Ilide Carmignani, traduttrice di tutti i romanzi e racconti pubblicati in Italia da Luis Sepulveda, legata all'autore da sincera amicizia, quando lo scrittore viene a mancare nel 2020 per Covid, non ci pensa due volte e contatta la moglie dell'autore cileno. Luis ha avuto una vita piena e coraggiosa, ma per modestia non ha mai voluto raccontarsi. Chiede alla moglie di poterlo fare per lui. La compagna ne è entusiasta, così Ilide Carmignani ne scrive la vita utilizzando uno stile a Sepulveda molto caro, quello del racconto in forma di favola. E così incontriamo Luis, detto Lucho, in una biblioteca di Amburgo molto particolare, di cui custode è il gatto Diderot, amico di quello di Sepulveda, Zorba. In quella magica biblioteca in cui si va per consultare libri, ma anche per scrivere il racconto del giorno più felice della propria vita e lasciarlo in un cassetto di un armadio speciale, Luis inizia a scrivere della propria vita, perché un solo giorno è troppo poco per metterlo in quel cassetto.
Nelle pagine troverete il racconto della sua nascita, dell'incontro con la moglie, delle sue lotte in Sud America, dei 1000 giorni a fianco del presidente Salvador Allende, dell'esilio dal Cile, del suo ruolo nelle lotte a difesa dell'ambiente e tanto altro.
Una biografia adatta a tutti, grandi e piccini, arricchita da una poesia e dalla post fazione della moglie di Sepulveda, la poetessa Carmen Yanez, detta Pelusa.
Prosa molto particolare, con più piani di scrittura: la fiaba che si intreccia con il racconto "autobiografico" di Lucho.
Ilide Carmignani è la traduttrice di Jorge Luis Borges, Luis Cernuda, Carlos Fuentes, Almudena Grandes, Gabriel García Márquez, Mayra Montero, Pablo Neruda, Octavio Paz, Arturo Pérez-Reverte, Luis Sepúlveda e Roberto Bolaño.
"Attraverso il genere della favola, creando personaggi ispirati dalla grandissima intesa che aveva con la natura e gli animali, Lucho ha esaltato i valori di cui era fatto per passare all'umanità i concetti etici della diversità, dell'uguaglianza, del rispetto dell'altro e della solidarietà."
★★★★☆
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“Il mistero di Evita” di Giovanni De Plato è un libro molto interessante.
La storia di Evita Peron, seconda moglie del Presidente argentino Peron, viene raccontata da tre punti di vista: il suo, quello del marito Juan Domingo Peron e quello dell'amico sindacalista Carlos Maiorino, leader con Evita del movimento degli "scamiciati".
Il racconto scorre fluido, veloce, ben scritto. Ripercorre le vicende politiche dell'Argentina.
Evita Peron è amata dal popolo, infiamma le folle, acclamata più del marito, un mito. Sta dalla parte dei poveri, ne migliora le condizioni di vita , ottiene il suffragio universale. Muore a soli 33 anni di tumore.
Al termine del romanzo c'è una riflessione del medico che la ebbe in cura e svela il mistero dell'operazione a cui Evita fu sottoposta.
Quello che non si capisce e non viene specificato è quanto c'è di documentato e quanto di romanzato nel racconto.
Ho letto questo romanzo per il Grande torneo letterario di Robinson
"Finché il mio cuore palpiterà sarò a fianco di voi umili con tutte le mie forze e con ogni mezzo. Sarò al vostro fianco fino alla fine, per il bene vostro e della nazione."
★★★☆☆
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Questo romanzo mi ha incantata. Il suo andamento lento mi ha catturata. Solitamente non amo questo genere di prosa. "Canto della pianura" però non è assolutamente noioso. E il ritmo lento e le descrizioni dettagliate trasportano il lettore nei paesaggi rasserenanti di Holt.
Nonostante nelle vite dei protagonisti ci sia tanta solitudine e tristezza, prevale il senso di speranza e solidarietà e nella narrazione si alternano le vicende di molti personaggi a cui affezionarsi.
