatevi di trovare dettagli tecnici nel libro. Nemmeno una parola sull'allenatore. Sembra quasi che Larissa si alleni da sola.
Ma non è una biografia, Larissa è troppo giovane per scriverla e davanti ha ancora tanta vita.
Si tratta più di un racconto a metà strada tra la favola e il diario romanzato di alcuni mesi della vita di Larissa, quelli trascorsi tra il record del mondo e l'infortunio ai campionati italiani di Rovereto, passando per la maturità, una serie di pensieri "in libertà" alla ricerca di se stessa in cui affronta il tema della sua "autodeterminazione". Non ci sta Larissa a sentirsi definire "predestinata". Sì certo, i suoi geni sono buoni, ma il resto (scelte, determinazione, rinunce, fatica) è opera sua.
Chi ha scritto veramente il romanzo?
Se è tutta farina del suo sacco, Larissa ha talento anche per la scrittura.
La narrazione è molto scorrevole e utilizza un linguaggio semplice e simpatico.
Se l'editor le ha dato una mano a mettere ordine tra i suoi pensieri - che per come si descrive lei è facile siano usciti fuori dalla sua penna come un fiume in piena - ha fatto un ottimo lavoro.
"Ero predestinata a diventare quel che sono, a fare quel che faccio?
Ho letto questa parola così tante volte, dopo quell'incredibile record di Ancona con cui ho eguagliato il record di mia madre a Valencia, nel 1986.
Eguagliato: capito? Significa uguale fino all'ultimo dei 691 centimetri di salto."
"A me piace pensare che tutto ciò che faccio dipenda da me, che non devo e non ho bisogno di accettare a priori una posizione, un'etichetta, un destino, ma che posso sempre guardarmi intorno, cercare ciò che è meglio e più giusto e andare a prendermelo saltando sempre un po' più in là."
"Certe volte vorrei dimenticare tutto anche solo per un giorno e spegnermi senza dormire, lasciare spazio alle cose che non chiedono impegni e scadenze, rigore e determinazione.
Alle cose che semplicemente accadono e non importa sapere precisamente quando e dove. Basterebbe quello."
★★★☆☆
🍨 mousse alla fragola
scopri come valuto i libri
"La versione di Vasco" è un libro autobiografico scritto da Vasco Rossi.
Ognuno ricorda le cose alla sua maniera, ognuno un po' se le racconta. Le biografie sono tutte false. Io sono stato franco. Con questo libro di dichiarazioni forse si capirà di più la mia versione. La versione di Vasco.
"L'impiccato di Saint-Pholien" è un romanzo poliziesco di Georges Simenon con protagonista il commissario Maigret.
Nessuno si accorse di quello che succedeva. Nessuno sospettò che nella sala d’attesa della stazioncina ferroviaria, dove tra l’odore di caffè, birra e limonata solo sei passeggeri aspettavano il treno con aria abbattuta, si stesse svolgendo un dramma.
Erano le cinque del pomeriggio e calava la notte. Le lampade erano state accese ma, attraverso i vetri, si potevano ancora distinguere nel grigiore del marciapiede i funzionari, tedeschi e olandesi, della dogana e delle ferrovie, che battevano i piedi per riscaldarsi.
Perché la stazione di Neuschanz è situata all’estremo Nord dell’Olanda, alla frontiera tedesca.
"Le ali della sfinge" è un romanzo di Andrea Camilleri con protagonista il Commissario Montalbano, pubblicato nel 2006 dalla casa editrice Sellerio.
Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sintiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?
Non si trattava del fatto che la jornata s'appresentava priva di nuvole e vento e tutta tirata a lucido dal sole, no, era un'altra sensazione che non dipinniva dalla sò natura di meteoropatico, a volersela spiegare era come un sintirisi in armonia con l'universo criato, perfettamente sincronizzato a un grande ralogio stillare ed esattamente allocato nello spazio, al punto priciso che gli era stato destinato fino dalla nascita.
Minchiate? Fantasie? Possibile.