Infatti mi mancano gli anziani fratelli McPheron, i piccoli Ike e Bobby e Victoria e mi manca l'immaginaria cittadina di Holt.
Questo è il primo romanzo che leggo di Kent Haruf.
L'ho apprezzato ben oltre le aspettative che mi ero fatta, nonostante ne avessi sentito parlare molto bene.
"Due uomini anziani con una ragazza di diciassette anni seduti al tavolo sparecchiato di una sala da pranzo di campagna, dopo cena, mentre fuori, oltre le pareti di casa, oltre le finestre senza tende, un gelido vento del nord scatenava l'ennesima tempesta invernale sugli altopiani."
★★★☆☆
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Un gioco di parole il titolo di questo divertente e utilissimo saggio sulla bicicletta che è un vero e proprio "abc" del ciclista slow, ricco di curiosità e informazioni utili.
Ludovica Casellati con "La bici della felicità" trasmette al lettore il suo amore per la bicicletta, o meglio, per l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano sostenibile e soprattutto come compagna di viaggio in vacanza.
Sposata con un cicloamatore, la sua passione per la bici è nata in seguito alla proposta del marito di trascorrere una vacanza familiare in sella, visitando i castelli della Loira.
Ludovica è tornata trasformata, tanto da cambiare lavoro, dopo una lunga carriera in ambito comunicativo e mediatico, fondando la rivista online viagginbici.com dedicata al cicloturismo e guadagnandosi il soprannome di Ladybici.
Condivido pienamente la sua "ciclosofia" ("La bicicletta, come stile di vita, è la vera rivoluzione pacifica che potrebbe salvare il pianeta!") e credo nell'effetto terapeutico dell'uso della bici.
CURIOSITÀ:
Ludovica Casellati è figlia di Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale presidente del Senato.
"La bici appaga quel desiderio, innato in ognuno di noi, di curiosità verso il mondo che l'auto, transitando ad alta velocità, non consente. È la natura lo scenario che fa da sfondo alla biciclettata in famiglia: che si tratti di una passeggiata lungo gli argini di un fiume o di una gita fuori porta, tutto è piacere e divertimento all'aria aperta."
★★★☆☆
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"Supereroi senza poteri" è il terzo romanzo di Michele Ungolo, giornalista free lance, scrittore e responsabile della Casa di riposo di Stigliano.
Si tratta di una storia molto particolare, commovente e divertente al tempo stesso. Una specie di diario della quarantena di marzo, ambientato nella Casa di riposo Hostilianus di Stigliano in Basilicata.
Nella prima parte Vincenzo, ospite della casa di riposo e narratore, presenta gli altri "supereroi" della casa, uno per capitolo.
Nella seconda parte il racconto diventa più avvincente e romanzato. Quattro ospiti della struttura, tra cui Vincenzo, fuggono dalla casa di riposo, rubano un furgoncino e si dirigono in un luogo molto particolare, il Cinto dell'Eremita, vicino al fiume Sauro. Da questo momento il ritmo del racconto accelera. I quattro anziani (Vincenzo, Iosca, Natalino e Antonio) si trovano coivolti in un brutto affare, inseguiti da due malviventi pronti anche ad uccidere pur di recuperare il loro bottino.
Il finale vi sorprenderà.
Seppure la narrazione sia molto divertente, l'autore, che nel romanzo compare nel proprio ruolo di responsabile della struttura, ci spinge a riflettere.
"La vecchiaia è così, arriva un punto nella vita, dove comprendi che non puoi chiedere nient'altro al tuo Dio, chiuso nella stanza con le luci spente, preghi che finisca presto la tua penitenza terrena, ma sono certo che tra di noi, durante la pandemia, tutti abbiamo pregato che non accadesse. Nessuno vuole lasciare il suo posto nel mondo da solo."
Come spiega l'autore stesso nei ringraziamenti finali, "i supereroi senza poteri sono coloro i quali non hanno bisogno di apparire, ma di essere un qualcosa o un qualcuno nelle vite di chi chiede aiuto attraverso gli occhi quando le parole faticano a uscire."
Questo romanzo è dedicato a Michele, Iosca e Vincenzo, protagonisti di questa avventura e che non sono più tra noi e a tutti gli altri ospiti della struttura che "attraverso l'intrecciarsi delle loro vite, non smettono mai di regalare nuove storie."
La bella prefazione è della giornalista e scrittrice Isa Grassano, di cui ho recentemente recensito il romanzo "Un giorno sì un altro no".
«Continuai a chiedermi ripetutamente per quale ragione avessi imparato a vivere come se non dovessi mai morire. Tutti sappiamo di dover morire un giorno, eppure siamo alla continua ricerca di noi stessi, della felicità, dell’amore. Ci circondiamo continuamente di cose superflue: l’automobile nuova, la casa al mare, il telefono di ultima generazione, però mettiamo spesso da parte gli affetti, quelli che oggi mancano, quelli che ci salvano la vita ogni giorno senza accorgercene».
★★★☆☆
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"Luce della notte" di Ilaria Tuti è il recentissimo romanzo con protagonista Teresa Battaglia, la commissario di polizia, non più giovane, acciaccata, diabetica e con problemi di memoria. Personaggio che l'autrice ci ha fatto conoscere e amare in "Fiori sopra l'inferno" e "Ninfa dormiente".
Ilaria Tuti fa un passo indietro nel tempo e inserisce questo episodio tra il primo e il secondo romanzo.
L’indagine parte dal sogno di una bambina di nove anni, Chiara, affetta dalla malattia rara che le impedisce di stare alla luce del sole. Un sogno che forse è realtà e Teresa, chiamata dalla madre della bambina a scoprire quanto sia realmente accaduto, entra subito in empatia con la piccola.
E così, a pochi mesi dall’ultima indagine (quella di Travenì che ha portato alla cattura di Andreas e che ritroviamo in questo romanzo), Teresa e l'ispettore Marini rinunciano alle vacanze di Natale e indagano in un paesino tra i boschi della Carnia alla ricerca delle prove che ciò che Chiara racconta non è solo un sogno. E purtroppo in quel racconto confuso c'è molto di vero e viene a galla una vicenda legata al traffico di esseri umani.
Ilaria Tuti, come promesso, dopo la deviazione dal genere giallo/thriller fatta con la pubblicazione del romanzo storico "Fiore di Roccia", torna alle indagini di Teresa e Massimo.
Romanzo breve o racconto lungo? Io lo definirei un racconto per la brevità (si legge in un pomeriggio o poco più), ma un romanzo per i contenuti (vengono trattate anche vicende parallele).
Non l'ho trovato all'altezza dei precedenti romanzi. Non così avvincente. Scritto indubbiamente bene, come Ilaria Tuti sa fare. La prosa è come sempre ricercatissima.
L'autrice dichiara di averlo scritto molto velocemente, in meno di due mesi. A scopo quasi terapeutico, per superare il lutto per la morte della nipotina. I proventi della vendita saranno devoluti alla ricerca sul sarcoma di Ewing.
Nella nota finale l'autrice scrive: “È la seconda volta nella mia vita che la scrittura mi viene incontro come una rinascita, ma sentivo che non doveva esserlo solo per me, volevo che fosse al servizio di chi quella strada - durissima - la sta percorrendo o la percorrerà: i miei proventi relativi a questo libro saranno devoluti al Centro di riferimento oncologico di Aviano, a favore della ricerca sul sarcoma di Ewing.”
"La casa davanti a loro li stava attendendo. Le finestre accese di un bagliore soffuso, il camino fumante, il giardino addobbato con luminarie che respingevano le ombre ai confini più lontani del bosco, dove animali intagliati sembravano fungere da ultimi guardiani prima del buio. Un orso, uno scoiattolo, un'aquila in procinto di spiccare il volo. Era uno scenario da fiaba. Eppure."
★★★☆☆
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