"Lettera a un bambino mai nato" è un libro scritto da Oriana Fallaci, pubblicato nel 1975. Il libro tratta temi quali l'aborto, la famiglia e l'amore.
Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo al buio con gli occhi spalancati e d'un tratto, in quel buio, s'è acceso un lampo di certezza: sì, c'eri. Esistevi. Ed è stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando a ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante. Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. È paura di te, del caso che ti ha strappato dal nulla, per aggianciarti al mio ventre. Non sono mai stata pronta ad accoglierti, anche se ti ho molto aspettato. Mi son sempre posta l'atroce domanda: e se nascere non ti piacesse?
"Eva Luna" è un romanzo di Isabel Allende, pubblicato nel 1987. In Italia il romanzo è apparso nel 1988, nella traduzione di Angelo Morino.
Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha resa malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta nella memoria. Mio padre, un indiano dagli occhi gialli, veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la cupola degli alberi e la luce gli sembrava indecorosa. Consuelo, mia madre, aveva trascorso l'infanzia in una regione incantata, dove per secoli gli avventurieri hanno cercato la città di oro puro vista dai conquistatori spagnoli allorché si affacciarono sugli abissi della loro ambizione. Quel paesaggio aveva lasciato in lei una traccia che in qualche modo riuscì a trasmettermi.
"La verità sul caso Harry Quebert" è un romanzo di Joel Dicker del 2012. In Italia è uscito l'anno seguente per Bompiani.
“Centrale di polizia, qual è il suo problema?”
“Mi chiamo Deborah Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di avere appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta.”
“Cos’è successo esattamente?”
“Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c’era un uomo… Credo che stesse cercando di sfuggirgli.”
“Dove si trovano in questo momento?”
“Non… Non riesco più a vederli. Sono dentro la foresta.”
“Mando subito una pattuglia, signora.”
"Open" è l'autobiografia di Andre Agassi, pubblicata nel 2011 da Einaudi nella collana "Stile Libero". Alla stesura ha contribuito J. R. Moehringer.
Apro gli occhi e non so dove sono o chi sono. Non è una novità: ho passato metà della mia vita senza saperlo. Eppure oggi è diverso. È una confusione più terrificante. Più totale.
"La zia Giulia e lo scribacchino" è un romanzo di Mario Vargas Llosa, pubblicato nel 1977 contenente dei riferimenti biografici dell'autore.
In quel tempo remoto, io ero molto giovane e vivevo con i miei nonni in una villa dai muri bianchi di calle Ocharan, a Miraflores. Studiavo all’università di San Marcos, legge, mi sembra, rassegnato a guadagnarmi più tardi la vita da libero professionista, anche se, in fondo, mi sarebbe piaciuto di più riuscir a diventare uno scrittore. Avevo un lavoro con titolo pomposo, stipendio modesto, appropriazioni illecite e orario elastico: direttore delle Informazioni di Radio Panamericana.
Consisteva nel ritagliare le notizie interessanti che comparivano sui quotidiani e truccarle un po’ per poterle leggere nei bollettini. La redazione ai miei ordini era costituita da un ragazzo dai capelli imbrillantinati e amante delle catastrofi chiamato Pascual. C’erano bollettini a ogni ora, di un minuto, salvo quelli di mezzogiorno e delle nove, che erano di quindici, ma noi ne preparavamo diversi insieme, sicché io andavo molto in giro per strada, a bere caffè nella Colmena, qualche volta a lezione, e negli studi di Radio Central, più animati di quelli dove lavoravo io.
"Il grande ritratto" è un romanzo fantascientifico del 1960 di Dino Buzzati.
Nell'aprile 1972 il professor Ermanno Ismani, di 43 anni, ordinario di elettronica all'università di X, uomo piccolo, grasso, di umor gaio, ma pauroso, ricevette una lettera del ministero della difesa che lo pregava di conferire con il colonnello Giaquinto, capo dell'Ufficio studi. L'invito aveva carattere d'urgenza.